Quest’anno l’Unione Europea ha predisposto un progetto denominato Just EU and Me a sostegno dei giovani attivisti che intendono promuovere i diritti sociali nei propri Paesi. I partecipanti seguiranno piattaforme formative e verranno istruiti da docenti che li attrezzeranno di competenze e strategie. Le spese del progetto e quelle personali saranno finanziate.

In un passato non tanto remoto, queste “facilitazioni” non erano disponibili e i giovani che erano desiderosi di impegnarsi socialmente dovevano autofinanziarsi, fiduciosi nella riuscita dei valori di cui si facevano portavoce. Oggi chi partecipa al progetto Just EU and Me ha a disposizione sofisticate tecnologie, ma i giovani attivisti che li hanno preceduti non avevano supporti istituzionali, contando solo sulle proprie forze ed ispirati dalle idee di cambiamento: Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace a 17 anni, alla quale i talebani pakistani hanno sparato in testa perché voleva andare a scuola nonostante il loro divieto. Greta Thunberg che ha spinto i governi dei Paesi più ricchi a operare un freno al cambiamento climatico. Andrea Riccardi, il liceale che, iniziando facendo il dopo-scuola ai bambini di una baraccopoli romana, è arrivato a fondare la Comunità internazionale di Sant’Egidio.

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Quando Davide, da solo, sfidava Golia: Malala Yousafzai

Nel 2008 i talebani in Pakistan emettono un editto che impedisce alle femmine di avere un’istruzione. Nonostante il divieto di andare a scuola, Malala Yousafzai, una bambina di solo 11 anni, insieme ad altre undici compagne entra in classe sedendosi per terra. Il 9 ottobre del 2012 ad aspettare Malala e le sue amiche fuori da scuola c’è un talebano che, salito sull’autobus che riporta le ragazze a casa, spara a tre di loro. Malala è colpita alla testa: viene portata in un ospedale in Inghilterra, dove i medici con un’operazione le asportano una parte del cranio che le procurerà una semi-paralisi permanente al viso.

Malala continua la sua lotta solitaria per il diritto delle bambine ad essere istruite con lo slogan: “Un libro e una penna possono cambiare il mondo”. Comincia a scrivere su Internet un diario, poi diventato blog, raccontando la vita delle bambine sotto il regime talebano-pakistano alle quali è stato negato il diritto all’istruzione perché “offende Allah”. Grazie al suo attivismo diventa paladina dei diritti civili delle donne e nel 2014 vince il premio Nobel per la pace a soli 17 anni.

Solitaria per una giusta causa: Greta Thunberg

Ad agosto del 2018 Greta Thunberg ha appena 15 anni e pur essendo ancora una ragazzina si preoccupa per gli effetti disastrosi del cambiamento climatico e per il mondo inquinato in cui saranno costretti a vivere i suoi figli. Greta decide quindi che tutti i venerdì, invece di andare a scuola, andrà di fronte al parlamento di Stoccolma con in mano un cartello con scritto “Sciopero della scuola per il clima”.

Dichiara che continuerà la protesta, da sola, fino a quando il governo non ridurrà le emissioni di anidride carbonica, come previsto dal rispetto degli Accordi di Parigi. Il suo sciopero attira l’attenzione dei media e ispira migliaia di studenti di varie nazioni; nasce il movimento studentesco internazionale Fridays for Future, che ogni venerdì manifesta contro il cambiamento climatico.

Greta riesce a portare la sua battaglia a Bruxelles davanti alla Commissione Europea, al Forum Mondiale Economico di Dover e all’ONU. Nel 2019 il Time le dedica la copertina dell’anno e personalità internazionali come Barak Obama e Papa Francesco la incontrano.

Dalle baraccopoli di Roma alle comunità internazionali: Andrea Riccardi

Nel 1968 Andrea Riccardi è un giovane di 18 anni che frequenta un liceo “bene” romano. In quegli anni il clima nel mondo occidentale è di rinnovamento e tutti ne sono investiti: dai movimenti studenteschi al mondo cattolico. Papa Giovanni XXIII con il Concilio Vaticano II esorta i cattolici a mettere in pratica il Vangelo aiutando i poveri. Andrea prende il messaggio alla lettera e, uscendo dal suo mondo borghese, riunisce degli amici di scuola proponendogli un’attività per gli emarginati. I ragazzi giungono così nella periferia romana, dove aprono un doposcuola popolare per i bambini delle baraccopoli ripetutamente bocciati.

Conoscevo un prete operaio che lavorava nelle baracche a Ponte Marconi, lungo il Tevere ed è lì che ho cominciato a scoprire la periferia – così scrive Riccardi – Era il mondo proletario e sottoproletario, fatto di immigrati dal centro e dal sud Italia, un misto di lavoratori edili, lavoratori irregolari, gente a metà tra la piccola vita ed espedienti per sopravvivere, in bilico tra marginalità, ribellismo e rassegnazione.”

Su iniziativa di Andrea Riccardi nasce la prima comunità di Sant’Egidio, che presto riesce a diffondersi anche in altri ambienti studenteschi con il progetto comune di portare la Chiesa, concretamente, tra poveri ed emarginati.  Oggi le associazioni sono diffuse in 73 nazioni dell’Africa, Asia, Europa, Nord America e Sud America.

Certamente i giovani attivisti del progetto europeo Just EU and Me del 2023  hanno strumenti più efficaci rispetto al passato per incidere velocemente, come l’utilizzo delle piattaforme globali, del webinar on-line e delle strategie di advocacy. Eppure lo spirito che anima i giovani attivisti di oggi nell’impegno sociale è lo stesso di quei ragazzi che li hanno preceduti: il desiderio di cambiare la società inventandosi un futuro migliore.

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Lucia Massi

Lucia Massi

Avvocato, assistente universitaria in U.S.A., interprete del tribunale di Roma e promotrice di cultura italiana presso la F.A.O. Le lauree conseguite in Italia e all’estero, incluso un Ph.D. presso la Columbia University di New York, attengono alle discipline giuridiche e letterarie. Laureata in giornalismo, collabora con BuoneNotizie.it.

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