È arrivato al Senato, a marzo 2023, il disegno di legge (ddl) che introduce il reato di istigazione all’anoressia, alla bulimia e, in generale, ai disturbi alimentari. Su iniziativa del senatore Balboni il ddl intende modificare l’art. 580-bis aggiungendo, inoltre, una serie di iniziative volte a prevenire e ad affrontare il problema.

“Erano circa 3,5 milioni nel nostro paese. Adesso si ipotizza siano almeno 5 milioni a soffrire di anoressia, bulimia, binge eating disorder. Molte sono poco più che bambine, appena dieci o undici anni, altre appena più grandi”, ci informa Leonardo Mendolicchio, psichiatra e responsabile dei Disturbi dell’Alimentazione dell’Istituto auxologico italiano.

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L’ospedale Bambin Gesù di Roma comunica il raddoppio degli accessi al pronto soccorso, nel periodo 2021-2022 rispetto al biennio precedente, per disturbi del comportamento alimentare. Il resoconto dell’ospedale riporta, inoltre, 4.000 decessi l’anno per disturbi alimentari, che rappresentano la seconda causa di morte tra i giovani, dopo gli incidenti stradali.

Anoressia e bulimia: le cause

Il termine anoressia fa riferimento alla riduzione volontaria dell’assunzione di cibo che, nel 25.20% dei casi, può portare ad un dimagrimento letale. La bulimia, fame da bue, indica invece l’assunzione di una grande quantità di cibo in un determinato periodo di tempo, con eccessiva voracità.” (V. Ruggieri, M. E. Fabrizio, 1994, La problematica corporea nell’analisi e nel trattamento dell’anoressia mentale).

Se questa definizione, risalente a un trentennio fa, è rimasta valida ancora oggi, va considerato che nel quadro attuale in cui ansia e depressione rappresentano i temi principali di richiesta di aiuto psicologico, i disturbi alimentari hanno assunto coloriture differenti.

È centrale infatti l’uso dei social che va a inserirsi nelle complesse sfaccettature della vita dell’adolescente caratterizzata dalla ricerca di conferme sul proprio aspetto fisico. Inoltre, tipico di questi disturbi è il fenomeno di emulazione. Il giovane che, in età sempre più precoce, utilizza la rete in modo eccessivo è esposto per molto tempo a contenuti che possono aggravare un disagio già esistente. Fino ad oggi non ci sono dati sufficienti che ci permettono di affermare con certezza dell’esistenza di una relazione tra l’uso dei social e l’intensificazione dei disturbi alimentari. Certamente incide un recente utilizzo dei social network che consiste nelle competizioni: possiamo trovare, ad esempio, la sfida a chi mangia di meno oppure le istruzioni su come digiunare.

È proprio su questi messaggi, veicolati sui social, che il decreto vuole intervenire punendo gli autori con una sanzione che varia da 10.000 a 50.000 euro. In alcuni casi è prevista anche la reclusione fino a 2 anni. Da notare anche la presenza di un algoritmo, nascosto dietro i social, che non agevola un atteggiamento positivo nei confronti di stati d’animo già compromessi.

Le iniziative per la prevenzione dei disturbi alimentari

Lo stesso ddl ci chiarisce i motivi che hanno portato all’istituzione della Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare: “diffondere adeguata conoscenza e sensibilità tra i cittadini nei confronti di questa categoria di malattie sociali. E sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare”.

Gli interventi previsti dall’articolo 4 possono essere riassunti in:

  1. effettuare la diagnosi precoce;
  2. migliorare le modalità di cura dei soggetti colpiti;
  3. effettuare la prevenzione delle complicanze;
  4. agevolare l’inserimento dei soggetti colpiti nella attività scolastiche, sportive e lavorative;
  5. migliorare l’educazione sanitaria e alimentare della popolazione;
  6. provvedere alla preparazione e all’aggiornamento professionali del personale sanitario e scolastico;
  7. predisporre opportuni strumenti di ricerca;
  8. attivare percorsi specifici e programmi dedicati alla formazione e al sostegno dei nuclei familiari delle persone con disturbo del comportamento alimentare.

Dopo la conversione in legge del presente ddl, i ministri della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali, incontreranno le associazioni dei fornitori di connettività alla rete internet. L’obiettivo dell’incontro è definire tecnicamente le modalità per bloccare i contenuti web che costituiscono un modo per indurre o diffondere comportamenti alimentari scorretti “reindirizzando in forma anonima l’utente automaticamente al portale digitale www.disturbialimentarionline.it”. Questo iter dovrà concludersi entro sessanta giorni dalla data della conversione in legge del ddl.

Anoressia e bulimia: si può guarire!

Come si può uscire dall’anoressia? Una domanda che risuona sempre più spesso. Quello che fa ben sperare, sono le richieste di aiuto che vengono registrate da più parti. Rappresenta una buona notizia in quanto questi disturbi tendono a creare chiusura sociale nella fase acuta.

In Italia, anche per effetto della pandemia, che ha amplificato i problemi, ma anche la consapevolezza delle persone su questi temi, le richieste di aiuto psicologico sono aumentate di quasi il 50%, e riguardano bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani. Ma solo due persone su dieci trovano risposte nel pubblico che non si è dato sinora strumenti adeguati su queste tematiche”– , da Quotidianosanità.it in un articolo di agosto 2022.

La Legge di Bilancio 2023 ha confermato il bonus psicologo in modo strutturale, ampliando il contributo da 600 a 1.500 euro. Il bonus è accessibile dai cittadini con ISEE fino a 50.000 euro e mira a sostenere chi ha la necessità di seguire un percorso di sostegno psicologico.

L’istituto superiore di sanità pubblica le strutture che si occupano del trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione indicando sul sito: piattaformadisturbialimentari la mappatura geolocalizzata delle risorse di cura presenti sul territorio. Ci sono, 126 centri in tutta Italia dedicati alla cura dei disturbi alimentari. 1491 professionisti in grado di fornire aiuto e supporto per accompagnare verso la guarigione: dall’anoressia e dalla bulimia si può guarire!

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Francesco Ravenda

Francesco Ravenda

Francesco Ravenda, informatico. Appassionato di gestione aziendale e di podcast, attento alle dinamiche sociali, mi piace informare, raccontando. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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