Arte, riqualificazioni e festival per frenare la migrazione dei giovani dai paesini alle città. Questi sono i progetti di cui si occupa TRE60lab, un’associazione siciliana.

TRE60lab è un’associazione di giovani che nasce a San Marco d’Alunzio, un piccolo paese della Sicilia, nel cuore dei Nebrodi. Il paese è ricco di storia: da colonia Magno Grecia, ad imponente centro cristiano; oggi vive quel climax discendente, cui molti piccoli centri sono destinati ad interfacciarsi: la migrazione dei giovani verso grandi città.

Nel 2015 un gruppo di ragazzi, innamorati della loro realtà e delle loro tradizioni, consapevoli però che, solo proiettandosi verso il futuro sarebbe stato possibile riqualificare queste aree, ha iniziato a organizzare eventi. Ad oggi, questa idea ha portato a una valorizzazione dei contesti urbani e alla realizzazione di festival e progetti per attirare i giovani e non solo.

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Quotidianità ed eventi per rilanciare le aree urbane e coinvolgere i giovani a non migrare in città

Alessandro Arena, giovane vicepresidente dell’associazione, in un’intervista online a Buonenotizie.it, ci racconta di come il loro sogno stia trasformando concretamente queste realtà.

“Credo nel passato e nella storia dei nostri paesi – racconta Alessandro – ma sono convinto che solo dando un’idea di contemporaneità si possa davvero far rivivere il passato e proiettarsi verso il futuro. I nostri paesi stanno inevitabilmente vivendo un processo di abbandono da parte dei più giovani che, migrando verso le città, creano un vuoto e la morte dei centri rurali. L’idea, quindi, è stata quella di organizzare degli eventi che rendessero contemporanei questi centri urbani: decentrando l’attenzione dalle vie principali e portando gli abitanti e i visitatori nelle zone meno note, stiamo facendo scoprire la bellezza e le potenzialità di queste aree.  

Ogni luogo è simbolo del Paese in cui ci si trova. Il paradosso è che questi posti non vengono vissuti, la quotidianità si disperde e la migrazione dei giovani in nuove aree diventa inevitabile. Non è stato facile: si devono fare i conti con delle realtà a volte titubanti e sospettose, ma con la simpatia e la positività, stiamo coinvolgendo sempre più persone. Fra i progetti per valorizzare dei centri storici, c’è l’idea di far rivivere gli spazi urbani con eventi mirati. Prendiamo ad esempio un antico frantoio abbandonato. Sarebbe molto costoso rimetterlo in sesto, ma questo può diventare un luogo in cui promuove prodotti bio o creando dei network con zone simili; facendo così si può dare la possibilità agli abitanti della zona di non migrare, di far comprendere ai più giovani che si può creare un lavoro, sfruttando questa nuova prospettiva”.

Un’onda che si propaga con i social: giovani, artisti e sindaci per una nuova occasione

Per valorizzare queste aree, le campagne sui social e i passaparola sono stati fondamentali. Il successo di questi progetti è la grande attenzione da parte dei giovani, degli artisti e dei sindaci che credono nelle potenzialità dell’associazione siciliana.

“Una delle cose più sorprendenti – continua Alessandro – è che anche i ragazzi dei paesi vicini si stanno avvicinando a noi, partecipando con entusiasmo. Si organizzano eventi ora in una località, ora in un’altra. Io arrivo da Catania, ma sono sempre stato affascinato dai paesi che puntellano i Nebrodi. Negli ultimi anni ho vissuto in ben 5 paesini, dando vita a eventi e imparando alcuni mestieri, come fare il pane per esempio, e vivendo una migrazione inversa: dalla città al paesino. 

In questi anni abbiamo organizzato un festival chiamato Radica-l’arte di appartenere alla visione contemporanea della storia. Il festival ha portato a San Marco alcuni artisti che, appassionatisi, hanno realizzato alcune opere. Fra queste è stata donata una panchina, realizzata con il marmo rosso delle cave della zona, a opera di Leonardo Cumbo; l’opera, intitolata “Ghiaccio rovente”, è diventata uno spazio legato alla quotidianità e alla collettività. Ogni giorno nonni, bambini, giovani sposi, si siedono, giocano, scattano selfie e toccano questo esempio di arte per tutti.

Musica, riqualificazione e arte per frenare la migrazione dei giovani @TRE60lab

La riqualificazione è quindi fra i nostri primi focus. Nel borgo di San Salvatore di Fitalia, abbiamo trovato molti garage in stato di abbandono. Chiedendo agli abitanti del posto quanti garage ci fossero, nessuno sapeva darci una risposta: questo perché non raccontavano nulla del passato del paese. Grazie alla benevolenza del sindaco, abbiamo avuto un’idea: ri-valorizzarli. Il sindaco ha così proposto ai cittadini di ritinteggiare gratuitamente, con delle opere d’arte, i garage. Noi non siamo artisti, ma con l’aiuto dei grafici, abbiamo realizzato degli stencil, ridipinto e decorato i garage, creando un dialogo fra i cittadini e l’arte. Come un effetto domino, tutti hanno voluto partecipare all’iniziativa, e ora stiamo lavorando per rendere tutti i garage parte di questo progetto”.

La migrazione da contenere partendo da una nuova visione del bello

Solo quando il proprio luogo diventa parte di un tutto, si può tornare ad apprezzarlo, riducendo la migrazione verso i centri più grandi e ripopolando i paesi di giovani. Grazie a questi eventi e proposte, i piccoli paesini dei Nebrodi stanno cambiando il loro aspetto, ma anche la loro relazione con i più giovani.

Oltre ad Alessandro, altri ragazzi si stanno impegnando per organizzare più attività, coinvolgendo sempre più persone. Gabriele, il presidente, Irene e Marika, sono alle prese con la creazione del nuovo Radica: fronteggiando le limitazioni del Covid, proporranno una nuova formula, che renderà ancora più spettacolare l’edizione che verrà svolta nell’estate 2021.

Rimaniamo quindi sintonizzati, sugli sviluppi che questi giovani stanno portando in giro per le aree siciliane, ammirando la loro dedizione e l’amore per la loro terra.

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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