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Percorso nascita in Italia, aspetti positivi e criticità dell’assistenza

Il 90% delle donne italiane promuove il percorso nascita affermando di aver ricevuto una buona assistenza durante la gravidanza, durante il travaglio, il parto, nel periodo post-natale e nel rientro a casa. Le neo-mamme elogiano i professionisti sanitari definendoli rispettosi e dignitosi nei modi di fare, ma criticano l’assistenza e le informazioni ricevute rispetto ai cambiamenti d’umore e alla salute mentale, sia prima che dopo il parto.

Questo è quanto emerge da un’indagine svolta tra maggio e ottobre 2022 dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute mentale (Cnapps) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ha dato il via al progetto “Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi 1000 giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati“.

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Tale progetto, promosso e finanziato dal Ministero della Salute, ha coinvolto 3.642 mamme italiane e si è concluso a maggio 2023, favorendo un’importante raccolta dati sulla qualità percepita durante il percorso nascita da parte delle donne che partoriscono, sulla promozione della salute mentale materna dalla gravidanza al periodo post-natale e sul supporto alla genitorialità da parte dei professionisti e dei servizi socio-sanitari.

Percorso nascita in Italia: la qualità dell’assistenza

L’indagine si è svolta tra maggio e ottobre 2022 e ha coinvolto 16 punti nascita di secondo livello su territorio nazionale, noti per le buone pratiche assistenziali. Durante lo studio, sono stati somministrati due questionari a 3.642 donne italiane con età media di 34 anni, il 50% laureate e il 73% lavoratrici.

Su una scala da 0 a 10, i punteggi ottenuti per le varie fasi di assistenza durante il percorso nascita sono stati: 8,4 per l’assistenza in gravidanza, 9 per l’assistenza al parto, 7,7 per l’assistenza nel ricovero post-parto e 8,3 per l’assistenza a domicilio nei primi tre mesi dopo il parto. L’assistenza offerta dal consultorio familiare e dall’ospedale, sia in gravidanza che durante il parto, ha ricevuto un punteggio di 8,8.

In merito all’assistenza a domicilio, l’85% delle donne, sottoposte alla visita dell’ostetrica a casa, ha dichiarato di aver ricevuto indicazioni chiare, utili e appropriate. Tra le criticità emerse, il 32% delle mamme italiane ha riferito di non aver potuto scegliere il tipo di assistenza alla gravidanza e al parto, mentre le donne con difficoltà economiche hanno lamentato esperienze negative durante tutto il percorso nascita.

Foto di Janko Ferlic da Pexels

La salute mentale delle donne italiane nel periodo perinatale

Lo studio si è svolto attraverso due indagini online, rivolte ai clinici, con l’obiettivo di individuare le buone pratiche per la promozione e la tutela della salute mentale delle donne italiane durante il periodo che intercorre tra l’inizio della gravidanza e la fine del primo anno dopo il parto, definito anche perinatale.

Alla prima indagine hanno partecipato i professionisti sanitari di 144 consultori familiari distribuiti in tutta Italia. Il 55% di questi servizi offre alla donna, una valutazione del suo stato emotivo e della sua salute mentale durante la gravidanza che, nel 90% dei casi, si traduce in una raccolta di informazioni utili a definire sia il rischio di sviluppare una depressione perinatale, sia la possibilità di intraprendere un percorso di counselling e di supporto psicologico.

La seconda indagine ha coinvolto i professionisti sanitari di 127 Dipartimenti di salute mentale a livello nazionale. Dallo studio è emerso che solo il 58% di queste realtà offre un servizio di counselling, prima del concepimento, alle donne con disturbi mentali diagnosticati che desiderano un figlio. Nel 70% dei Dipartimenti coinvolti c’è carenza di un percorso dedicato, di piani di cura specifici e di interventi diagnostico terapeutico assistenziali.

Il supporto ai genitori

Gli studi sul supporto alla genitorialità hanno previsto l’utilizzo di workshop rivolti agli specialisti socio-sanitari esperti nelle cure primarie dell’area educativa e ai pediatri di libera scelta, con l’obiettivo di rilevare i loro livelli di conoscenza, di attitudine e di pratica rispetto alla prevenzione della salute del bambino e dei suoi genitori nei primi due anni di vita.

Tali workshop hanno permesso di approfondire interventi e programmi sulla promozione dell’allattamento e dell’alimentazione, sulla protezione dall’esposizione ad alcol e fumo, sulla promozione dell’accesso ai servizi e della lettura precoce in famiglia, sulla protezione dagli schermi e sul contrasto alle disuguaglianze.

Dalle indagini è emerso che il 90% dei soggetti coinvolti manifesta una buona attitudine alle aree indagate. Le criticità riscontrate riguardano l’uso di alcol in gravidanza, la sicurezza in auto, la posizione in culla e la tutela della salute mentale.

Rispetto alla pratica clinica, oltre il 40% dei partecipanti ha dichiarato di non informare sempre i genitori sui rischi da assunzione di alcol durante l’allattamento, mentre il 45% raramente ha informato le famiglie sui rischi da fattori ambientali e sulla possibilità di accedere ai servizi territoriali, compreso quello psicologico.

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