È senza freni l’impennata di vendite di e bike che dal 2020 ad oggi si confermano come moderno mezzo di trasporto in sostituzione dell’auto. Le bici elettriche rappresentano una modalità efficace sia per i novelli ciclisti, sia per gli esperti desiderosi di sfruttare i vantaggi dell’assistenza. Gli spostamenti sono più veloci e sostenibili all’interno di metropoli dove il tema della circolazione risulta sempre più complesso.

L’elettrico su due ruote è un’ottima opportunità anche per i molti che si sentivano esclusi, quelli che pensavano fosse improponibile percorrere lunghi tratti di strada con le biciclette tradizionali per raggiungere il posto di lavoro. Inizialmente contestato perché troppo faticoso con le biciclette muscolari, spopola il Bike to work – letteralmente al lavoro in bicicletta – con le biciclette a pedalata assistita.

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Le e bike permettono quindi di rimanere in forma senza doversi necessariamente cambiare d’abito una volta arrivati in ufficio, come conferma Omar Gatti, classe 1985. Biomeccanico del ciclismo certificato a livello internazionale, laureato in scienze motorie e preparatore atletico con master in ‘Preparazione fisica e atletica presso l’Accademia Alto Rendimento in Spagna, ha scritto più di 1000 articoli a carattere tecnico sulla bicicletta, il suo utilizzo e i suoi benefici.

Aumenti a doppia cifra nelle vendite: non si ferma la passione per la bici in Italia

Continua il record di acquisti per le e-bike dopo il boom di vendite durante la pandemia. Ben 295.000 unità vendute in Italia nel 2021 – si pensi che nel 2016 erano solo 124.400 -, il 5% in più rispetto a quelle registrate nel 2020 e si evince un andamento sostanzialmente stabile anche nel primo semestre del 2022. È quanto emerge dalle stime annuali diffuse da Confindustria ANCMA – Associazione Ciclo Motociclo Accessori – per il settore delle due ruote a pedali elettriche.

Il risultato ottenuto è estremamente positivo soprattutto perché “raggiunto in assenza degli incentivi all’acquisto che avevano contribuito al considerevole dinamismo della domanda post-lockdown del 2020” sostiene Paolo Magri, Presidente di ANCMA, che continua affermando:

“questo è un settore che esige di essere valorizzato dal punto di vista culturale con maggiori investimenti sulle piste ciclabili, sulla sicurezza degli utenti e la promozione internazionale dell’Italia come meta cicloturistica”.

Bike to work: cambio di passo per la micro mobilità casa-lavoro

La limitazione dell’utilizzo dell’automobile in molte zone centrali delle città, la paura dei contagi sugli affollati mezzi pubblici durante la pandemia e la grande missione globale della lotta contro il riscaldamento climatico, sono i principali fattori che hanno concorso ad un importante inversione di marcia.

Il termine Bike to work non è nuovo in Italia. Solo dopo il lockdown si è però sperimentata la rapida diffusione di una nuova cultura di mobilità sostenibile. È un termine che è entrato a far parte del linguaggio comune e ciò sta a significare che è in corso un cambiamento importante che riguarda un intero settore.

Numerose sono anche le forme di incentivazione per il virtuoso popolo su due ruote da parte di alcuni comuni italiani. Da Torino a Bari passando da Parma, Ferrara, Faenza, Cesena, Cesenatico e Grosseto, molte aziende hanno richiesto l’accesso ai finanziamenti del bando Bike to work, oggi Bike to work 2 edizione 2022-2023.

Un progetto ambizioso e di successo nato nel 2020 che invita i cittadini a circolare in bicicletta nel tragitto casa-lavoro, creando nel contempo un’abitudine a favorire gli spostamenti con mezzi alternativi all’auto. L’incentivo economico per il bike to work cambia – di poco – da comune a comune. La media è di 25 centesimi circa al chilometro fino ad un massimo di 6 euro al giorno, 50 euro al mese e 300 euro ogni anno.

Più spazio alle biciclette e più sicurezza in strada

Alessandro Tursi, presidente della FIAB –  Federazione Italiana Ambiente Bicicletta – in un’intervista a Wise Society ha affermato: “la bicicletta va considerata come un attrezzo multifunzione, perché è in grado di risolvere diversi aspetti tutti correlati: la mobilità ciclistica riduce la congestione del traffico cittadino e favorisce l’attività fisica che a sua volta comporta benefici e benessere psicofisici“.

La voglia di andare in bicicletta si scontra spesso con la poca sicurezza in strada dei ciclisti. Per iniziare quindi a competere con le grandi capitali europee, il 3 agosto scorso è stato approvato il primo Piano generale della mobilità ciclistica 2022-2024. Così facendo si intende potenziare la mobilità integrata dotando di spazi dedicati al trasporto delle biciclette almeno il 25% del parco mezzi del trasporto pubblico locale urbano.

Tra i punti generali del del Piano ci sono inoltre il miglioramento dell’illuminazione e il potenziamento della rete di piste ciclabili. Queste permetteranno di raggiungere le stazioni ferroviarie e metropolitane, contribuendo non solo agli spostamenti in bicicletta, ma anche alla diminuzione degli incidenti stradali.

Ottime strategie che vanno sempre più implementate. In questo modo si potrà assicurare a più utenti possibili di muoversi in serenità su veicoli a due ruote, riducendo al minimo l’impatto ambientale e ottimizzando, nello stesso tempo, l’efficienza degli spostamenti.

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Florinda Ambrogio

Florinda Ambrogio

Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche con specializzazione in Scienze Forensi, amo la cronaca tanto quanto la narrativa. Da sempre impegnata per portare l'attenzione sui sempre attuali temi della crescita personale. Il cassetto mi piace riempirlo fino all'orlo di sogni che sostituisco non appena diventano realtà. Aperta al cambiamento solo se porta a migliorare.

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