L’iniziativa degli accordi sul grano è probabilmente l’unica vera notizia positiva che giunge dal conflitto russo. Dopo il rinnovo dell’accordo sancito a novembre, ancora non si sa cosa possa succedere ma il grano ucraino al mondo serve ancora.

Qual è lo status degli accordi

Nonostante le difficoltà, tramite gli accordi sul grano sono riuscite a salpare 659. È stato possibile esportare 17,821,511 tonnellate di materia alimentare diretta tendenzialmente verso Cina, Spagna, Turchia, Italia, Olanda ed Egitto. Gli accordi sul grano hanno permesso all’Ucraina di spedire via mare il 46% di mais, il 28% di frumento ed il 6% di farina di girasole.

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L’iniziativa sostenuta in primis da ONU e Turchia ha contribuito al momentaneo contenimento dei prezzi dei prodotti alimentari su scala globale ma, dopo il secondo rinnovo avvenuto a novembre, il commercio via mare del grano ucraino verrà probabilmente rimesso in discussione e sottoposto a nuovi round di trattative sempre che il precipitare degli eventi del conflitto non ne decreti la fine.

I danni della guerra si fanno sentire anche sui terreni agricoli

A quasi un anno dall’inizio del conflitto, la guerra in Ucraina ha prodotto i suoi danni anche sui terreni agricoli. Secondo la Kyiv School of Economics la guerra ha provocato 6 miliardi di dollari di danni diretti e 34 miliardi di dollari di danni indiretti alle infrastrutture agricole ucraine.

Secondo la State Statistics Service of Ukraine, l’Ucraina ha perso circa il 24% di terreno arabile a grano ed il 32% di quello a mais, oltre al 22% della capacità di immagazzinare i raccolti e senza considerare i terreni adibiti a campo minato non più coltivabili.

Per via dell’export ridotto, del flusso migratorio in uscita dall’Ucraina e della distruzione delle infrastrutture elettriche ucraine procurata da droni e missili russi, sono aumentati i prezzi della produzione agricola e contemporaneamente diminuiti quelli del mercato interno.

La riduzione della domanda interna, aggiunta alle difficoltà dell’export e alla precaria rete distributiva rimasta ancora in piedi, ha abbattuto i prezzi dell’offerta. Questo ha reso la produzione di grano per molte piccole aziende agricole svantaggiosa oltre che rischiosa. Sembra inoltre che sia rimasta anche una quota di invenduto.

Il calo della produzione in Argentina può aiutare l’export ucraino

Nonostante questo, il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense ha rivisto le proprie stime sulla produzione e sull’export ucraino di circa il 2,4% in aumento.

Per gli Usa, infatti, nonostante le difficoltà generate dal conflitto in corso, i corridoi del grano ucraino permettono ancora l’export. Inoltre le difficolta globali nell’approvvigionamento di frumento, dovute all’arretramento del raccolto in Argentina (caduto ai livelli più bassi dal 1988 per via della siccità perché il luogo è diventato di colpo il più caldo del pianeta), e quelle dovute alla riduzione di quello interno statunitense, potrebbero essere superate ancora tramite il raccolto ucraino nuovo e invenduto.

L’accordo sul grano può riacquistare valore

Il dato sulla domanda globale rimette nuovamente e con una certa importanza gli accordi sul tavolo di eventuali nuove trattative. I corridoi del grano saranno ancora necessari per contenere i prezzi degli alimenti su scala globale. Da parte ucraina c’è la richiesta di una durata almeno annuale degli accordi. A novembre, però, il rinnovo è avvenuto tramite un meccanismo automatico e la controparte russa aveva affermato che nei contatti intercorsi con i mediatori ucraini non si era parlato dell’eventualità di una proroga.

Allo scadere dei 120 giorni ancora non si sa cosa potrà succedere, ma il Presidente della Turchia Erdogan solo un paio di settimane fa aveva auspicato di poter portare le relazioni tra Russia e Ucraina su un terreno più morbido. Di certo l’attenzione della Turchia insieme alle necessità cinesi ed asiatiche di importare frumento potranno essere un elemento facilitatore per una eventuale proroga degli accordi.

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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