Nella guerra Ucraina-Russia è emerso forte e chiaro il disappunto di Putin al possibile ingresso nella NATO dell’Ucraina. Questo ha creato un’azione da parte dei Paesi pro e contro la presenza dell’Ucraina nell’Associazione Atlantica.

Nel 1955 l’URSS e gli altri stati socialisti, che facevano parte del “blocco dell’Est”, aderirono al Patto di Varsavia, un’alleanza militare che aveva a sua volta lo scopo di fare da deterrente. Di questa alleanza faceva parte anche l’Ucraina, che ai tempi era una delle Repubbliche dell’Unione Sovietica. Russia e Ucraina furono sempre lontane da uno scontro, sino alla disgregazione del Patto di Varsavia, legato alla fine dell’URSS, nel 1991.  

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La NATO: perché è nata e chi ne fa parte

La NATO è un’alleanza formata da 30 Paesi, impegnati a collaborare pacificamente e risolvere crisi fra alleati tramite azioni militari. La NATO fu istituita il 4 aprile del 1949 da 12 Paesi: USA, Francia, Italia, UK, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Canada, Portogallo, Islanda, Lussemburgo e Norvegia; questi firmarono a Washington la “Lega Atlantica”.

La NATO, nel corso degli anni, ha aperto l’accesso ad altri Paesi; il totale attuale è di 30 Stai membri: Albania, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del nord, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Turchia, Ungheria.

Ad essi si aggiungono 11 Stati membri associati: Armenia, Austria, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Finlandia, Georgia, Moldova, Serbia, Svezia, Svizzera e Ucraina. Si contano anche 4 stati membri del Mediterraneo: Algeria, Giordania, Israele, Marocco. L’organo di vertice della NATO è il Consiglio Atlantico in cui, a cadenza periodica, i ministri degli Affari Esteri o della Difesa, si riuniscono per prendere decisioni all’unanimità. L’attuale Segretario Generale è il norvegese Jens Stoltenberg.

La presenza di così tanti Paesi siti al confine russo, pronti ad essere accolti nella NATO, ha allertato Putin per diversi motivi, compreso il fatto che alcune scelte militari russe, come la conquista della Crimea, non potrebbero più passare in secondo piano.

I Paesi fuori dalla NATO e le loro posizioni sulla guerra Ucraina-Russia

In seguito al governo di Trump e all’Embargo dell’Iran, la Repubblica Islamica ha rinunciato alla sua presenza nella NATO, così come Venezuela, Cuba, Cina e Bielorussia. I Paesi fuori dalla NATO, in questo periodo storico, giocano un ruolo significativo perché potrebbero condannare o appoggiare la Russia.

Pochi giorni fa, il 25 febbraio 2022, il presidente iraniano Raisi ha affermato, in un colloquio col presidente russo Putin, che l’espansione a Est della NATO rappresenta una seria minaccia alla stabilità e alla sicurezza di Paesi esclusi dall’accordo. Nonostante ciò, l’Iran si pone come contrario alla guerra contro l’Ucraina.

Il 1 marzo 2022 l’ambasciatore iraniano Kazem Jalali ha incontrato Konstantin Fyodorovich Zatu, il vicepresidente della Duma russa (la camera di deputati, con sede a Mosca): nel dialogo fra le due autorità sono state analizzate le relazioni con i cittadini russi all’estero e parte delle tematiche inerenti la guerra.

Questo incontro ha mostrato quanto la situazione stia muovendo Paesi apparentemente lontani dall’Europa, ma molto vicini ai confini russi in Asia. Il Ministro degli affari esteri iraniano, in un discorso internazionale ha sottolineato che “la guerra non è una soluzione alla crisi ucraina ed è imperativo un cessate il fuoco“. 

L’Iran e la Cina nelle decisioni della Russia

L’Iran e la Cina sono due Paesi estremamente vincolanti in questa guerra. Come funamboli, il loro oscillare potrebbe determinare alcune manovre della Russia e influire sulle azioni in Ucraina. Nella giornata del 1 marzo 2022 la Cina si è dimostrata influente sulle possibili soluzioni al conflitto, offrendosi come mediatore.

Il ministro degli affari Esteri cinese, Wang Yi, ha tenuto un colloquio telefonico con il ministro degli Affari Esteri ucraino Dmytro Kuleba; in questo importante dialogo la Cina si è proposta come mediatore. Wang Yi ha inoltre affrenato che la Cina  “deplora lo scoppio della conflitto tra Ucraina e Russia“, come afferma anche il sito degli Affari Esteri cinesi e quello ucraino. 

Questo aspetto potrebbe mitigare le scelte della Russia e determinare un rallentamento nelle decisioni di Putin. Lo stesso per l‘Iran, che si è esposto come contrario alla guerra, nonostante la sua alleanza con la Russia. Se anche i Paesi vicini a Putin si mostrano contrari alle sue azioni, le scelte future della Russia potrebbe essere maggiormente vincolate dal contesto internazionale.

 

 

 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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