Il cordone ombelicale, o meglio il sangue che rimane nella placenda e nel cordone stesso dopo il parto, rappresenta per la salute una ricchezza eccezionale, in quanto contiene cellule staminali emopoietiche in grado di produrre continuamente globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

Inoltre, è una risorsa preziosa per la cura di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario, come le leucemie, i linfomi, alcune forme di talassemia, tra cui rientra l’anemia mediterranea e altre malattie.

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Essere informati sulla donazione e la procedura di conservazione del sangue del cordone ombelicale è fondamentale, in quanto, rappresenta una una grande possibilità di cura per chi è affetto da gravi malattie.

Cordone ombelicale: ecco come viene usato il sangue

Il sangue cordonale è una risorsa alternativa di cellule staminali emopoietiche, cioè quelle prodotte nel midollo osseo e hanno la caratteristica di riprodursi e, come detto in precedenza, sono un valido aiuto nella cura di alcune malattie anche gravi, là dove le cure convenzionali non hanno grande successo.

In sostanza, questo può essere utilizzato sia per trapianti autologhi, cioè quando il donatore è il destinatario delle cellule raccolte, oppure allogenico, il ricevente ottiene le cellule da un’altra persona, ad esempio da un familiare. Tutto questo perché il sistema immunitario dei neonati è ancora poco maturo rispetto a quello dell’adulto.

La donazione è gratuita e il prelievo è privo di rischi

Per una futura mamma, la prassi da seguire per donare il sangue cordonale è abbastanza semplice, basta informarsi e dare il proprio consenso all’ostetrica che seguirà il parto. Si tratta, di una donazione del tutto gratuita ed è compresa nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale. La procedura del prelievo è priva di rischi sia per mamma che per il nascituro e avviene successivamente al parto, in modo tale che il neonato è messo in piena sicurezza.

Dopo la puntura del cordone ombelicale da cui si estrae il sangue, si valuta il un numero adeguato di cellule e si congela, in seguito viene inviato alla banca che conserva i campioni. Chiaramente, non tutte le unità raccolte possono essere conservate per i trapianti, poiché devono rispondere a determinate caratteristiche qualitative e quantitative utili per tale scopo.

Banche di sangue cordonale

In Italia, le banche per conservare il sangue del cordone ombelicale sono 18 e sono distribuite in 13 regioni, presso gli ospedali pubblici o privati convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale. Le banche private sono vietate, ma si può esportare il proprio cordone ombelicale in strutture private straniere.

Oggi, sono ancora pochi i neo-genitori che affidano il cordone ombelicale alle banche preposte, ma è importante che aumenti questa sensibilità perché il loro gesto può davvero salvare molte vite, in primis quella del neonato, nel caso in cui presenti delle patologie come quelle citate in precedenza oppure a un suo familiare se questo è malato.

Come riporta la Fondazione Veronesi, il Centro Nazionale del Sangue ha dichiarato che nel 2022 le donazioni sono state meno di settemila, equivalenti al 2,8%, mentre prima della pandemia il livello si attestava al 3,8%. A far declinare le donazioni influiscono anche le minori nascite, per il secondo anno consecutivo sotto il numero di 400.

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Mina Del Nunzio

Mina Del Nunzio

Mina Del Nunzio, laureata in scienze della comunicazione e dell'informazione con master in copywriting. Lavoro come blogger e copywriter aziendale. Collaboro con buonenotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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