Secondo i dati Istat, in Italia circa il 22% degli Italiani ha una disabilità. In questa percentuale lo 0,9% ha una pluridisabilità, e un’ampia fetta della medesima percentuale, ovvero il 18%, è cieco o ipovedente. C’è però un dato positivo che emerge da una ricerca condotta nel giugno 2025 da AstraRicerche per la Lega Del Filo d’Oro: cresce il numero di chi sceglie di sostenere gli Enti che si occupano di assistenza alle persone con disabilità motorie, cognitive e sensoriali.
Se da un lato cresce il sostegno verso le disabilità, anche grazie alle associazioni di volontariato, d’altro canto però, in molti casi non sembra esserci una buona consapevolezza sulle loro caratteristiche specifiche, come ad esempio per quanto riguarda le alterazioni visive. In modo particolare si conosce poco l’ipovisione, le sue cause e in cosa si distingue rispetto a chi non vede totalmente. Anche per quest’ultima condizione si ha difficoltà a comprenderla, perciò, di seguito, andiamo ad analizzare le differenze, le varie cause e cosa la ricerca sta facendo a riguardo.
La differenza tra cieco e ipovedente
Per comprendere al meglio la differenza tra un cieco e un ipovedente è necessario un chiarimento. L’acuità visiva è la capacità dell’apparato visivo di percepire e distinguere i dettagli di un oggetto, e viene considerata normale quando è di 20/20 (o 10/10, a seconda della scala di riferimento). Quindi cosa significa essere ipovedente? Significa avere un’acuità visiva inferiore a 3/10 o un campo visivo ridotto, ma si riesce ad utilizzare il residuo visivo. Importante sottolineare che questa condizione non può essere corretta con occhiali.
Cosa significa essere cieco? Quando svolgono attività di sensibilizzazione, è una domanda che spesso pongono le associazioni di volontariato. Secondo l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) si definisce cecità l’acuità visiva inferiore a 1/20. Quindi una persona cieca non distingue sagome o oggetti ma, in alcuni casi, può percepire la luce o il buio. In altri casi il soggetto non ha nessuna percezione, è come se non avesse del tutto l’apparato visivo.
In Italia, la legge n. 138 del 2001 ha introdotto un nuovo parametro per la cecità: la visione periferica (la misura del campo visivo completo). Questa legge identifica 5 classi di minorazione visiva: cecità totale, cecità parziale, ipovisione grave, ipovisione medio-grave, ipovisione lieve.
L’avanzamento della ricerca avviene anche grazie alle fondazioni
Esistono varie associazioni di volontariato e fondazioni come la Lega Del Filo d’Oro che si occupano di sostenere la ricerca per persone con disabilità. Non è sempre facile trovare delle cure per alcune condizioni come per chi è ipovedente o sordocieco. Ma per questi ultimi si sta portando avanti una ricerca sperimentale che, sembra essere promettente.
Somministrata per la prima volta al mondo presso la clinica oculistica dell’Università degli Studi della Campania, “Luigi Vanvitelli” di Napoli, tramite la fondazione Telethon. Si tratta di una terapia genica sperimentale per una rara malattia ereditaria dell’occhio, associata a sordità: la sindrome di Usher di tipo 1B. Il trattamento ha portato, nei soggetti a cui è stato somministrato, un’interruzione della degenerazione genetica limitando così la perdita di vista e udito, portando a un graduale miglioramento della vista.
Può recuperare la vista un cieco?
In Italia possiamo annoverare alcune novità quanto a patologie retiniche che causano la cecità. Grazie anche al sostegno della ricerca di tanti enti e associazioni di volontariato ci sono vari studi sulla retina artificiale che potrebbero restituire, se pur in parte, la vista a un non vedente. Nel 2018, è stato fatto il primo intervento oculistico presso l’unità di oculistica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. L’operazione ha permesso al soggetto interessato, di ripristinare una parte della vista, quindi, riuscire a distinguere alcune sagome e oggetti.
Nei pazienti è impiantato un microchip, chiamato Alpha AMS, che va a sostituire la retina vera e propria. Il dispositivo è destinato a persone che hanno perso la vista durante l’età adulta, a causa di gravi malattie genetiche della retina, come la retinite pigmentosa. Esso può ripristinare la percezione della luce e delle sagome di alcuni oggetti e/o persone circostanti.
Tanti i modi per sostenere le fondazioni e le associazioni di volontariato
In Italia operano numerose associazioni di volontariato e fondazioni, tra cui la Lega Del Filo d’Oro, impegnate nel sostegno alle persone con disabilità di varia natura. È possibile contribuire alla diffusione della conoscenza sui temi legati alla disabilità attraverso la partecipazione a conferenze, la consultazione di documenti online, eventi dal vivo e attività di volontariato presso le diverse realtà presenti sul territorio. Un gesto di solidarietà può portare beneficio sia a chi lo riceve sia a chi sceglie di compierlo.

