Lo stile di vita che ognuno sceglie di condurre ha conseguenze non solo personali ma anche ambientali e sociali. Il consumismo è un attuale fenomeno economico sociale che porta alla soddisfazione immediata di bisogni secondari provocati da pressioni esterne come la pubblicità. Questo modello è possibile grazie alla produzione di enormi quantità di beni di consumo a discapito delle condizioni di lavoro e dell’ambiente. Per mantenere questi ritmi non basterebbero materiali ed energia di un pianeta e al momento la società dei consumi riesce ad esistere solo in una parte del mondo sfruttando le risorse di quell’altra.

Il sociologo Zygmunt Bauman in Homo Consumens descrive il paradosso dell’uomo che si sente libero di consumare cosa, come e quanto vuole, ma è in realtà costretto a farlo per non rischiare di essere escluso. Sempre Bauman reputa la società dei consumi perennemente insoddisfatta e infelice, perché ogni desiderio si trasforma in bisogno e poi in dipendenza. Nel 2023 l’uomo è bombardato costantemente da pubblicità e stimoli trasmessi da mass media come televisione e radio, e anche nei momenti di relax dà un’occhiata alla bacheca social e naviga su Internet, in cui ci sono annunci personalizzati sui suoi gusti. Opposta al consumismo e agli eccessi, si è definita una filosofia e movimento artistico, chiamato minimalismo.

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Che cosa è la filosofia minimalista?

Il minimalismo come stile di vita prende spunto dalla filosofia zen giapponese e si è ampiamente diffuso anche in America e in Europa grazie a esponenti del pensiero come Marie Kondo, scrittrice di economia domestica ideatrice del metodo KonMari e The Minimalists di Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, due ragazzi su cui c’è anche un documentario su Netflix, che dopo aver scoperto il minimalismo hanno aperto un blog.  Quella minimal è una concezione di vita in cui si cerca di possedere, volere e fare solo quello che è davvero necessario attraverso l’eliminazione progressiva del superfluo e la diminuzione di ostacoli nella quotidianità. In questo modo si concentra la propria attenzione sulle cose più semplici della vita, provando un genuino senso di liberazione, sia fisico che mentale, grazie all’assenza invece che all’esagerazione.

Avere meno per vivere meglio

La chiave del pensiero minimalista è eliminare il superfluo e tenere solo l’essenziale, dando così maggiore importanza a quello che c’è. Questa ideologia ha trovato posto nella moda e nel design, ma è anche un modo di vivere, spendere soldi e organizzare le giornate: migliora lo stile di vita della persona e porta a spendere e acquistare di meno, di conseguenza aiuta l’ambiente e limita l’utilizzo di risorse.

Ci sono molte pratiche quotidiane che si posso adottare per applicare il minimalismo a diversi ambiti della vita. Per liberare spazio vitale nell’armadio si possono buttare via gli oggetti e i vestiti che non servono più e ripetere questa operazione nel digital, così ogni ambiente sarà più ordinato e pulito ed è più facile trovare l’occorrente. Scegliere le persone che si frequentano e fare solo attività che fanno crescere personalmente permette di avere giornate e relazioni di qualità. Perfino le notizie e i canali di informazioni possono essere selezionati per evitare il bombardamento mediatico ed essere turbati più del necessario per l’attualità.

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Alice Pietrella

Alice Pietrella

Sono una webmaster freelance specializzata nella realizzazione siti web con codice CSS ( webopera.it )e un'aspirante giornalista iscritta al percorso dell'associazione italiana di giornalismo costruttivo. Scrivo di Italia e società nei settori del Made in Italy e dello spettacolo. Visita il mio sito web: alicepietrella.it

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