C’è chi lo mangia per moda, chi per necessità. Lo street food nel mondo vanta una capillare diffusione che procede di pari passo con l’evolversi della globalizzazione. Ma non si tratta solo dell’ultima tendenza, le sue origini hanno radici ben più lontane.

Street food nell’antichità

Antichi egizi e greci friggevano il pesce in strada per poi venderlo, a Roma i thermopolia fungevano da luoghi di ristoro dove acquistare pietanze calde e da rifugi in cui riscaldare cibo proprio (non tutti infatti ne possedevano uno). Erano gli esponenti delle classi sociali meno abbienti a nutrirsi per strada, sia perché ciò comportava costi minori, sia perché chi lavorava non aveva tempo a disposizione per cucinare.

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Grazie alla diffusione del cibo da strada tra la gente comune, il più apprezzato è ancora quello che rispecchia le ricette tradizionali, genuine e tramandate dal popolo. Ogni luogo ha la sua ricetta tipica, che nella maggior parte dei casi è disponibile nella versione da asporto.

Street food nel mondo, quali i più amati?

street food in Italia

© Unsplash

Italia

Da Nord a Sud sono infinite le varianti di cibo da strada, dolci e salate. Ciò che il mondo invidia al Belpaese è la pizza, fedele alleata dei palati di ogni tasca ed età. Non esiste turista che abbia soggiornato in Italia senza aver addentato un trancio di Margherita tricolore.

Europa

Negli anni Venti del Novecento, ai forni parigini venne imposto il divieto di lavorare prima delle quattro. Così, i classici panini rotondi con un tempo di cottura elevato non sarebbero stati pronti per la colazione. Iniziò allora a diffondersi un tipo di pane più veloce da cuocere, la baguette. Portata sotto braccio per la sua forma allungata, divenne celebre in tutta la Francia ed è oggi il cibo da strada più iconico del Paese, per questo candidata a Patrimonio Unesco.

Servito in passato in fogli di giornale, già conosciuto ai tempi di Dickens, il fish and chips iniziò a prendere piede in Gran Bretagna nel XIX secolo, con lo sviluppo della pesca e della rete ferroviaria che consentiva di trasportare in poco tempo il pescato fresco. Tuttavia, le origini del merluzzo pastellato sono controverse, non è chiaro se siano stati degli immigrati veneti ad esportare l’usanza o immigrati ebrei provenienti dalla Spagna. Sta di fatto che ormai non esiste britannico che non ne sia affezionato.

street food nel mondo

© unsplash

Stati Uniti, patria dello street food nel mondo

Coniata alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti, l’espressione hot dog deriva da un episodio verificatosi in uno stadio, dove un ambulante, per cercare di attirare l’attenzione e vendere le sue salsicce, cominciò a chiedere alla folla, gridando, chi volesse le sue “salsicce di cane” (non realmente di cane). In seguito molti altri lo imitarono, abbreviando l’espressione in “cane caldo”. Gli americani, maghi del capitalismo e dell’automatizzazione, hanno persino pensato ad una versione dei panini già forata, che non necessita di alcun taglio per l’inserimento del würstel.

street food in usa

© unsplash

Medio Oriente

Rotta verso Oriente. Il kebab è una specialità turca a base di carne di agnello, manzo e pollo, spopolata come cibo da strada per merito della variante döner (che gira). Il meccanismo dello spiedo verticale rotante permette al calore di diffondersi in modo uniforme su tutta la carne che viene prima condita con varie spezie orientali, poi tagliata e messa in un panino o in mezzo alla pyta.

street food nel mondo

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Estremo Oriente e street food del futuro

Bisogna prendere atto che circa la metà della popolazione mondiale consuma regolarmente insetti, fritti o arrosto. Una sana abitudine considerato l’elevato apporto proteico che li caratterizza. In Cina nei mercati di cibo capita spesso di incappare in spiedini di scorpioni o in quelli di bachi da seta a Bangkok.

Che piaccia o no, presto toccherà a tutti mangiarli. Il mondo necessita di gente pronta a nutrirsi con alimenti più sostenibili.

street food nel mondo

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Mariarita Persichetti

Mariarita Persichetti

Laureata in Management con una tesi in marketing territoriale. Viaggio, scrivo, fotografo e degusto formaggi. Su Buonenotizie.it parlo di progetti sostenibili e innovativi nel turismo, cultura gastronomica e mondo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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