L’arrivo di minori stranieri in Italia, soprattutto non accompagnati, ha registrato un rilevante incremento nell’ultimo anno. Si tratta di bambini e ragazzi che giungono nel nostro Paese senza la presenza o l’assistenza dei genitori o di altri adulti per loro legalmente responsabili. Un recente report di Openpolis analizza la capacità del sistema scolastico italiano di accoglierli.

Stranieri in Italia: i minori non accompagnati in costante aumento

L’arrivo in Italia di bambini e ragazzi in questa situazione ha registrato un costante incremento nel corso del 2022, specialmente per effetto dell’invasione russa dell’Ucraina. I dati raccolti a gennaio dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, indicava in circa 11mila i minori stranieri non accompagnati nel nostro paese. Il dato rilevato a fine novembre recita una quota superiore alle 20mila unità. Il confronto con la rilevazione del 2021 indica un incremento del 79,5%.

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Il conflitto ucraino: un dato che fa impressione

L’impennata degli arrivi nel corso del 2022 è dovuta in larga parte alle conseguenze del conflitto in Ucraina. I minori non accompagnati in fuga dal conflitto hanno reso il Paese ucraino, già a fine marzo, il quarto nella graduatoria dei luoghi di più frequente provenienza, con oltre 1.400 ingressi. Da aprile si è saliti al primo posto, con 3.906 minori sui 14mila totali. Oggi sono più di 5mila i minori stranieri ucraini non accompagnati: oltre 1 su 4 tra quelli presenti nel nostro paese.

L’accoglienza europea

Le modalità abituali di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati sono state messe sotto stress dall’arrivo improvviso di questi profughi giovani o giovanissimi. Il numero di bambini e di giovani ucraini rifugiati varia per ogni Paese europeo. Il numero più alto, nella rilevazione del maggio 2022, è registrato in Polonia (528.110). Seguono la Germania (circa 290.000), la Repubblica Ceca (70.530). Italia, Romania, Spagna e Slovacchia si attestano tra i 30mila e i 40mila ingressi.

Gli stranieri in Italia: il sistema scolastico alla prova dell’accoglienza

L’Italia, come la maggior parte degli Stati, ha promosso l’integrazione nelle classi regolari, affiancata al supporto intensivo per l’apprendimento della lingua del paese ospitante. Nel nostro Paese si registra un dato elevato: dei 38mila presenti, 27.323 ragazzi risultano iscritti nelle classi regolari. Un dato che testimonia della capacità di sostenere l’emergenza e la solidità di un modello inclusivo che anima la scuola italiana. Gli insegnanti hanno potuto spesso contare sul lavoro dei mediatori linguistico-culturali, che hanno permesso un inserimento facilitato nelle classi.

Altre modalità di accoglienza

Accanto all’inserimento in classe, il nostro Paese ha offerto un supporto per l’apprendimento a distanza, così da rispettare il modello organizzativo della scuola ucraina. Si è consentito infatti agli studenti di partecipare in diretta a lezioni o esami finali, attraverso l’utilizzo di piattaforme online, messe a disposizione dal ministero dell’educazione di Kiev. In altri casi si è consentito l’accesso a moduli di apprendimento in videoconferenza.

Inclusione scolastica e benessere personale

Le strategie per l’inclusione a scuola del resto variano da paese a paese: in Italia, come in altri nove paesi europei, le autorità hanno adottato un piano d’azione specifico per l’inclusione degli studenti migranti nel sistema di istruzione. La scuola è infatti il principale motore di inclusione, in quanto luogo di socialità e di apprendimento, con conseguenze dirette sul benessere personale. Recenti ricerche indicano, per esempio, che gli studenti della scuola primaria che non parlano la lingua di istruzione a casa segnalano un minore senso di appartenenza e più frequenti esperienze di bullismo a scuola.

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Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

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