É da tempo ormai che la figura del docente si trova in un limbo di deprezzamento che sembrava senza soluzione. Una sorta di circolo vizioso. Da qualche anno però gli insegnanti hanno cominciato ad utilizzare sempre più i social, per tentare di accorciare la distanza che pareva insormontabile tra studenti e professori. E così è nata una nuova figura: quella del “professore influencer”.

La condizione dei professori negli ultimi anni

Il giudizio è il principale avversario che i docenti si vedono fin da subito costretti ad affrontare. Giudizio da parte di studenti, genitori e, purtroppo, anche dai loro stessi colleghi. Dai metodi alla passione che trasmettono, dagli argomenti trattati alle motivazioni che li hanno spinti a voler diventare professori: vi sono errori, insicurezze o ingenuità. Investiti di considerevoli responsabilità, grava sui professori un arduo onere.

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Ultimamente, anche le aggressioni sia fisiche che verbali a danno dei docenti sono incrementate notevolmente. Un distacco dalla realtà che si sta accentuando, con il rischio che diventi uno schema ripetitivo se trattato con superficialità. Un malessere su più fronti. Persino episodi di autolesionismo da parte dei giovani sono a un punto drastico. Un sistema che punta solo ai risultati è un sistema che non funziona.

Una delle conseguenze è l’allontanamento dei giovani sempre maggiore dal sistema scolastico. Ed è qui che entra in gioco il “professore influencer”.

La nascita della figura del “professore influencer”

Nel mondo, il “professore influencer” è un fenomeno che ha riscosso un incredibile successo. Grazie alla loro competenza e al loro umorismo questi professori sono riusciti a conquistare e stimolare milioni di giovani. In questo modo permettono una riabilitazione della figura dell’ insegnante. Una categoria che aspira al rispetto e all’apprezzamento che meritano professionisti del loro calibro. Professionisti che amano e promuovono la cultura, l’insegnamento, e mettono al centro di tutto gli studenti. I “professori influencer” puntano a riavvicinarsi sempre più ai giovani, tramite uno degli strumenti che i ragazzi utilizzano maggiormente: i social. E a riavvicinare le mentalità, modernizzandosi maggiormente.

I “professori influencer” si stanno adoperando per dare nuova vita a una “scuola” brillante, innovativa, coinvolgente che sa e vuole ascoltare i bisogni e le necessità degli studenti. E anche grazie al supporto di queste figure di riferimento i giovani dimostrano di non aver perso l’interesse nel sapere. Con il passare del tempo cambiano i criteri da adottare. Un mondo nuovo esige procedimenti nuovi, iniziative coerenti, un futuro più disponibile e accessibile per tutti.

Il “professore influencer” a ogni livello di istruzione

Il “professore influencer” si sta creando il suo spazio su ogni tipo di social. TikTok, Instagram, YouTube, Facebook, siti seguiti da migliaia di followers. Arricchiscono il web di post e video in cui forniscono risorse, idee originali e metodi alternativi che attraggono ogni genere di persona. Molte maestre di scuola primaria hanno intrapreso questo percorso, così come professori del liceo fino ad arrivare a docenti dell’università.

Enrico Galiano sicuramente ne è uno splendido esempio. Un professore che caratterizza le sue lezioni molto innovative con pennellate di ironia. Che basa i suoi metodi sull’ascolto attivo. Capisce i ragazzi e sa come interagire con loro. Il Sole 24 Ore lo ha inserito nella classifica dei dieci docenti più influenti sul web in Italia nel 2020. Il suo profilo Twitter e il suo canale YouTube sono molto seguiti.

E ancora ci illumina con il suo esempio Vincenzo Schettini, professore di fisica. Si definisce un “curioso” e “appassionato di vita”. Il suo scopo principale è diffondere agli altri la conoscenza della scienza di cui è tanto appassionato. Un professore-artista che include esperimenti culinari e nozioni sul risparmio energetico nel suo programma.

Ogni giorno sempre più professori, o “professori influencer”, dimostrano di non volersi arrendere alle convenzioni sociali e giudizi senza cognizione di causa, di tenere davvero al benessere psicologico dei giovani, di interessarsi a loro come individui, di amare profondamente la professione che hanno scelto di intraprendere come una missione. Credono in un futuro migliore, ricco di creatività e rispetto reciproco portando avanti un modello di scuola di cui possiamo essere orgogliosi.

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Chiara Andriani

Chiara Andriani

Chiara Andriani. Mi sono diplomata al Liceo Linguistico, avendo sempre avuto un interesse e un orecchio attento per le lingue. Fin dall'infanzia ho mostrato un particolare coinvolgimento ed entusiasmo verso l'universo letterario e cinematografico e una passione per la musica. L'attrattiva verso la scrittura mi ha spinto a cercare un modo per renderla parte integrante della mia vita di tutti i giorni, portandomi alla scoperta anche del giornalismo e di BuoneNotizie.it. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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