In Italia è difficile svolgere il mestiere di ricercatore universitario, tanto che negli ultimi anni il Bel Paese ha manifestato più volte la preoccupazione per la cosiddetta fuga di cervelli. Il Governo italiano ha recentemente stanziato 220 milioni di euro, tramite un bando che si potrebbe definire dalla portata storica, al fine di finanziare i migliori progetti dei giovani ricercatori europei, cercando di invertire la tendenza secondo cui le figure più preparate lasciano la Penisola.

La portata della fuga dei cervelli in Italia

La fuga di cervelli, o emigrazione dei talenti, è un fenomeno in cui le persone altamente qualificate e motivate lasciano il proprio Paese per trasferirsi in altre nazioni dove ritengono di avere maggiori opportunità di sviluppo e crescita professionale. In Italia, questo fenomeno ha assunto proporzioni significative negli ultimi decenni: la Penisola ha visto partire molti dei suoi giovani, spesso quelli che hanno scelto la strada del ricercatore universitario, verso paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia.

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Secondo il World Talent Report 2022, pubblicato dall’International Institute for Management Development, l’Italia si trova al trentaseiesimo posto su scala mondiale, dopo Malaysia, Quatar e Bahrain, in termini di attrazione e trattenimento dei talenti. Secondo la Fondazione Migrantes e l’Osservatorio sulla Mobilità Internazionale dei Talenti dell’Università Bocconi, le cause della fuga dei giovani talenti sono da attribuirsi a limitate opportunità di lavoro e carriera, salari bassi rispetto ad altri paesi anche limitrofi, un mercato del lavoro poco flessibile e una difficile progressione di carriera specialmente per i giovani e limitate opportunità di formazione.

Secondo un rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), nel periodo compreso tra il 1995 e il 2010, circa 1,4 milioni di giovani italiani hanno lasciato il paese. Il 2015 rappresenta l’anno che ha registrato il maggiore flusso di emigrazione mentre la tendenza a lasciare il paese sembra rallentare: i dati Istat e dell’ AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) parlano di 122.020 cittadini cancellati dalle anagrafi comunali per migrazione all’estero nel 2019, mentre nel 2020 i cancellati sono stati 112.218.

Il Governo italiano stanzia 220 milioni per progetti di ricerca

Il bando ideato dal Governo italiano ha come obiettivo quello di invertire la tendenza di emigrazione, cercando di migliorare l’attrattività del Bel Paese per i giovani talenti. I 220 milioni di euro sono destinati a finanziare i progetti di giovani ricercatori all’estero ai quali siano stati assegnati dei riconoscimenti particolari per la qualità del lavoro e della ricerca: il Sigillo di Eccellenza o seal of excellence, un riconoscimento di alto grado che viene assegnato dai più alti organi istituzionali universitari ai progetti di ricerca considerati d’eccellenza, al fine di attestarne il valore.

In particolare, i beneficiari dei fondi di ricerca devono avere ricevuto un grant al Consiglio Europeo per la ricerca (ERC) o una delle borse Marie Skłodowska-Curie Individual Fellowships e Marie Skłodowska-Curie Postdoctoral Fellowships, nell’ambito dei Programmi quadro Horizon 2020 ed Horizon Europe. Può essere anche sufficiente che il ricercatore abbia ottenuto negli ultimi 48 mesi un altro seal of excellence

Il ricercatore universitario all’estero è spesso premiato per la qualità del lavoro

La percentuale di ricercatori italiani che ha ricevuto un grant all’ERC è molto alta, l’Italia è infatti il terzo paese ad aver ricevuto il numero più alto dei riconoscimenti, piazzandosi dopo il Regno Unito e la Germania. Sarà quindi molto probabile riportare a casa alcuni delle eccellenze italiane emigrate in passato alla ricerca di condizioni migliori di lavoro. Il bando fa parte del progetto previsto dal PNRR dedicato al ritorno dei cervelli in Italia e mette a disposizione un totale di 600 milioni di Euro che verranno erogati oltre che con il presente bando, con iniziative simili nell’arco dei prossimi anni.

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Chiara Bastianelli

Chiara Bastianelli

Laurea in Economia e Direzione Aziendale. Project manager in una società di consulenza strategica per le imprese. Appassionata di aziende, finanza e letteratura.

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