Le donne italiane diventano mamme, in media, all’età di 33 anni e ricorrono sempre di più al parto con taglio cesareo, al contempo si rafforza la presenza dei papà in sala parto: dal 90% di 5 anni fa al 95,4% nel 2021. Questo è quanto emerge dal report annuale del Ministero della Salute sul certificato di assistenza al parto (CeDAP).

L’indagine riguarda i parti avvenuti nel 2021 in 364 punti nascita pubblici, equiparati e privati accreditati e ha lo scopo di fornire informazioni aggiornate sia rispetto al contesto demografico, evidenziando infatti un calo delle nascite in tutto il Paese, sia in merito al luogo e al momento stesso del parto, alle indagini diagnostiche in gravidanza e alle caratteristiche delle neo-mamme.

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Mamme italiane: cesarei in calo, aumento delle indagini diagnostiche in gravidanza

A livello nazionale l’88% delle mamme italiane partorisce negli istituti di cura pubblici ed equiparati, in particolare in quelli con “alti volumi di attività” ovvero con più di mille parti ogni anno, l’11,4% lo fa in case di cura e lo 0,2% in altre strutture di assistenza.

Il 63,25% delle nascite avviene in modo spontaneo e nel 95,4% dei casi in sala parto è presente anche il padre del bambino, mentre il 31,20% delle donne ricorre al taglio cesareo, che è molto frequente in case di cura accreditate e strutture che registrano meno di 500 nascite all’anno. Tuttavia, il report stesso preannuncia una progressiva diminuzione del fenomeno.

Risulta in costante aumento il numero di indagini diagnostiche effettuate durante la gravidanza, utili a riconoscere precocemente e prevenire eventuali malformazioni del bambino o malattie genetiche: a livello nazionale vengono svolte più di quattro visite di controllo nel 91% delle gravidanze e più di tre ecografie nel 75,9% dei casi, valori raccomandati dai protocolli di assistenza alla gravidanza del Ministero della Salute.

I dati del Ministero della salute sul CeDAP: caratteristiche delle madri

Nel 2021 il 19,9% delle neo-mamme non è di nazionalità italiana: nel 28% dei casi proviene dall’Africa, nel 21,4% dall’Unione Europea, il 19% è di origine asiatica, mentre l’8,7% sudamericana. Questo si verifica, soprattutto, nelle regioni del Paese con più affluenza di cittadini stranieri, come quelle del Centro-Nord, dove oltre il 26% dei parti riguarda donne non italiane. L’età media delle mamme italiane è di 33 anni, mentre scende a 31 quella delle cittadine straniere che partoriscono mediamente il 1° figlio a 29 anni.

Il livello di istruzione delle mamme può influenzare il loro accesso ai servizi e le strategie di assistenza verso il feto o il neonato: il 42,4% delle donne che hanno partorito nel 2021 presenta un livello di scolarità medio-alto, il 23,4% un livello medio-basso e il 34,2% ha conseguito una laurea. Rispetto alla posizione lavorativa l’indagine riporta che il 57,7% delle mamme italiane ha un lavoro, il 25,8% è casalinga e il 16,5% disoccupata o alla ricerca della prima occupazione.

Infine, rispetto al numero di aborti spontanei avuti nelle gravidanze precedenti risulta che, a livello nazionale, nel 79,85% delle donne non si è verificato nessun aborto spontaneo, nel 17,73% si parla di uno o due aborti spontanei e nel 1,27% ci sono stati più di due aborti spontanei.

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Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

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