Dal 13 al 18 giugno 2023 avrà luogo la nona edizione del Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari organizzato dall’Associazione culturale Leali delle Notizie. Una settimana dove si parlerà di principalmente di diritti, quelli conquistati e quelli per cui si combatte ancora. Durante il Festival verranno consegnati anche due premi molto importanti. Il Leali Young in memoria di Cristina Visintini e quello in memoria di Daphne Caruana Galizia. Per sostenersi a livello economico l’Associazione ha lanciato anche una campagna di crowfunding che terminerà il 30 aprile.

Questo Festival è ormai una tradizione a Ronchi dei Legionari un paese molto dedito alla cultura e alla lettura. Pur essendo una cittadina di 12 mila abitanti, dal 2017 ha conseguito ogni anno il titolo di città che legge. Con una Biblioteca civica che conserva più di 100mila volumi e raggiunge i 35 mila prestiti l’anno.

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Abbiamo parlato con Luca Perrino e Giulia Micheluzzi, gli organizzatori dell’evento, che ci hanno dato qualche anticipazione per la prossima edizione e offerto un bilancio del lavoro svolto fino ad ora.

I temi del Festival

Nato nel 2015 in maniera molto timida con appena tre giornate, cinque incontri e dieci ospiti, oggi il Festival è diventato una tradizione. L’evento di punta della nostra associazione, non solo per Ronchi dei Legionari ma per tutta la regione. Quest’anno, in 12 giorni, organizzeremo fino a 60 incontri. Abbiamo una lista di 300 ospiti che per noi è un record. Proprio per questo abbiamo deciso di aggiungere una giornata, per evitare che gli eventi si sovrapponessero troppo.” Inizia con questo entusiasmo l’intervista a Luca e Giulia che continuano “le maggiori soddisfazioni sono quelle legate al pubblico che anno in anno aumenta: tra gli ospiti che contattiamo, in molti già ci conoscono o hanno sentito parlare di noi!”.

Il Festival vero e proprio avrà una durata di cinque giorni e sarà arricchito da un’anteprima chiamata Aspettando il Festival – dal 28 maggio al 04 giugno nei comuni limitrofi a Ronchi dei Legionari – e da incontri mattutini nelle scuole di Ronchi, Staranzano e Aquileia.

Vista la densità degli avvenimenti importanti a livello nazionale ed internazionale dell’ultimo anno non è stato facile per gli organizzatori decidere i focus principali. “Parleremo sicuramente della libertà di stampa ed espressione. Ci concentreremo su argomenti come l’aborto, i suicidi in carcere e i 75 anni della nascita dello stato di Israele. Parleremo anche di temi più leggeri come i cento anni della nascita del musicista Lelio Luttazzi, di fumetti e graphic journalist. Infine, metteremo in scena uno spettacolo che prende spunto dal libro di Lucio Luca – “Quattro centesimi a riga” – che parla di precariato nel mondo dello spettacolo.”

Inserito nella realtà territoriale del Friuli-Venezia-Giulia, il Festival darà rilievo anche a tematiche care a questo luogo.“Un tema sarà sicuramente quello dei 60 anni della tragedia del Vajont che ci servirà per dedicarci a temi legati all’ambiente. Non possiamo dimenticare che la tutela e la salvaguardia dell’ambiente sono problemi che vanno discussi. Non perché è una moda, ma perché l’attenzione va tenuta alta”. Infine, si parlerà del progetto Go2025 che vedrà Nova Gorica e Gorizia come capitali europee della cultura.

I valori del Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari

Nell’indice sulla libertà di stampa redatto ogni anno da Reports senza frontiere, nel 2022, l’Italia ha perso ben 17 posizioni rispetto ai due anni precedenti, finendo alle 58ima posizione su 180 paesi. L’Associazione e il Festival hanno come obiettivo quello di sostenere valori quali la libertà di stampa e di espressione e la legalità attraverso diverse azioni. “Dal 2020 abbiamo realizzato la panchina della libertà di stampa dedicata a Daphne e la passeggiata della libertà di stampa ed espressione. Questa si sviluppa in 23 tappe e ricorda alcuni giornalisti e operatori dell’informazione che hanno perso la vita dedicandosi al loro lavoro. Nel concreto agiamo informando e tenendo accesi i riflettori non solo sulle persone di per sé, ma sui valori che loro hanno difeso. Il nostro paese sicuramente potrebbe fare di più e ricordarsi che ci sono delle vicende, come quella di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, di Mario Paciolla, dei giornalisti che sono bloccati in Ucraina e di tutti quelli uccisi o minacciati che non hanno avuto giustizia.”

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Camilla Valerio

Camilla Valerio

Mi piace scrivere di diritti, sport, attualità e questioni di genere. Collaboro con il Corriere del Mezzogiorno e scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo.

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