L’indagine sulla felicità nel mondo nel 2021 si concentra sugli effetti della pandemia.

Secondo il Rapporto sulla felicità nel mondo 2021 (World Happiness Report), l’Italia guadagna tre posizioni, scalando il 25esimo posto. Al primo posto tra i Paesi più felici, la Finlandia. Il World Happiness Report è l’indagine sullo stato della felicità globale. Redatto dal 2012 dal Network per le soluzioni di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in base ai dati del Gallup World Poll, è stato presentato nella Giornata internazionale della Felicità, il 20 marzo.

Nel 2011 l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la risoluzione “Felicità: verso una definizione olistica di sviluppo” che invitava i governi a “dare più importanza alla felicità e al benessere per realizzare e misurare lo sviluppo sociale ed economico”. Secondo l’ONU misurare la felicità è un parametro per guidare le politiche degli Stati, dal momento che il PIL da solo non coglie tutti i fattori che incidono sulla qualità della vita dei cittadini. La ricerca della felicità, inoltre, è un diritto umano in quanto la felicità è un obiettivo e un’aspirazione comune a tutti gli uomini.

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Quest’anno il Rapporto sulla felicità nel mondo 2021 si concentra sugli effetti del Covid-19. Il rapporto ha perseguito un duplice obiettivo: si è concentrato sulla qualità della vita delle persone e ha descritto e valutato come i governi hanno affrontato la pandemia. In particolare, ha spiegato perché alcuni Paesi hanno fatto molto meglio di altri.

L’Italia ha visto crescere il livello di felicità nel tempo

Nonostante le difficoltà affrontate durante la pandemia, l’Italia si posiziona al 25esimo posto, dimezzando la distanza dal vertice in soli cinque anni.Nell’arco di cinque anni l’Italia è passata dal 50esimo al 25esimo posto, quindi qualcosa di profondo sta accadendo. Io penso che forse ci sia una nuova consapevolezza degli italiani, anche a causa della crisi, poiché gli italiani esprimono più solidarietà tra loro nei momenti di difficoltà”, dichiara l’industriale Andrea Illy. La Fondazione Ernesto Illy, la Illycaffè e il Gruppo Davines sono tra i sostenitori in Italia del Report sulla felicità nel mondo 2021.

Tuttavia, a differenza di altri Paesi, la risposta al virus in Italia è stata insoddisfacente. Questo, secondo il rapporto, è dovuto principalmente a una scarsa adesione dei cittadini alle misure richieste e anche ai pochi controlli durante il lockdown.

I Paesi con le strategie anti Covid di successo hanno una popolazione con un’alta fiducia nelle istituzioni pubbliche

Il Rapporto sulla felicità nel mondo 2021 ha chiesto agli intervistati il proprio livello di felicità, incrociato con il Pil e le valutazioni sul solidarietà, libertà individuale, salute e corruzione. Per misurare il livello di felicità ha preso in esame tre indicatori principali: valutazione della vita, emozioni positive ed emozioni negative. Le emozioni sono cambiate più della soddisfazione di vita durante il primo anno di Covid, peggiorando durante il lockdown e recuperando rapidamente una volta finito. A livello mondiale non c’è stato alcun cambiamento generale per le emozioni positive, ma c’è stato un aumento di circa il 10% nel numero di persone che si sono dichiarate preoccupate o tristi.

La fiducia è il principale fattore per le valutazioni della vita, soprattutto di fronte alle crisi. Infatti i Paesi con le strategie di successo anti Covid hanno una popolazione con un’alta fiducia nelle istituzioni pubbliche. “Le istituzioni pubbliche fidate hanno avuto maggiori probabilità di scegliere la strategia giusta e di far sì che le loro popolazioni sostenessero le azioni richiestesi legge nel rapporto. “Per esempio, il tasso di mortalità del Brasile era di 93 su 100.000, più alto di quello di Singapore, e questa differenza poteva essere spiegata dalla differenza nella fiducia pubblica”.

Oltre alla fiducia pubblica c’è anche la fiducia sociale. Secondo il Rapporto sulla felicità nel mondo 2021, si è più felici se ad esempio si smarrisce il portafogli e ci si aspetta di ritrovarlo grazie ai vicini o agli estranei. Si stima che questa felicità sia più importante della felicità del reddito, della disoccupazione e della salute.

Le persone di tutto il mondo hanno dimostrato resilienza e felicità

L’effetto peggiore della pandemia sono stati i 2 milioni di morti per Covid nel 2020. Un aumento di quasi il 4% nel numero annuo di morti in tutto il mondo rappresenta una grave perdita di benessere sociale. Ma c’è stata una sorprendente resilienza nel modo in cui le persone valutano le loro vite in generale. Infatti, nonostante il Covid, la differenza della felicità nel mondo tra il 2017-2019 e il 2020 non è sufficiente a modificare la classifica in modo significativo. Infatti confrontando le classifiche per i periodi 2017-2019 e per il 2020, gli stessi Paesi rimangono al vertice.

I Paesi europei occupano nove dei primi dieci posti nell’elenco dei luoghi più felici del mondo, con la Nuova Zelanda a completare il gruppo. I primi dieci Paesi sono Finlandia, Danimarca, Svizzera, Islanda, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Lussemburgo, Nuova Zelanda e Austria. Per il quarto anno consecutivo la Finlandia è al primo posto nella classifica sulla felicità nel mondo nel 2021. Secondo il rapporto, questo è da attribuire principalmente alla fiducia della popolazione nei confronti della propria comunità. Gli Stati Uniti, che erano al 13esimo posto cinque anni fa, sono scivolati al 14esimo posto.  

I dati del sondaggio mondiale Gallup sono confermati per l’Europa dai sondaggi Eurobarometro separati, i sondaggi d’opinione rivolti ai cittadini dell’Unione Europea, e da diversi sondaggi nazionali. Tra questi il rapporto annuale BES, pubblicato ogni anno dall’Istat. Il rapporto dà una visione d’insieme più completa, rispetto ai soli indicatori economici, delle reali condizioni della popolazione italiana. Gli indicatori del Benessere equo e sostenibile (BES) sono infatti 12 indicatori che misurano il benessere, tra i quali la salute, l’ambiente, la sicurezza, l’istruzione.

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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