Se dopo l’estate 2022 qualche scettico in più è riuscito a convincersi che il pianeta si stia riscaldando, l’idea della negazione del cambiamento climatico non è scomparsa e continua ad alimentarsi ogni anno con l’arrivo del freddo.

Come sono stati gli ultimi inverni in Italia?

Tra il 2006 e il 2020 si è registrata una riduzione del numero di giorni in cui la temperatura minima assoluta dell’aria è stata minore o uguale a zero gradi, con un evidente picco nel 2014.

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riduzione giorni con gelo

Fonte: Ispra

Alla riduzione del numero dei giorni con gelo si accompagnano altri fenomeni come lo scioglimento dei ghiacciaiTra il 1995 e il 2020 per i principali corpi glaciali italiani, le perdite di acqua equivalente vanno da un minimo di 19 metri (Basodino) ad un massimo di 42 metri (Caresèr), per una perdita di massa media annua pari a oltre un metro di acqua equivalente.

scioglimento ghiacciai alpini

Fonte: Comitato Glaciologico Italiano, Comitato Glaciologico Trentino SAT, Meteotrentino, Dip. Ingegneria Civile e Ambientale Università di Trento, Museo delle Scienze di Trento, Dip.ti TeSAF e Geoscienze dell’Università di Padova Società Meteorologica Italiana; G. Kappenberger; Comitato Glaciologico Italiano, Ufficio idrografico della Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige 

A questo quadro si aggiungono gli eventi catastrofici che, se sottovalutati, nonostante le maggiori tecnologie oggi a nostra disposizione, non lasciano spazio a una prevenzione efficace.

Dunque, uno scenario poco incoraggiante ma non ancora abbastanza grave per convincere le vecchie generazioni, che si lasciano però sedurre da titoli (fuorvianti solo ad una lettura superficiale) su condizioni meteorologiche come le ondate di freddo record. Il gelo che sta colpendo la costa orientale degli Stati Uniti è l’esempio perfetto per chi porta avanti la tesi sulla negazione del cambiamento climatico.

Comunicare bene il meteo per confutare la negazione del cambiamento climatico

Comunicare bene il meteo è una questione sempre più delicata. Chiunque sia del mestiere ha ben presente la differenza tra clima e meteo. Il primo è il frutto di osservazioni di lungo periodo (almeno 30 anni), il secondo di breve periodo. Le condizioni metereologiche cambiano col susseguirsi delle stagioni, ma questo non basta per determinare il clima di una località. È fondamentale che questo concetto venga più volte ribadito dagli esperti, per evitare il replicarsi di episodi come quello che nel dicembre 2017 coinvolse la Casa Bianca, quando Trump ironizzò sulla necessità di “un po’ di riscaldamento globale” per difendere la costa est dal Capodanno più freddo di sempre.

teorie negazioniste cambiamento climatico

Titoli come “Freddo record” o “Uno degli inverni più freddi è in arrivo” possono incontrarsi con una certa frequenza sul web e sortire un effetto indesiderato rispetto all’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulla crisi climatica che avanza. Dietro l’uso di toni allarmistici si nasconde una superficialità di base. Trascurare la differenza tra clima e meteo rischia di innescare nel lettore la convinzione che, in presenza di inverni freddi e giornate con nevicate record, non si stia assistendo a nessun cambiamento climatico e che questi eventi estremi si siano sempre verificati nel corso della storia. Eppure, secondo un rapporto Legambiente, nei primi mesi del 2022 i fenomeni meteorologici estremi in Italia sono aumentati del 27% rispetto all’anno precedente.

Comunicare il global heating: un approccio costruttivo per superare il “paradosso climatico”

P.Espen Stoknes, politico e psicologo norvegese, parla di paradosso climatico perché, nonostante negli ultimi 20-30 anni la scienza abbia fornito modelli sempre più affidabili, il sostegno pubblico a politiche climatiche ambiziose non è ancora sufficiente.

Per lo scienziato, la soluzione alla negazione del cambiamento climatico starebbe nella comunicazione efficace. Percepiamo il riscaldamento globale come distante, lontano nel tempo e per questo fuori dalla nostra sfera di interesse. Apprendiamo dei disastri che si verificano con frequenza sempre maggiore, ma dopo un primo momento di spavento siamo portati a negarli per una forma di difesa inconscia e ci desensibilizziamo.

Serve un efficace e nuovo modo di comunicare il cambiamento climatico. Avvicinare e non spaventare, parlare di un futuro nuovo e non apocalittico, rendere di moda gli innovativi trend sostenibili.

Uno storytelling più umano e positivo nell’approccio può ambire a trasformare l’ansia apocalittica in partecipazione globale.

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Mariarita Persichetti

Mariarita Persichetti

Laureata in Management con una tesi in marketing territoriale. Viaggio, scrivo, fotografo e degusto formaggi. Su Buonenotizie.it parlo di progetti sostenibili e innovativi nel turismo, cultura gastronomica e mondo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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