Nel cuore di un figlio mamma e papà rappresentano una sorgente d’amore inesauribile, un porto sicuro in cui tornare e un punto di riferimento importante, ancor più se si è vittima di bullismo. Secondo i dati raccolti dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza nel 2024, bullismo e cyberbullismo colpiscono circa il 19% degli undicenni, il 17,3% dei tredicenni e il 9,5% dei quindicenni, con effetti anche gravi sulla salute mentale. In questi casi, il sostegno genitoriale permette di combattere il bullismo, aiutando i ragazzi a superare una sofferenza profonda, foriera di vergogna e senso di fallimento.
Come scrive il pedagogista Stefano Rossi nel suo libro “Mio figlio è un casino” (Feltrinelli, 2022), l’amore incondizionato di madre e padre “crea un ponte con il cuore e poi con la mente del ragazzo”, permettendogli di recuperare dignità nonché fiducia in sé stesso e nel proprio valore.
Bullismo, quando la diversità diventa un bersaglio
Il bullismo è un atto violento, intenzionale e ripetuto nel tempo, esercitato da una o più persone nei confronti di una vittima considerata diversa per etnia, provenienza, orientamento sessuale o per le sue caratteristiche psico-fisiche. Si manifesta sotto forma di percosse, insulti, minacce o atti persecutori, mentre nel cyberbullismo protagonista è il mondo virtuale, con la diffusione di materiale denigratorio e offensivo sui social.
Subire questo genere di aggressioni causa spesso nella vittima un senso di umiliazione e annientamento tali da impedirle di chiedere aiuto, provocando inoltre disturbi come ansia e depressione, fino ad arrivare all’isolamento e a pensieri suicidi.
Violenza: quali sono i campanelli del disagio
Il giovane bullizzato tende a manifestare sintomi e comportamenti a cui il genitore deve porre attenzione, quali segnali della possibile violenza in atto. Tra i principali figurano:
- essere taciturno, chiuso in sé stesso, poco vitale, isolato da amici e parenti
- smettere di dedicarsi alle consuete attività di suo interesse, come uscire con i coetanei, dedicarsi a hobby o sport
- presentare un netto calo del rendimento scolastico, manifestare disturbi prima di andare a scuola come mal di pancia o mal di testa, trovare scuse per rimanere a casa
- soffrire di disturbi del sonno, faticare ad addormentarsi o essere preda di incubi
- cambiare il proprio modo di usare la tecnologia, come smettere di utilizzare i social
Combattere il bullismo con il dialogo amorevole
Aiutare un figlio vittima di violenza significa prima di tutto instaurare un canale comunicativo fatto di amorevolezza, comprensione, desiderio di ascolto e assenza di giudizio, mostrando rispetto verso le sue difficoltà e momenti di silenzio. Parlare con delicatezza di bullismo, incoraggiare il ragazzo a condividere le proprie preoccupazioni senza fare pressioni e cercare di dare voce al suo dolore può spronarlo ad aprirsi.
Appurato il disagio vissuto, genitori e figli possono analizzare insieme cosa fare per combattere il bullismo, come rivolgersi a un dirigente scolastico per trovare una strategia comune, affidarsi a uno psicologo fino a considerare di denunciare il fatto alle forze dell’ordine.
I genitori possono coadiuvare il figlio nel recuperare la fiducia in sé stesso proponendogli attività che possano appassionarlo e svilupparne l’autostima, praticando per esempio sport che favoriscono resilienza, sicurezza e capacità di affrontare nuove sfide.
Lo scudo della dignità, il segreto che combatte il bullismo
L’amore incondizionato dei genitori è la chiave che permette al figlio di uscire dallo stato psicologico distruttivo indotto dalla violenza. Il disprezzo espresso dai coetanei mediante l’atto aggressivo induce nella vittima la convinzione di essere sbagliata, negativa e meritevole di maltrattamento.
In questa fragile condizione psicologica l’affetto disinteressato dei genitori, svincolato da aspettative idealistiche e rivolto al ragazzo per come realmente è, sviluppa nel giovane quello che il pedagogista Stefano Rossi definisce “lo scudo della dignità”: “se mi vuoi bene significa che io ho un valore. Se ho un valore posso imparare a volermi bene e non accetterò situazioni inaccettabili”, scrive l’autore. Lo scudo della dignità significa sentire di avere un valore e il coraggio di combattere il bullismo, riconoscendo il diritto di essere rispettati in quanto essere umani. Perché nessuna persona deve accettare la violenza.

