Nel mondo del lavoro attuale acquisiscono un’importanza crescente le cosiddette soft skill, cioè quelle abilità non afferenti alla sfera tecnica ma a quella personale. La formazione delle soft skill risulta essere più complessa e meno lineare di quella puramente nozionistica e, per ovviare a questo problema, stanno emergendo delle nuove modalità di apprendimento di queste competenze, che contemplano anche l’utilizzo di videogiochi.

Manpower, agenzia di ricerca del personale, insieme a PLB, hub milanese dedicato agli eSport e ai loro giocatori, ha dato vita a degli appuntamenti sul social Twitch, “The Skill Game“, dove analizzano l‘impatto di alcuni videogiochi molto apprezzati dai giovani sullo sviluppo delle soft skill. Da ultimo, nel 2023, il Parlamento italiano ha approvato una sperimentazione che prevedrà l’inserimento dell’insegnamento delle soft skill all’interno delle scuole della penisola.

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Cosa sono le soft skill?

Le soft skill sono abilità trasversali e interpersonali che riguardano la gestione delle relazioni, le comunicazioni e la leadership. Sono in genere abilità non tecniche, ma piuttosto personali e sociali, utili in qualsiasi tipo di lavoro o contesto. In generale, le soft skill sono considerate molto importanti per il successo professionale in quanto permettono di interagire con gli altri, cioè colleghi, superiori, clienti e network lavorativo in generale, in modo efficace, sfruttando al meglio le proprie competenze tecniche.

Gli studi e le categorie più diffuse delle competenze soft

Inoltre, le soft skill sono state oggetto di studio di diversi psicologi e sociologi e ricercatori, tra cui Daniel Goleman, che ha sviluppato il concetto di intelligenza emotiva che include competenze sociali e relazionali; Howard Gardner, che ha proposto la teoria delle intelligenze multiple in cui sono incluse le competenze sociali e personali e Richard Boyatzis, che ha sviluppato il modello di competenze chiave per la leadership che include abilità come la consapevolezza di sé, la gestione delle relazioni e l’empatia.

Esistono diverse soft skill, ma quelle più comuni e più valutate in sede di colloquio e selezione del personale sono la comunicazione efficace, la capacità di lavorare in team, la leadership, il pensiero critico, la creatività, la gestione del tempo e delle priorità, la risoluzione dei problemi, l’adattabilità e l’apprendimento continuo, l’empatia, l’ascolto attivo e, infine, la gestione dello stress e delle emozioni.

La formazione e l’apprendimento richiedono tempo

Lo sviluppo delle soft skill richiede tempo e sforzo e risulta essere più complesso dell’apprendimento relativo alle abilità tecniche, perché si basa soprattutto sulle esperienze personali e sulla loro rielaborazione da parte del singolo individuo. Sono state individuate alcune tecniche che possono accompagnare studenti o lavoratori in dei percorsi di crescita personale, aiutandoli a creare o ad accrescere alcune competenze specifiche.

Queste metodologie sono molto diverse fra loro, ma il fattore comune è il dispendio di tempo e la collaborazione degli individui coinvolti. Ad esempio, si possono creare dei percorsi specifici di coaching e mentoring: lavorare con un coach o un mentore può aiutare a identificare le aree di miglioramento e sviluppare un piano di azione per migliorare le proprie abilità.

Anche le attività extracurriculari, cioè al di fuori della sfera del lavoro o dello studio, aiutano a incrementare il proprio sviluppo personale: partecipare ad attività come sport, volontariato o gruppi di interesse può aiutare a sviluppare abilità sociali come la comunicazione, la collaborazione e la gestione delle emozioni.

Un ruolo importantissimo è inoltre giocato dal coltivare momenti di auto-riflessione. I coach, i superiori o professori che hanno intenzione di aumentare le soft skill delle proprie risorse devono educarle a prendersi il tempo per osservare le proprie esperienze e reazioni. L’auto-riflessione può aiutare a sviluppare la consapevolezza di sé e la capacità di gestire la sfera emotiva in modo efficace.

I videogiochi nella formazione di soft skill

Gli esperti hanno osservato come il gioco e in particolare l’utilizzo di videogiochi complessi, che prevedono strategie e interazioni con altri gamer, possano aiutare lo sviluppo delle soft skill delle persone. Nel mondo reale si accumulano competenze relative alla sfera personale semplicemente vivendo esperienze diverse, ad esempio lavorando in team, gestendo conflitti e risolvendo problemi nella vita quotidiana e lavorativa. I videogiochi permettono di accelerare questo processo di apprendimento che altrimenti richiederebbe una mole di tempo e di situazioni differenti molto più onerosi.

The Skill Game è la serie di videointerviste sul social Twitch ideata da Manpower, società di recruitment, e PLB, progetto sugli eSport (sport giocati in virtuale) di Bobo Vieri e Bernardo Corrad, che si è prefissata lo scopo di analizzare le soft skills trasferibili dai videogiochi al mondo del lavoro come la capacità di prendere decisioni, la creatività e la comunicazione. I video sono condotti da Simone “Akira” Trimarchi, caster e content creator tra i più esperti conoscitori della scena nazionale ed internazionale in tema di gaming ed eSports, e altri ospiti, spesso gamer della piattaforma Twitch.

Partecipano alle interviste anche delle figure professionali appartenenti al mondo HR di Manpower che, oltre ad essere rectuiter per mestiere, sono anche dei fruitori di videogiochi. Quello che emerge è che molti giovani giocatori sono inconsapevoli di aver sviluppato, negli anni e attraverso le loro passioni, delle competenze estremamente rare e preziose per il mondo del lavoro, come il problem solving, la capacità di prendere velocemente decisioni e di lavorare in team. 

Diverse sono le realtà che stanno valutando l’impatto dei videogiochi nella formazione delle persone: nel 2022 la Camera ha approvato l’inserimento delle soft skill nei programmi scolastici, dimostrando di essere consapevole dell’importanza che queste competenze rivestono per il lavoro e della necessità di formare nuove generazioni, che abbiano caratteristiche in linea con quanto richiesto dal mondo dell’occupazione. La sperimentazione negli istituti italiani dovrebbe iniziare nel corso del 2023 e alcune scuole stanno valutando l’impiego dei giochi virtuali.

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Chiara Bastianelli

Chiara Bastianelli

Laurea in Economia e Direzione Aziendale.Project manager in una società di consulenza strategica per le imprese.Appassionata di aziende, finanza e letteratura.

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