Mare, sole, spiaggia. Pensieri che all’apparenza vengono considerati unicamente felici, ma che riconducono anche alla fantomatica “prova costume”. Un mito nocivo che ha caratterizzato il periodo estivo di molti di noi. Ansia, stress psicologico e disagio sono i principali protagonisti. É generato da una mentalità che, per fortuna, sta cambiando.

Aspettative irrealistiche della “prova costume”

Quando si pensa alla “prova costume” ci si ricollega direttamente alla diet culture. Un’ideologia che prevede diete inflessibili e attività fisica rigorosa. Accetta solo una tipologia di corpo esemplare e come conseguenza ha portato a sviluppi malsani e, paradossalmente, può portare a soffrire di disturbi alimentari. Questa forma di pensiero avalla la ricerca costante di un unico modello di bellezza come scopo primario, induce la rincorsa di un’estetica impossibile. Una rappresentazione del corpo irrealistica, che si allontana dalla nostra quotidianità e dalla nostra diversa normalità.

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Al giorno d’oggi sentiamo ancora gli echi di quella mentalità da cui deriva il mito della “prova costume”. Percepiamo le aspettative che gravano su coloro che non si conformano al modello e alla visione “standard”. Percepiamo un giudizio critico nei loro confronti, che talvolta loro stessi si autoinfliggono. Non sono rare le circostanze in cui tentano di evitare il più possibile occasioni in cui temono di doversi vergognare del proprio corpo, come visite mediche o praticare dell’attività fisica. E si sentono costretti a doversi coprire o nascondere.

Diventa quindi necessaria una reale e sana consapevolezza. Riuscire a ridimensionare antichi costrutti sociali.

Body Positivity e Body Neutrality vs prova costume

Una delle risposte alla “prova costume” è la Body Positivity. Un movimento che promuove l’accettazione, l’amore e il rispetto verso il proprio corpo e quello altrui. Esige una rappresentazione adeguata e veritiera per ognuno e stimola a superare i canoni standardizzati della società, esaltando la diversità e inclusività di ogni genere. In questo caso, i social hanno giocato un ruolo fondamentale e positivo. Grazie all’autocelebrazione di donne considerate oversize, il movimento si è diffuso ampiamente.

Molti vedono la Body Neutrality come il passo successivo. Il fisico è posto in secondo piano e la finalità è anche oltrepassare i risultati ottenuti grazie alla Body Positivity. Inoltre, sottolinea quanto sia importante prendersi cura di sé in maniera sana, senza sottovalutare i bisogni che percepiamo possano avere sia il nostro corpo che la nostra mente.

Come detto, analizzando la questione da questo punto di vista i social possono risultare indispensabili per superare miti nocivi come la “prova costume”. Permettere la diffusione globale di una visione più corretta della quotidianità. Garantire ai giovani una conoscenza della diversa normalità. Dando loro modo di ammirare un modello sano di comportamento e identificarsi con altri, nei quali si rispecchiano ritrovando le loro stesse caratteristiche, i loro stessi “difetti fisici”, che in realtà difetti non sono.

Piccoli salvagenti

Vivere in modo sano: un concetto che prevede una struttura molto ramificata. Spazia da una corretta alimentazione a un’adeguata pratica di sport o attività fisica in generale. E supera ogni limite imposto dalla “prova costume”. É molto importante la percezione che noi abbiamo del nostro corpo. In maniera salubre dobbiamo ascoltare i bisogni che esso ci trasmette.

Indossare abiti che ci fanno sentire bene ultimamente viene fatto con maggior spontaneità. Ignorare le imposizioni sociali e vivere per se stessi dovrebbe essere un mustAnche circondarsi di persone che ci fanno sentire a nostro agio e in armonia può automaticamente innalzare il livello di benessere psicologico quotidiano necessario per poter condurre un’esistenza che meglio abbraccia le necessità di ognuno di noi.

Ricordare cosa apprezziamo di più del nostro corpo e permearci di sensazioni positive definisce una qualità di vita migliore. É essenziale conoscere il proprio corpo, rispettarlo ed ascoltarlo. Rendendo possibile una comprensione più profonda di noi stessi e proporre la nostra versione e visione del corpo, il nostro “body prouding”, fieri e consapevoli.

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Chiara Andriani

Chiara Andriani

Chiara Andriani. Mi sono diplomata al Liceo Linguistico, avendo sempre avuto un interesse e un orecchio attento per le lingue. Fin dall'infanzia ho mostrato un particolare coinvolgimento ed entusiasmo verso l'universo letterario e cinematografico e una passione per la musica. L'attrattiva verso la scrittura mi ha spinto a cercare un modo per renderla parte integrante della mia vita di tutti i giorni, portandomi alla scoperta anche del giornalismo e di BuoneNotizie.it. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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