Lunedì scorso si è conclusa la Milano Fashion Week 2022. L’evento ha visto il ritorno prorompente sulla scena internazionale della moda 2022/23. I numeri parlano di successo post-pandemico: 67 sfilate di cui 57 fisiche e 8 digitali, oltre a 169 altri momenti dedicati al settore fashion. Elemento chiaro della moda 2022 è la sua direzione: inclusione e diversità insieme a una moda etica e sempre più sostenibile. 

La Milano fashion week ricorda l’Ucraina

Il pubblico presente in sala, oltre 200 persone, ha accolto la scelta di Armani con un minuto di applausi. La settimana di moda 2022 infatti, si è conclusa in maniera sicuramente differente rispetto al solito. Domenica scorsa, nel seminterrato del palazzo privato di Giorgio Armani in via Borgonuovo, al centro di Milano, ha sfilato in silenzio la collezione dello stilista. Una passerella priva di sottofondo musicale o di qualsiasi altro effetto sonoro, “Un segno di rispetto per i morti della guerra in Ucraina”, ha annunciato uno speaker in inglese lanciando la sfilata.

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Anche nel 2022 la moda impatta sull’ambiente

Come abbiamo già avuto modo di vedere, la moda rappresenta una delle industrie più inquinanti del nostro pianeta. Secondo i dati del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, la produzione di anidride carbonica che la moda produce è maggiore dei voli internazionali e delle spedizioni messe assieme. Un altro dato che fa riflettere è il materiale base del settore tessile: il cotone è stato infatti sostituito per la stragrande parte dal poliestere. Questo materiale è alla base dell’inquinamento globale da microplastica.

Altro grosso problema è costituito dalla fast fashion. Differenti studi dimostrano che le persone buttano via i vestiti dopo averli indossati in media tra le sette e le dieci volte. Secondo un ulteriore studio del Regno Unito, addirittura un intervistato su tre dice di considerare ormai vecchi gli indumenti dopo uno o due volte che è stato indossato.

La moda 2022 si conferma sempre più sostenibile

Sono quindi molti i motivi che spingono la moda 2022 ha prendere la via del sostenibile. Zara ha dichiarato che si impegnerà a realizzare il 50% degli articoli di quest’anno con materiali riciclati e cotone coltivato ecologicamente. Parade che tratta abbigliamento intimo ha lanciato un’iniziativa per raccogliere e riciclare la biancheria intima.

In linea più generale, la maggior parte dei marchi si impegna a utilizzare materiali riciclati o organici. Ma l’impatto sui combustibili fossili resta ingente e anzi, si prevede che crescerà nei prossimi due decenni. A meno che il materiale principale della moda 2022 diventino i capelli: come propone la designer Zsofia Kollar con Human Material Loop.

I capelli: il materiale della svolta sostenibile

“L’idea di usare i capelli umani come materiale è nata da un’idea molto concettuale e come parte del mio pensiero progettuale. I capelli umani hanno mostrato un enorme potenziale come materiale alternativo con cui lavorare. Utilizzando la quantità dei capelli di scarto possiamo ridurre l’impatto negativo dell’industria tessile” afferma la Kollar.

Ovviamente non è così semplice come può sembrare, infatti molte persone, soprattutto all’inizio, sono scioccate al pensiero di lavorare e di vestirsi con dei capelli. Ma l’enorme impatto ambientale che può apportare, a detta della stessa designer, ha già convinto molte persone a ricredersi. D’altronde se continuiamo così finiremo per perdere il nostro pianeta, quindi potrebbe essere una corretta chiave di lettura quella di modificare il nostro pensiero e demolire degli stereotipi, come l’orrore per i capelli.

Come la moda 2022 sta diventando sostenibile

La designer Zsofia Kollar nel suo studio di progettazione.

Materiale onnipresente e di riciclo per la moda 2022

“I capelli umani crescono ovunque su questo pianeta, anche nei Paesi dove non c’è disponibilità di coltivare materie prime. Ci sono città con centinaia di parrucchieri e la scalabilità è possibile grazie alle associazioni di parrucchieri. Possiamo raccogliere e produrre la materia prima localmente. L’obiettivo imminente della mia azienda è utilizzare l’intero flusso di capelli di scarto nei Paesi Bassi entro la fine del 2022, per poi espanderci ulteriormente prima nei paesi vicini e poi nei vari continenti”, continua la designer.

Infatti l’aspetto più interessante sembra essere proprio questo, ovvero che Zsofia Kollar venga pian piano contattata da marchi e altri colleghi designer per conoscere l’innovazione che lei propone per la moda 2022. “Ormai i vari marchi della moda sanno di dover cambiare i materiali e il sistema di produzione. Intanto i consumatori stanno spingendo per prodotti più sostenibili”, continua Zsofia. “La moda dopotutto è uno strumento per mostrare le nostre identità, ma quell’identità non dovrebbe essere solo nella silhouette dei capi, ma dovrebbe diventare il materiale che rappresenta la stessa mentalità sostenibile”, conclude convinta.

Un’idea senz’altro innovativa che sembra poter davvero trasformare la moda 2022 nei Paesi Bassi. E forse, prima di quanto possiamo immaginare, anche nel resto dell’Europa.

Leggi anche:

L’evoluzione della moda e del suo impatto ambientale per salvare il pianeta

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Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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