Gruppi industriali soprattutto cinesi sono i protagonisti dell’estrazione di materie prime in Africa. Basti pensare che nella Repubblica Democratica del Congo, dove si estrae il 70% del cobalto mondiale, l’80% va alla Cina, come si apprende da Asianews, che è già presente in territorio africano nel settore della tecnologia e delle infrastrutture cerca di espandersi andando alla conquista dei materiali preziosi.

In base agli studi degli economisti, si possono facilmente determinare tre fasi di investimenti cinesi all’interno del continente africano. La prima tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, con il cosiddetto commercio dei coolie, la casta più bassa della società cinese. La crescente domanda di lavoro nelle nuove colonie africane dell’epoca porta alla tratta di manodopera poco specializzata tra Cina e i vari imperi coloniali, ricercando manovalanza proprio all’interno di questa classe sociale.

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La seconda fase di investimenti si articola nel pieno della Guerra fredda: nello specifico, il governo cinese cerca di consolidare i rapporti con i nascenti governi nazionalisti africani, agevolando le rivolte e cercando di ottenere un vantaggio futuro nei confronti dei paesi occidentali.

La terza e ultima fase degli investimenti cinesi, inizia a fine anni ’90 e continua tuttora. In questa fase il governo decide di investire costruendo filiali di compagnie cinesi direttamente su suolo africano volte ad assicurarsi trattative dirette per la costruzione di infrastrutture, per il commercio estero e per l’estrazione di minerali e petrolio.

Materie prime: come la Cina guadagna sempre più terreno in Africa

Alla Cina interessa l’Africa principalmente perché il territorio africano rappresenta un’immensa area di fortune energetiche e una continua fonte di approvvigionamento di materie prime. Negli ultimi quindici anni si è registrata una rapida crescita dell’influenza cinese in Africa in particolare sul fronte dei materiali grezzi di cui il territorio africano è molto florido. Upday società di notizie e tecnologia spiega che il continente possiede il 65% delle riserve di petrolio, diamanti, cobalto e circa metà dell’oro presente al mondo.

Da anni la presenza cinese in territorio africano sta diventando sempre più predominante: investimenti mirati, infrastrutture e piccole imprese commerciali coprono sempre più l’area delle regioni del continente. Tutto ciò può essere classificato in diversi fattori. Tra questi l’esigenza del governo cinese di importare materie prime nel proprio paese per la produzione industriale e l’obiettivo concreto di espandersi a livello geo-politico.

L’Africa protagonista della nuova via della seta: “Un nastro, una via”

Il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping nel 2013 annuncia ufficialmente l’iniziativa Belt and road“, in italiano “Cintura e strada”, un’iniziativa strategica del Governo per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi dell’Eurasia attraverso la cooperazione e l’integrazione regionale. La svolta arriva nel corso degli anni, dove il progetto tocca soprattutto il territorio africano. Un esempio pratico: nel 2016 viene finalizzata la nuova linea ferroviaria Addis Abeba-Gibuti, la più lunga tratta elettrificata in Africa, costruita e finanziata dalla Cina per un servizio basato su merci e passeggeri.

Da inizio anni 2000, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale conferma che l’interscambio commerciale tra la Repubblica popolare cinese e il continente africano aumenta annualmente del 20%, accompagnato da una simultanea crescita degli investimenti cinesi pari al 40%. Nello specifico, gli analisti sottolineano l’importanza degli investimenti infrastrutturali cinesi per lo sviluppo, la crescita e il progresso dei paesi africani. Difatti sono sempre più numerose le aziende cinesi, sia pubbliche sia private, che hanno investito in Africa aggiudicandosi appalti per la costruzione di nuove infrastrutture come: il porto di Bagamoyo in Tanzania o la ferrovia ad alta velocità tra Mombasa e Nairobi in Kenya.

Nonostante l’incalzante presenza cinese in Africa non venga vista di buon occhio, si presenta comunque come un nuovo input di crescita. Difatti, nonostante l’influenza geopolitica predominante la Cina in Africa crea posti di lavoro, costruisce ospedali, scuole e la sua presenza migliora la pratica dei diritti umani nel continente africano.

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Vincent Truppo

Vincent Truppo

Tra i miei focus principali, abbattere gli stereotipi che talvolta non danno la possibilità di conoscere realmente chi ci circonda, la definizione del termine stereotipo rappresenta appieno il mio lavoro. Con enorme piacere collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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