I cambiamenti climatici hanno da sempre caratterizzato la vita sulla Terra, ma è soltanto dagli anni ’90 che i Paesi più importanti, compresi quelli europei, si riuniscono per sottoporre la questione della salvaguardia del pianeta, che ormai, è scientificamente provato, sia causata dall’azione dell’uomo. Le discussioni internazionali sulle politiche ambientali da adottare hanno portato alla nascita delle COP.

Le Conferenze tra le Parti (da cui il nome COP, Conference of Parts) sono figlie della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, conosciute oggi come i Summit della Terra. Già nella COP1 del 1995 di Berlino l’intento era arrivare ad un accordo tra le Nazioni partecipanti. La mission per le Nazioni, con in prima linea l’Unione Europea, era la riduzione di emissione di gas serra del 5%. Nella COP3 del 1997 si formalizza questo trattato, superando l’obiettivo prefissato, riducendo la produzione di sostanze inquinanti del 7%. Nasce così il Protocollo di Kyoto.

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Passo importante, lo si fa nella COP9 di Milano in termini di riqualificazione del territorio. Infatti, si introduce il discorso sulla salvaguardia delle foreste con una lente di ingrandimento sull’Amazzonia, ancora oggi tormentata da incendi e disboscamento.

Cosa porta a casa l’Unione Europea dalla COP26

Uno dei risultati raggiunti dall’UE in termini di politiche green e quindi, cura del territorio e aiuto ai Paesi meno industrializzati, è la volontà di installare la cosiddetta Grande Muraglia Verde. Nonostante il progetto sia agli albori, la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ribadisce l’impegno europeo stanziando 1 miliardo di Euro. La volontà è quella di piantare alberi e piante in una vasta zona in Africa che si estende da Ovest ad Est per fermare l’avanzata del deserto e creare posti di lavoro. Questa soluzione piace a molti e, per venire incontro ai Paesi più poveri, questo progetto sarà finanziato anche da privati.

Un punto molto importante che l’Europa porta a casa concerne il vigile controllo sul surriscaldamento globale. Si è deciso, infatti, di continuare a non oltrepassare l’1,5°C rispetto all’epoca pre-industriale, come l’Accordo di Parigi del 2015 prevede tuttora.

Altra nota positiva, è favorire ancor di più l’utilizzo di auto ibride con in prospettiva il superamento del consumo di gas e petrolio. Le politiche ambientali europee stando portando i loro frutti.

Se Michel, l’ex presidente della Commissione Europea, in vista di COP25, chiedeva una “rivoluzione europea verde”, i presupposti che in COP27 si possa dare una forte accelerata per la risoluzione dei problemi legati ai cambiamenti climatici, ci sono tutti. Pensiamo solo al boom dell’energia solare degli anni ’10 del Nuovo Millennio come soluzione all’inquinamento dovuto dall’accensione di termosifoni o da caldaie troppe vecchie. I pannelli solari sono diventati parte integrante di ogni nuova costruzione.

L’Unione Europea deve ripartire da ciò che di buono ha portato a casa da questa Conferenza delle Parti numero 26 e avere l’ambizione di superare i prossimi obiettivi che si prefiggerà.

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Matteo Spinelli

Matteo Spinelli

Nato a Roma, il destino mi ha fatto trasferire a Milano. Città che mi ha accolto 4 anni fa e che ho apprezzato fin da subito. Il mio lavoro mi ha avvicinato al mondo giornalistico e ora collaboro con Buone Notizie in quanto aspirante pubblicista.

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