Il calcio è lo sport più seguito anche tra gli eSport, ovvero competizioni di videogiochi elettronici che si svolgono online su piattaforme dedicate. Un esempio è eFootball 2023: in soli sei mesi dalla sua uscita, ha superato quota 600 milioni di download nel mondo. In palio un montepremi di 1 miliardo di monete virtuali da dividere tra i partecipanti. Per questo, i player ossia i giocatori virtuali e le piattaforme di eSport e videogiochi sono nel mirino degli hacker. Ecco alcuni consigli utili, di Giuseppe Pennelli, game designer (sviluppatore di videogiochi, ndr) per diminuire la probabilità di subire cyber attacchi.

Gli eSport e i videogiochi nel mirino dei cybercriminali

Il gioco del calcio, della Formula 1 e dell’automobilismo, oppure della Motogp e del motociclismo, sono discipline riconosciute dal CONI come sport virtuali. A competere sono professionisti, a tifare in uno stadio virtuale, appassionati e player, ovvero giocatori.

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Secondo Forbes, il numero di giocatori di eSport attivi nel mondo cresce del 40% ogni anno, mentre i fan variano tra le centinaia di milioni. Nel 2022 in Italia, l’Associazione di categoria dell’industria dei videogiochi, dichiara 475 mila persone che seguono ogni giorno eventi eSport. Numeri come questi attirano sponsor di grandi nomi, come Red Bull, e pacchetti di premi in denaro che spesso superano quelli degli sport fisici.

La finale di FIFA eWorld Cup 2022, il mondiale di calcio, ha visto 32 player qualificarsi, tra loro 3 italiani. Il montepremi del torneo è stato di 500.000$ con la metà, 250.000$, destinata al vincitore. L’Elettronics Art, società proprietaria del gioco ha guadagnato 1.6 miliardi di dollari. Un volume di affari allettante per molti hacker, per i quali le piattaforme e i giocatori di eSport sono obiettivi da colpire.

eSport e videogiochi nel mirino degli hacker: ecco alcuni consigli

Sicurezza informatica? Alcuni consigli contro gli hacker

Il World Backup Day viene promosso ogni anno il 31 marzo dall’industria della tecnologia e del backup per sottolineare l’importanza di proteggere i sistemi informatici e salvaguardare i dati. “Salvare i dati sensibili in sedi diverse, come ad esempio nella memoria esterna e quella online, è già una mossa efficace”. Giuseppe Pennelli, game designer, spiega perché eSport e videogiochi sono nel mirino degli hacker, dando alcuni utili consigli.

Le criptovalute e gli esport vanno a braccetto. È questo motivo di cyberattacchi agli utenti?

Alcuni videogame utilizzano già le criptovalute, e non solo, come parte integrante delle loro economie di gioco. Il più comune Massively Multiplayer Online Game è un gioco online a cui quotidianamente centinaia o migliaia di utenti, in rete contemporaneamente e nella stessa piattaforma, si sfidano in un ambiente virtuale. In ogni sfida si raccolgono monete, che si accumulano. Poniamo io abbia 200.000 monete d’oro e chi mi entra nell’account li sottrae. Quelle monete hanno un cambio reale di 20 euro, quando rivendute all’utente finale. L’attacco massivo e giornaliero, fa cassa. In questo caso, quando l’utente viene hackerato, può inoltrare la richiesta di aiuto all’assistenza“.

Cosa rende vulnerabile i videogiochi e come proteggersi?

Da parte utente, normalmente per accedere a questi giochi online, si immette nome utente e password per accedere a qualsiasi area riservata ad un videogioco. Sostanzialmente è una mail e una parola di almeno 8 cifre tra lettere, numeri e segni. Una volta online e che si accede ad una qualsiasi piattaforma, i nostri dati sensibili rischiano di diventare accessibili. Tutti gli antivirus del mondo, non saranno efficaci se si apre una mail sbagliata. Buona prassi è sempre controllare l’indirizzo di chi scrive. Periodicamente si dovrebbe cambiare non solo la propria password, ma anche la stessa mail di accesso

Lato piattaforma, dipende dalla casa madre. Anche l’autenticazione a due fattori, che ormai da due anni è quasi obbligatoria, non dà la certezza di essere a riparo da cyber attacchi. Un hacker può contattarti all’interno del videogioco, ma questo vale per qualsiasi ambiente online, chiedere di giocare, e agganciarti all’interno del gioco tramite la chat, ad esempio, agganciarsi al tuo account ed estrapolarti i dati”. 

Quando si parla di hackeraggio di un eSport, a cosa puntano gli hacker?

Negli eSport funziona diversamente. La competizione dura quanto una sessione di Formula 1 o una partita di calcio reale, mentre le sessioni di gioco in altri videogiochi possono durare mesi. Le squadre che partecipano giocano su una linea protetta dedicata rispetto a quella usata dagli utenti. Anche qui, lato utente, gli hacker puntano all’economia interna al videogioco o rubano account per poi rilasciare l’accesso sotto ricatto.

In Fifa 23, gli investimenti sono nella compravendita dei giocatori. Le falle di sistema non sono attribuibili al gioco, ma alla casa produttrice, al pc utilizzato oppure alla consolle utilizzata e al server. Alcuni usano anche i Vpn, una connessione di rete virtuale privata che camuffa l’indirizzo ip. Risulterà una connessione, ad esempio, dal Canada piuttosto che dalla propria postazione. In caso di furto dati, il Vpn non aiuta a dimostrare la proprietà dell’ip. In tutti i casi, l’errore più letale rimane la disattenzione“.

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Anna Restivo

Anna Restivo

Editor e creator freelance nel motorismo sportivo e storico.  Ho collaborazioni in F1 dal 2014, passando anche dalla Motogp, e dal 2019 in manifestazioni di auto e moto d'epoca. Mi piace raccontare il motorismo e le sue connessioni con società, arte, ambiente, creando format e progetti. Attualmente collaboro con BuoneNotizie.it, grazie al quale ho avuto l'opportunità di conoscere il giornalismo costruttivo.

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