L’economia circolare è definita dal Parlamento Europeo: “un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.” I materiali di ogni merce da buttare, quando possibile, si riusano attraverso il riciclo così da diventare risorsa piuttosto che scarto. L’economia circolare è in contrasto con quella lineare, da cui provengono prodotti non riutilizzati: questo modello si basa esclusivamente sulla logica del profitto.

Secondo i dati del Parlamento Europeo, l’UE produce più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno e nel 2020 le esportazioni di rifiuti verso Paesi come Turchia, India ed Egitto hanno raggiunto i 32,7 milioni di tonnellate. Il resto va in discarica e viene smaltito attraverso gli inceneritori. Questo aiuterebbe a tagliare le emissioni di CO2 e ridurrebbe i rifiuti al minimo, di conseguenza la società diventerebbe sostenibile dal punto di vista ambientale e libera da sostanze tossiche. Lo scopo dell’economia circolare è realizzare un mercato europeo di prodotti sostenibili ed efficienti dal punto di vista delle risorse, non solo stimolando la crescita economica, ma creando anche nuove opportunità di lavoro in ogni settore compreso nell’attualizzazione del progetto.

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Che cosa fa l’UE per l’economia circolare

La crisi attuale ha evidenziato il bisogno di attuare il modello di economia circolare. La pandemia e la ripresa economica hanno comportato l’uso di grandi quantità di risorse e materiali, con conseguenze che l’ambiente non riuscirà a sopportare a lungo. Così l’Unione Europea ha fissato per il 2050 l’obbiettivo di rendere più sostenibili produzione e stile di vita dei cittadini attraverso il Green Deal, una strategia formata da diverse misure, tra le quali la responsabilizzazione dei consumatori, nuove regole sugli imballaggi e la riduzione della quantità di sostanze pericolose nei rifiuti e nei processi di produzione.

Secondo il Rapporto sull’economia circolare della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, nel 2020 il tasso di utilizzo circolare della materia nell’Unione Europea è stato pari al 12,8%, che non è abbastanza per raggiungere l’obbiettivo annuale prefissato ma c’è una buona notizia: l’Italia è arrivata al 21,6% con una quota di riciclo complessiva del 68%, conquistando così il primo posto tra i Paesi europei insieme alla Francia.

Che cosa può fare ogni cittadino

Tutte le fasi della catena del valore, cioè l’insieme di processi che trasformano una materia prima in prodotto commercializzabile, sono coinvolte per la realizzazione completa dell’economia circolare: dalla progettazione alla distribuzione, alla fruizione da parte del consumatore.

Le persone hanno iniziato a sentire ansia per la crisi climatica e per la salvaguardia dell’ambiente e ognuno può aiutare avendo più consapevolezza dei propri acquisti e comprando meno. I prodotti usati determinano lo stile di vita di una persona, soprattutto se riguardano alimentazione, vestiti e igiene: perché siano sostenibili bisogna assicurarsi che siano composti di materiali naturali, che rispettino l’etica manifatturiera e preferibilmente realizzati nel territorio.

Lo smaltimento dei rifiuti è essenziale per favorire l’economia circolare, tutti i cittadini possono fare attenzione partendo dalla raccolta differenziata, sapendo che tutti i materiali una volta usati possono avere un’altra vita. La regola delle 3 erre facilita la missione: ridurre, riutilizzare e riciclare sono il mantra per limitare l’impatto ambientale nella vita quotidiana.

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Alice Pietrella

Alice Pietrella

Sono una webmaster freelance specializzata nella realizzazione siti web con codice CSS ( webopera.it )e un'aspirante giornalista iscritta al percorso dell'associazione italiana di giornalismo costruttivo. Scrivo di Italia e società nei settori del Made in Italy e dello spettacolo. Visita il mio sito web: alicepietrella.it

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