Come facilitare la transizione digitale in Europa? Un contributo fra i più significativi potrebbe venire dalle istituzioni più vicine ai cittadini, ovvero le Città e le Regioni.

Il Comitato Europeo delle Regioni, che le rappresenta davanti ai vertici di Bruxelles, ha di recente illustrato come gli enti locali stanno rispondendo alle molteplici sfide poste dalle tecnologie digitali, dal clima, dalla crisi energetica e dai conflitti in atto in Europa, mettendo sul piatto esigenze, aspirazioni e criticità nel contribuire allo sviluppo sostenibile dell’UE.

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Una strada lunga ma costellata di strumenti e buone pratiche da seguire, soprattutto per quanto riguarda la trasformazione digitale delle nostre società.

Regioni e Città d’Europa: le azioni per lo sviluppo dei territori

In base a una recente ricerca di Eurbarometro che ha coinvolto i rappresentanti politici locali dell’UE, il 91% degli intervistati  è d’accordo sul fatto che le Regioni e le Città dovrebbero avere una maggiore influenza nella definizione delle politiche dell’UE e che l’apporto delle Regioni potrebbe riguardare altri temi come “un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione” (52 %),”istruzione, cultura, gioventù e sport” (51 %) e “crisi climatica e ambiente” (51 %).

Ci sarebbe poi una “maturità digitale” diversa fra Regioni e Città d’Europa: eppure quasi tutti i rappresentanti degli enti locali (il 97% degli intervistati) prevedono di investire in infrastrutture, attrezzature e strumenti digitali. L”84% dei rappresentanti locali pensano di investire nella sicurezza e protezione dei dati o su sistemi e strumenti che garantiscono la continuità di servizi pubblici ed in personale specializzato sulla Information Technology.

Resilienza digitale: le sfide delle Regioni e Città d’Europa

Nel Report: “The State of Regions and Cities in the European Union” che scatta una fotografia aggiornata delle sfide ambientali, per la neutralità climatica e lo sviluppo sociale nei territori, si fa riferimento alle sfide indotte dalle tecnologie digitali. E si scopre, ad esempio, che le autorità pubbliche si sono trovate ad affrontare attacchi informatici sempre più frequenti che hanno avuto gravi conseguenze sui servizi forniti ai cittadini.

La resilienza digitale, varia da regione a regione in base ai fondi a disposizione dagli Stati (sempre troppo pochi) ma soprattutto, a causa dell’assenza di una capacità organizzativa in grado di utilizzarli: il divario di investimenti dell’UE per la transizione digitale ammonterebbe ad almeno 125 miliardi di EUR all’ anno. Come migliorare questo fronte digitale sempre più pieno di insidie?

Transizione digitale: gli strumenti a disposizione di Regioni e Città d’Europa

Se le sfide della digitalizzazione sembrano mettere in crisi i territori, è anche vero che dall’UE arrivano al contempo strumenti di sostegno e non mancano iniziative locali in grado di risolvere quelle sfide poste dal cambiamento tecnologico in atto.

Il Rapporto europeo delle Regioni e delle Città d’Europa ci rivela ad esempio, che fra le fonti di finanziamento disponibili e più utilizzate, ma spesso poco conosciute dai rappresentanti locali ci sono: il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), il Fondo europeo di sviluppo regionale e il programma Orizzonte Europa. Ma solo il 44 % delle autorità partecipanti ha confermato l’utilizzo del primo strumento.

Accesso ai fondi dell'UE con l'obiettivo di rafforzare la resilienza digitale
Accesso ai fondi dell’UE con l’obiettivo di rafforzare la resilienza digitale
Fonte — Raccolta del CdR basata su Cavallini, S., Soldi, R., Casalini, G., Verdi, G., Grasso, A.237 (pubblicata nel Rapporto europeo delle Regioni e delle Città).

Si scopre poi che proprio dalle Regioni arrivano iniziative di successo: il Report europeo cita e loda ad esempio la Regione Lazio che, dopo il grave attacco informatico al data center della Regione ed al sistema regionale di  prenotazione online per le vaccinazioni contro il COVID-19, ha pubblicato una propria Agenda digitale regionale 2022-2026 e, nell’ottobre 2022, ha presentato domanda per circa 2 milioni di EUR nell’ambito  di un invito a presentare proposte finanziato nell’ambito del PNRR nazionale, finanziato con 1,2 milioni di EUR.

Digitale: le Regioni possono guidare il cambiamento

Dal Report emerge chiaramente come investire sul digitale a livello locale implica assicurare il funzionamento e la continuità si servizi essenziali per la società: pensiamo ad esempio alla gestione territoriale delle emergenze ambientali, alla protezione delle infrastrutture critiche in caso di attacco terroristico e ai sistemi di allarme e riposta alle catastrofi, ad esempio.

Per sviluppare una maggiore resilienza digitale dei territori resta però essenziale, anzitutto, una maggiore consapevolezza politica delle sfide moderne ed una più chiara definizione dei settori digitali su cui investire (infrastrutture digitali e competenze digitali/cybersecurity e PA Digitale, i nessi con l’intelligenza artificiale), aspetto questo non del tutto chiaro alle amministrazioni locali.

Essenziale anche creare collegamenti con l’ambiente circostante, ad esempio attraverso lo sviluppo di ecosistemi di cibersicurezza nelle regioni, start-up innovative e centri di ricerca con le università, o mettendo in comune le risorse tra i comuni per scambiare conoscenze sulle soluzioni digitali esistenti.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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