L’incessante, quasi ossessivo, bisogno di condividere e di mostrarsi ha generato un virus tanto letale quanto quelli informatici e biologici. Si tratta del revenge porn – letteralmente porno vendetta – o, per meglio dire, “pornografia non consensuale”. Condivisione pubblica quindi di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito attraverso internet, senza il consenso dei protagonisti, per vendicarsi, denigrare, bullizzare o molestare la persona cui si riferiscono.

Una vera e propria violazione, un reato e, come tale, punibile ai sensi di legge. Nel 2019 il revenge porn è stato introdotto all’interno del Codice Rosso, legge del 2019 che tutela le vittime di violenza domestica e di genere, disciplinato dall’articolo 612 ter del Codice Penale e punibile con la reclusione da uno a sei anni con una multa da 5000 a 15.000 euro.

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Gli ultimi dati della Polizia Postale indicano che da gennaio ad ottobre 2021 si sono registrati incrementi dei reati di revenge porn superiori al 40% rispetto allo stesso  periodo dell’anno precedente. Dall’introduzione della norma al periodo di riferimento si sono verificati complessivamente 2.329 reati di diffusione non consensuale di materiale pornografico.

Le regioni in cui, in valori assoluti, si è registrato il maggior numero di violazioni sono la Lombardia, la Campania e la Sicilia. Quelle in cui se ne sono verificate meno sono la Valle d’Aosta, il Molise e la Basilicata. Rimangono predominanti le vittime di sesso femminile (incidenza del 73%), tra queste ultime l’82% risulta maggiorenne e l’87% è di nazionalità italiana.

La gogna mediatica

Un caso di cronaca che ha avuto un esito tragico è stato quello di Tiziana Cantone: dopo la pubblicazione sui social e su svariate chat di WhatsApp di video a carattere privato e sessuale, ha subito una vera gogna mediatica che l’ha condotta al suicidio.

“Divulgare o rendere pubblico ciò che appartiene al privato e che quindi dovrebbe essere riservato alla dimensione intima – spiega Francesco Tomat psicologo e psicoterapeuta –  spoglia di quelli che sono i pilastri per un sano sviluppo dell’ identità sociale e personale. Un’immagine deturpata a livello sociale rende pubblicamente vulnerabili e fa sprofondare in un senso di vergogna dal quale, a volte, non si riesce più ad uscire”.

La presenza della tecnologia a tutti i livelli è diventata pervasiva e dominante. Sembra aver modificato geneticamente la modalità di scambiare informazioni, di comunicare e di gestire relazioni. Quello stesso dispositivo elettronico, grazie al quale si riescono a mantenere contatti in tutto il mondo, in un attimo, per lo stesso motivo, si può trasformare nel più acerrimo dei nemici. Momenti intimi, ingenuamente condivisi e destinati a rimanere privati, possono diventare oggetto di tremende vendette.

“Chiunque avrà la possibilità di vedere corpi spogliati non solo dei vestiti, ma anche della dignità. Ci si sente ci si sente sporchi – continua il dottor Tomat -, traditi, violentati e alla mercé di tutti. Ci si ostina a voler vincere, a voler cancellare tutto e dimenticare, ma poco si può contro la velocità del web. Si prova un profondo senso di sconfitta ed è proprio in quel momento che risulta fondamentale la presenza della famiglia e degli amici più cari. Ricordare alla vittima di revenge porn che non è il frutto della manipolazione della sua immagine, la aiuta a rendere il suo pensiero meno ossessivo“.

Codice Rosso

Il profilo centrale del reato di revenge porn è l‘assenza del consenso della vittima alla diffusione dei video o delle immagini. Il reato di pornografia non consensuale introdotto dal Codice Rosso, punisce due gruppi di condotte individuate al primo ed al secondo comma dell’articolo 612 ter del Codice Penale. Le due condotte si differenziano sulla base delle modalità con le quali si entra in possesso delle immagini successivamente divulgate. Nel primo comma è previsto che il soggetto le abbia realizzate o sottratte alla vittima, mentre nel secondo comma è prevista l’ipotesi che la persona che persevera nella diffusione le abbia ricevute o comunque acquisite successivamente.

Il reato di revenge porn prevede delle aggravanti nel caso in cui il reato venga commesso nei confronti del coniuge separato, divorziato o di un soggetto con totale o parziale infermità psichica. Quantificare con certezza il fenomeno del revenge porn è comunque impossibile. Le vittime, molte volte paralizzate dalla vergogna e dall’umiliazione, non denunciano.

Garante della Privacy: come prevenire e contrastare il fenomeno

Sebbene le Forze dell’Ordine abbiano i mezzi tecnici e giuridici per limitare la diffusione di materiali incriminati e individuare i colpevoli, il modo più efficace per contrastare il fenomeno del revenge porn è sicuramente la prevenzione.

È necessario utilizzare adeguate misure di sicurezza che proteggono i dispositivi come password, sistemi anti intrusione e sistemi di crittografia che rendono illeggibili i file.

Nel momento stesso in cui ci si rende conto che c’è stata anche solo una condivisione di un video o una foto destinata a rimanere riservata, è opportuno chiederne immediatamente la cancellazione. La richiesta di eliminazione è un diritto fondamentale garantito dalla normativa italiana ed europea in materia di protezione dei dati personali.

Ricevere e decidere di non diffondere immagini che potrebbero essere il risultato di azioni di revenge porn, facendo, ad esempio, una segnalazione alla Polizia Postale o al Garante della Privacy, non rende complici del reato e può fermarne più rapidamente la diffusione.

Il tempismo, in reati di questo genere, è fondamentale per arginare il più possibile la diffusione di materiale illecito. E’ importante che coloro che rimangono vittime di questo abuso denuncino immediatamente poiché il reato è procedibile solo a querela sporta dalla persona offesa entro 6 mesi.

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Florinda Ambrogio

Florinda Ambrogio

Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche con specializzazione in Scienze Forensi, amo la cronaca tanto quanto la narrativa. Da sempre impegnata per portare l'attenzione sui sempre attuali temi della crescita personale. Il cassetto mi piace riempirlo fino all'orlo di sogni che sostituisco non appena diventano realtà. Aperta al cambiamento solo se porta a migliorare.

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