Il Gender Equality Index, l’indice che assegna un punteggio all’Europa per le politiche sull’uguaglianza di genere, ha raggiunto quota 70 su 100, un risultato incoraggiante, ma non ancora sufficiente nella lotta al divario di genere, quel gender gap che domina tanti aspetti della nostra vita e del nostro lavoro.

Fra eccellenze e risultati promettenti di alcuni Paesi, l’UE compie piccoli passi verso l’uguaglianza fra i sessi nelle professioni, nonostante i diversi approcci alla promozione della parità di genere nella vita sociale ed economica dei diversi Stati membri.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

E se guardiamo ai dati mondiali sulla lotta al gender gap, l’Europa è in prima linea su questo fronte: vediamo in che modo e quali sono le nuove sfide che la trasformazione del mercato del lavoro porrà nel futuro all’UE e al mondo.

Europa: prima in classifica per parità di genere nel mondo

Secondo l’ultimo Global Gender Gap Report, il Rapporto internazionale sulla parità di genere diffuso nel giugno scorso dal World Economic Forum, in Europa la parità di genere si attesterebbe addirittura al 76% (una stima più ottimistica di quella europea) superando gli Stati Uniti (dove la parità è al 75%).

Sono quattro gli indicatori presi a riferimento: le opportunità economiche, l’istruzione, la salute e l’emancipazione politica. E se l’Europa e gli USA eccellono, subito dietro troviamo l’America Latina e i Caraibi, con un risultato vicino al 74,3% e poi l’Eurasia e l’Asia centrale (dove la parità è al 69%). L’Africa subsahariana si colloca al sesto posto (68,2%), leggermente al di sotto della media globale della parità di genere (al 68,3% nel 223). L’Asia (63,4%) supera il Medio Oriente e il Nord Africa (62,6%), che è, nel 2023, la regione più lontana lontano dalla parità.

Divario di Genere per Regioni nel mondo - Immagine tratta dal Global Gender Gap Report.
Divario di Genere per Regioni nel mondo – Immagine tratta dal Global Gender Gap Report.

Qual è il Paese con più parità di genere in Europa?

Le stime internazionali ci svelano anche che l’Europa ha la più alta parità di genere tra tutte le regioni in essa presenti, pari al 76,3%, con un terzo dei paesi europei che si classifica tra i primi 20, e 20 su 36 paesi con almeno il 75% di parità e che l’Europa raggiungerà la parità di genere in 67 anni. Ma a ben guardare, sono Islanda (pluripremiata per gli sforzi nel gender gap) e Norvegia (entrambi Stati non UE) insieme alla Finlandia (unico UE) a tenere ben alta la bandiera della parità.  Ungheria, Repubblica Ceca e Cipro si collocano in fondo alla classifica.

In che modo allora l’Unione Europea si sta impegnando per superare il gender gap e diventare così un esempio da seguire anche altrove nel mondo?

Indice della Parità di Genere nel 2023 - Immagine tratta dal Gender Equality Index 2023.
Indice della Parità di Genere nel 2023 – Immagine tratta dal Gender Equality Index 2023.

Uguaglianza di genere nel lavoro: i passi avanti compiuti

Se il Gender Equality Index europeo registra un significativo miglioramento verso la parità di genere (con una crescita di quasi 1,6 punti in più su base annua dalla prima edizione nel 2013), tale successo non va dato per scontato: né è convinta Carlien Scheele, direttrice dell’EIGE (l’istituto europeo per la parità di genere) che propone una diversa lettura dei dati.

La Svezia, ad esempio, che ha un suo indice complessivo superiore a 80 punti rappresenta solo il 2% della popolazione dell’UE. Troppo poco per essere un vero successo? Forse, soprattutto se pensiamo che il paese scandinavo insieme ai Paesi più virtuosi come Paesi Bassi e Danimarca fanno pochi passi avanti per migliorare, mentre buoni segnali arrivano da Italia, Portogallo, e Malta che hanno punteggi inferiori alla media dell’UE, negli ultimi 10 anni hanno registrato ampi miglioramenti in materia di uguaglianza di genere perché qui si è agito con azioni concrete.

E allora, in quali campi si stanno facendo progressi? I dati del Gender Equality Index ci dicono ad esempio che il divario tra donne e uomini nel settore dell’assistenza alla persona cala ma solo grazie alla tecnologia che permette alle donne di occuparsene di meno. Nei parlamenti e nei consigli di amministrazione, per la prima volta da 10 anni il numero di donne europee ha raggiunto quota 33 grazie al sostegno alle “quote rosa” in otto Stati membri dell’UE. Merito della recente Direttiva sull’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione approvata nel 2022 che ha portato un maggior numero di donne ai vertici delle grandi aziende.

Servono quindi interventi più mirati nei parlamenti per accelerare i progressi in ambito politico, soprattutto in vista delle elezioni del Parlamento europeo del 2024 e soprattutto alla luce dei cambiamenti del mondo del lavoro a causa della transizione digitale e soprattutto “verde”.

Parità di genere in Europa e cambiamento climatico alla COP 28

Non è poi un caso che il Gender Equality Index 2023 riporti come claim: “Towards a green transition in transport and energy”, intrecciando i temi della transizione verde e della lotta ai cambiamenti climatici con quello della diversità di genere soprattutto con riferimento agli squilibri di genere esistenti nei ruoli di leadership europea nel Green Deal e nei ruoli attivi di ricerca e imprenditorialità green a carattere femminile.

Un intreccio che è arrivato all’attenzione della COP 28 di Dubai che il 5 dicembre scorso ha dedicato alcune sessioni ed eventi alla necessità di garantire finanziamenti all’imprenditorialità femminile, assicurare una paritaria partecipazione ai processi decisionali sulle strategie ambientali da intraprendere. Perché la transizione verde e il cambiamento verde dell’economia pongono nuovi interrogativi sull’equilibrio di genere da affrontare in un’ottica inclusiva del genere nell’interesse di tutti.

Condividi su:
Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici