Netflix, Disney+ e  i documentari sulla crisi climatica sono considerati attendibili più dei telegiornali. Lo rivela uno studio di Oxford su come si accede alle informazioni sul clima.  Nell’Italia del caldo record, il rapporto delle persone con le notizie metereologiche non è diverso. Per questo sono scesi in campo mediatico i meteorologi, per ricordare che le previsioni servono a prevenire pericoli e rischi.

Estremi climatici: il rapporto delle persone con le notizie

Il 90% degli italiani controlla il meteo ogni giorno (dati Eumetra) per poi decidere come vestirsi, che cosa mangiare, se uscire o fare sport. La fiducia nella meteorologia è proporzionale al verificare con mano, qui e ora, la veridicità delle previsioni. Non funziona così per il clima, spesso confuso con il meteo o tempo.

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Esempi immediati per comprendere la differenza tra clima e meteo sono i termini utilizzati dai giornalisti come “piogge nei prossimi 3 giorni” e “caldo record”.  Il primo è una previsione meteo, il secondo è un dato climatico nato dal confronto tra temperatura rilevata e valori storici dei decenni passati.

Secondo la NOAA, Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica, l’agenzia scientifica e normativa statunitense che si occupa di previsioni, a livello globale il periodo gennaio-ottobre 2022 è stato il sesto più caldo degli ultimi 143 anni.

L’Italia del caldo record: il rapporto delle persone con le notizie

Italia due secoli di riscaldamento globale – fonte ISAC

Secondo il Cnr il 2022 per l’Italia è l’anno più caldo registrato dal 1800, con innalzamento di quasi un grado rispetto al periodo di riferimento 1991 al 2020. La città più calda è L’Aquila, con un innalzamento delle temperature di 6 gradi negli ultimi 10 anni. Sempre il 2022 segna il minimo record storico di piogge e fenomeni climatici estremi pari a 254 mm (dati rilevati fino a fine ottobre 2022).

 

L’Italia del caldo record: il rapporto delle persone con le notizie

Dati ISTAT: caldo record Italia 2021

Ma come si informano gli italiani sul clima?

Uno studio di Oxford su come le persone accedono e pensano alle notizie sui cambiamenti climatici di Craig T. Robertson pubblicato a giugno 2022, evidenzia come

Quando si tratta di notizie sul cambiamento climatico, i media spesso faticano ad attirare l’attenzione del pubblico. La storia può sembrare intrattabile, deprimente e spesso difficile da capire. È anche spesso politicizzato, con un pubblico polarizzato sull’argomento.

Il problema con il clima è che riguarda variazioni atmosferiche in un lasso di tempo troppo lungo per essere percepito nella vita quotidiana, salvo poi quando si vivono gli estremi climatici in prima persona. È quanto accaduto in Italia, colpita nei primi 10 mesi del 2022, da 254 fenomeni meteorologici estremi, il 27% in più di tutto il 2021. Per questo l’89% degli italiani pensa all’emergenza climatica come la principale minaccia alla sicurezza nazionale.

Ma come si informano gli italiani? La principale fonte di notizie climatiche in Italia e nel resto del mondo sono i documentari (39%), seguiti dalle principali testate giornalistiche (33%). Rimane impresso più un documentario su Netflix , Disney+ o un film, piuttosto che un programma dedicato in prima serata o un servizio televisivo. La crisi climatica è vissuta come un film, dalla narrazione chiara e immagini coinvolgenti e in tutti i casi lontano dalla realtà.

L’Italia del caldo record e l’effetto spettatore

Nell’Italia del caldo record, i media nell’ultimo quadrimestre hanno polarizzato l’attenzione del pubblico sugli eventi estremi come la siccità, con dibattiti e approfondimenti per sensibilizzare al surriscaldamento climatico. Ad evidenziarlo Greenpeace, che ha pubblicato i dati a novembre nella settimana  di svolgimento della Cop27.

La maggiore attenzione mediatica osservata è un segnale positivo, ma purtroppo si deve in gran parte agli impatti ormai visibili che la crisi climatica ha sul fragile territorio italiano” ha commentato Giancarlo Sturloni, responsabile della comunicazione di Greenpeace Italia.

L’Italia del caldo record: il rapporto delle persone con le notizie

Quando a catturare l’attenzione è l’eccezionalità dell’evento meteoclimatico, l’utilizzo di espressioni come “caldo record” “bombe d’acqua” “siccità eccezionale” diventano dei claim. Così l’assuefazione al linguaggio rischia di portare all’effetto spettatore, ossia ad ignorare gli alert perché non ne avverte la pericolosità.

Oggi i meteorologi sono in prima linea contro la disinformazione climatica. A ribadire il loro ruolo di educatore climatico, è la giornalista televisiva e meteorologa Serena Giacomin : “Mi piacerebbe che la meteorologia e le previsioni meteo fossero ascoltate con maggior consapevolezza. Vorrei che la comunicazione del maltempo fosse sempre in grado di ridurre l’esposizione e la vulnerabilità ai fenomeni meteo pericolosi, alle volte estremi, che accadono con sempre maggior frequenza a causa del cambiamento climatico”.

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Anna Restivo

Anna Restivo

Editor e creator freelance nel motorismo sportivo e storico.  Ho collaborazioni in F1 dal 2014, passando anche dalla Motogp, e dal 2019 in manifestazioni di auto e moto d'epoca. Mi piace raccontare il motorismo e le sue connessioni con società, arte, ambiente, creando format e progetti. Attualmente collaboro con BuoneNotizie.it, grazie al quale ho avuto l'opportunità di conoscere il giornalismo costruttivo.

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