Nel film Il potere della parola (2007), diretto da Denzel Washington e ispirato ad una storia vera, il professor Melvin Tolson insegna a un gruppo di studenti afroamericani come la parola, se usata con intelligenza e passione, può diventare uno strumento di giustizia, cambiamento e affermazione personale.

Ma scegliere le parole giuste non è solo un esercizio accademico, bensì un mezzo per incidere sulla realtà. Anche nelle interazioni quotidiane, il modo in cui un messaggio viene formulato può fare la differenza. Ad esempio una richiesta può diventare molto più convincente e motivante se formulata nel modo giusto. Secondo Jonah Berger, professore di Marketing presso la Wharton School dell’Università della Pennsylvania, anche piccoli accorgimenti nel linguaggio possono fare una grande differenza nell’impatto che si ha sugli altri.

Le parole contano

Le parole hanno un peso. Possono influenzare percezioni, emozioni e comportamenti. Un semplice cambiamento nella formulazione di un messaggio può trasformare un compito ordinario in un’opportunità. Lo studioso Berger identifica una distinzione tra chiedere a qualcuno di fare un’azione e invitarlo ad adottare un nuovo modo di essere o cambiare prospettiva. Tale differenza ha un impatto su come le persone reagiscono a determinati stimoli.

Ad esempio, c’è differenza tra chiedere a qualcuno di risolvere un problema (azione) e invitarlo a diventare un risolutore di problemi (nuovo modo di essere). Il primo caso suggerisce un’azione momentanea, il secondo coinvolge l’identità e l’atteggiamento dell’interlocutore. Questo principio si basa sull’idea che le persone sono maggiormente motivate a intraprendere azioni che siano coerenti con la loro identità.

Trasformare un’azione in un’identità, può rendere le persone più propense a impegnarsi in quelle azioni. Le persone, infatti, tendono ad agire in modi che confermano o rafforzano la loro immagine di sé, soprattutto se quell’immagine è positiva e desiderabile.

Altre tecniche di comunicazione efficace

La scelta delle parole è solo una parte di una comunicazione efficace. Esistono altri elementi fondamentali che possono migliorare il modo in cui ci relazioniamo con gli altri.

Un elemento essenziale è l’empatia. Prima di comunicare, è importante mettersi nei panni dell’interlocutore. Cercare di comprendere la prospettiva dell’altro, i suoi bisogni e i suoi sentimenti, permette di adattare il messaggio, rendendolo non solo chiaro ma anche significativo per il destinatario. È la base di ogni relazione autentica.

Anche l’uso di un linguaggio positivo può trasformare una conversazione. Piuttosto che concentrarsi su ciò che non va, è utile usare parole che indicano una direzione più produttiva. Un approccio orientato alla soluzione incoraggia alla collaborazione e riduce la resistenza. Uno studio pubblicato sul Journal of the European Meteorological Society, del giugno 2025, ha dimostrato come, nella comunicazione ambientale, messaggi basati sulla speranza e sulle soluzioni siano molto più efficaci rispetto a quelli centrati solo sulla paura o sull’urgenza.

Oltre che comunicare, bisogna anche sapere ascoltare. L’ascolto attivo prevede attenzione, presenza e apertura. Si traduce in contatto visivo, domande sincere, segnali di interesse e la capacità di non interrompere. È un gesto di rispetto che rende la comunicazione uno strumento di connessione reale.

Il potere della parola

Nella comunicazione non conta solo il contenuto, ma anche l’intenzione e la consapevolezza con cui viene trasmesso. Le parole sono strumenti potenti: possono aprire dialoghi o chiuderli, creare connessione o distanza.

Saper comunicare bene non significa solo saper scegliere le parole giuste, ma utilizzarle con intenzione, empatia e responsabilità. Perché una sola parola può sembrare poca cosa, ma ha il potere di cambiare una giornata, e a volte persino una vita. Come nel film di Denzel Washington, che indica come la parola possa diventa un motore di cambiamento sociale, in grado di abbattere muri.

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Gemma Mastrocicco

classe 1997, laureata in Informazione, editoria e giornalismo a RomaTre. Scrivo da sempre. Autrice del libro Amami senza mentire. Sostenitrice delle tematiche legate ai movimenti femministi, dell'uguaglianza di genere. Aspirante giornalista, scrivo per Buone notizie.it, grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista

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