Il nostro Bel Paese è reduce dall’estate più secca degli ultimi settanta anni che si è conclusa con piogge torrenziali, causando alluvioni. Sono effetti dei cambiamenti climatici che, purtroppo, non possiamo più continuare a considerare come dei fenomeni eccezionali. Quindi trovare dei modelli che possano garantirci una maggiore sicurezza e prevenzione saranno indispensabili. Uno dei più innovativi e specifici per combattere le alluvioni e la siccità è la sponge city, ovvero la “città spugna”.

La nascita del concetto sponge city

Il presidente cinese XI Jinping ha parlato per la prima volta di sponge city nel 2012 per descrivere un nuovo approccio alla gestione delle acque superficiali urbane. Il modello prevede un’infrastruttura di drenaggio progettata come una spugna appunto, in modo tale che, durante i temporali, le superfici della città assorbano più acqua possibile. Il sistema prevede sia l’assorbimento nei suoli naturali che nelle aree di stoccaggio appositamente costruite.

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L’acqua viene quindi immagazzinata in alcune vasche nel sottosuolo per evitare che raggiunga i corsi d’acqua e allaghi le strade. Il modello è utile non solo nel prevenire le alluvioni, ma anche la siccità, infatti l’acqua stoccata può essere utilizzata anche per irrigare i campi e per altri usi domestici. Un modello di progettazione urbanistica scalabile in ogni parte del mondo indipendentemente dalla fascia climatica di appartenenza.

Il Governo cinese è partito da un primo lotto di città pilota sparse sul suo territorio per avere rappresentate una serie di condizioni e rischi idrologici differenti (montagna, costiera, pianura, clima temperato e tropicale).

Città cinesi pilota

Città cinesi pilota (fonte: .

Wetex 2022, la fiera internazionale per l’ambiente

Dal 27 al 29 settembre c’è stata a Dubai la fiera internazionale dedicata all’ambiente, all’acqua, all’energia e tecnologia (Wetex 2022) e tra le novità più interessanti presentate c’è stata la sponge city. Dake Rechsand, una società con sede nella stessa città degli Emirati Arabi, ha esposto “Sponge City: Circula Approach to Integrate Blue and Greenscapes for Smart Water Management”. Un’importante presentazione per prendere contatti nello sviluppo del modello non solo nelle città arabe, ma in tutta la regione del MENA (Middle East and North Africa), dopo lo stato avanzato in Cina.

La sponge city si affaccia anche in Europa

La Metropolitan Glasgow Strategic Drainage Partnership (MGSDP) è una partnership multi-agenzia che lavora per fornire una serie di progetti volti a risolvere problemi idrici nella città scozzese. L’ultimo modello sviluppato prevede il primo schema europeo di “canale intelligente”, che utilizza modelli computerizzati avanzati per il canale Forth and Clyde (vecchio di 250 anni) per mitigarne il rischio di inondazioni. Il progetto mira a creare una Sponge City nel nord di Glasgow, capace di assorbire passivamente, pulire e utilizzare poi l’acqua piovana raccolta in modo utile.

Altro modello interessante e che ha anche vinto prestigiosi premi ambientali è lo Sponge Park” di West Gorton Community di Manchester. Il parco ha le dimensioni di tre campi da calcio e fa parte di un programma di rigenerazione della durata di dieci anni per lo sviluppo dell’area. Particolarità di questo Sponge Park sono l’uso diffuso di piante amanti dell’acqua e caratteristiche di progettazione che aiutano a catturare l’acqua in eccesso dalle strade vicine e rallentare la velocità con cui defluisce negli scarichi. Ci sono inoltre Swales, delle trincee con vegetazione acquatica che immagazzinano acqua e giardini pluviali, che vivono con il ristagno dell’acqua. Un parco nato dalla sponge city e che ha lo stesso fine di impreziosire l’utilizzo dell’acqua piovana.

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Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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