Uno dei segnali più evidenti del cambiamento climatico in atto è la carenza idrica. In Italia l’inverno che tra qualche settimana si concluderà è stato uno dei più secchi degli ultimi anni. Secondo differenti fonti il dato relativo alle precipitazioni di questa stagione invernale colloca questo trimestre al sesto posto nella serie storica (oltre 60 anni di rilevamenti). I dati più evidenti degli ultimi mesi si sono registrati nel Nord Italia.

Questa carenza idrica ha portato il più importante e grande fiume italiano, il Po, ai minimi livelli. Questi di solito erano raggiunti in piena estate. Nella stessa situazione sono praticamente quasi tutti i fiumi del settentrione e anche i bacini i laghi non ne escono indenni. Mentre i più grandi risultano ridotti, alcuni sono addirittura scomparsi. Ne è esempio lampante il lago di Ceresole, in Piemonte, cancellato dalla siccità.

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Stesse precipitazioni in periodi differenti

La carenza idrica però non è causata, come si potrebbe pensare dalla mancanza di precipitazioni, ma dalla distribuzione di esse. In pratica, almeno in Italia la media di pioggia e neve non è cambiata negli ultimi anni, ciò che si è modificato è il periodo di tempo in cui le precipitazioni avvengono. Un esempio pratico: le piogge che di solito cadevano in un mese, ora possono cadere in poche ore o giorni. Questa incostanza porta a due enormi problemi: siccità e alluvioni. Anche se la tendenza non sembra poter cambiare nel breve periodo, esistono e si stanno studiando sempre nuovi metodi per evitare l’impatto di questi fenomeni devastanti.

La “città spugna” soluzione per ogni carenza idrica

La prima soluzione è quella delle città di spugna che riescono a mitigare i problemi di inondazioni, raccogliere acqua e ridurre le morti per calore. Da anni ormai la Cina studia come controllare il clima e infatti un esempio concreto è la città cinese di Zhuhai. La città ha una delle aree più popolese al mondo, con tutto quello che ne deriva. Nel 2014 il governo cinese decise di promuovere il progetto di “città spugnosa”. Questo ha comportato la trasformazione delle superficie dure (come strade e marciapiedi) in superficie permeabili, permettendo quindi al suolo di assorbire, filtrare, purificare e immagazzinare l’acqua e poi rilasciarla quando serve.

A Zhuhai oltre un quarto della città è stata resa una spugna. Infatti la metropoli può vantare pavimentazione porosa in mattoni o cemento, strade porose in asfalto, tetti verdi, bordi verdi, bacini di bio-ritenzione, stagni, zone umide di acqua piovana, acquitrini erbosi e zone cuscinetto di vegetazione. Questo ha reso nota Zhuhai anche come forestale. Oltre a prevenire la carenza idriche, queste accortezze aiutano a combattere il caldo estremo che uccide.

Secondo una stima, nel solo 2020, in tutta Europa il caldo ha causato 6.340 morti in più in Francia, Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito. Differenti studi effettuati dimostrano che l’adozione di infrastrutture porose possono abbassare la temperatura tra i 12 e 20 gradi Celsius. Oltre a prevenire la carenza idrica e abbassare la temperatura, le città spugna sono in grado di fornire anche vantaggi finanziari, istituzionali e sociali.

Attualmente solo in Cina questa innovazione urbanistica è stata effettuata su scala cittadina. Infatti altrove, anche in Europa si sono progettati delle parti di viali o quartieri.

Carenza idrica e inondazioni rimedi innovativi

Esempio di architettura ecologica e sostenibile.

Più raccolti anche con carenza idrica

In una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Plants, alcuni scienziati hanno utilizzato processi di manipolazione genetica per aumentare un enzima che già esiste all’interno della pianta del tabacco, introducendo una proteina da alcune alghe. Questa modifica aumenterebbe notevolmente la loro capacità di convertire l’energia luminosa in energia chimica: una fotosintesi evoluta. In sostanza le piante transgeniche hanno bisogno di molta meno acqua per produrre raccolti più floridi. Per il momento gli studiosi dell’Università dell’Essex a Colchester (UK) l’hanno sperimentato sulle piante di tabacco, ma l’obiettivo è di estenderlo anche ad altre colture.

Una soluzione che oltre a risolvere il problema della carenza d’acqua sempre più attuale in varie parti del mondo, risponderebbe anche al costante aumento della popolazione mondiale. “Questo significa che dobbiamo coltivare sempre più cibo” ha dichiarato Patricia Lopez-Calcagno co-autrice della ricerca. Una soluzione genetica che però non porterà, almeno per il momento giovamenti all’Europa. Infatti la Commissione europea non ha in programma cambiamenti riguardo al divieto di utilizzo degli organismi geneticamente modificati (OGM).

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Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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