Nel primo trimestre di questo 2022 si è registrato un aumento del 131% sulle utenze domestiche della luce e del 94% su quelle del gas rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente (Arera). Le cause di questo aumento dei prezzi sono diverse, una su tutte la crisi geopolitica ucraina. Ma una svolta dei prezzi dell’energia potrebbe arrivare dalle comunità energetiche.

Le cause dell’impennata dei prezzi dell’energia

Se da un lato la guerra in Ucraina ha peggiorato la situazione, occorre precisare che non si tratta dell’unica causa. Infatti l’impennata dei prezzi è dovuta anche all’aumento delle “quote di emissione” di CO2. Si tratta delle quote di emissione dell’UE che vengono assegnate ogni anno in quantità variabili alle aziende. In pratica, coloro che inquinano di più devono acquistare più permessi per continuare a poter emettere CO2 senza incorrere in sanzioni. Al contrario, le aziende più virtuose possono vendere le proprie quote inutilizzate di CO2. Il sistema, come si può desumere, è orientato a incentivare il passaggio a forme di energia più green e rinnovabili.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Come funzionano le comunità energetiche

Una via sempre più attuale, green e conveniente sembra quella che porta alle comunità energetiche: organizzazioni collettive che può attuare ogni singolo cittadino. È sufficiente che in uno o più comuni italiani si associno tra loro dei cittadini, magari anche con piccoli commercianti o imprenditori, per poter sfruttare piccoli impianti energetici rinnovabili nel territorio in cui abitano, potendo contare anche sull’Energy Service Company (ESCO), un software per monitorare benefici e scambi dei propri consumi, anche da smartphone.

Una comunità energetica deve essere un’entità legale che unisce i futuri consumatori e produttori dell’energia. In questo modo il consumo energetico si ottimizza e anche il beneficio è notevole rispetto a un sistema individuale classico, come la bolletta dell’energia.

La comunità energetica crea infatti più energia di quella che consuma, offrendo la possibilità agli stessi utenti di installare anche delle colonnine di ricarica.

Normativa e vantaggi delle comunità energetiche

La normativa italiana è ancora embrionale e di realtà energetiche del genere ce ne sono ancora poche nel nostro Paese. Secondo la Delibera Arera 318/2020/R/EEL, l’energia condivisa sarà quella che verrà prodotta dagli impianti a energia rinnovabile e auto-consumata, anche tramite l’utilizzo di sistemi di accumulo, dai membri della comunità. Questo incentivo attualmente ha durata di 20 anni. Un vantaggio diretto che consentirà la comunità energetica saranno i 110 euro/MWh di risparmio in bolletta collettivo per ogni comunità.

Il Governo italiano, anche grazie al PNRR, sembra voler accelerare verso questo modello di comunità energetico. In Italia ci sono dei progetti pilota (come Tirano, Storo e CER Monviso), ma sono appena 20 e soprattutto al Nord. Attualmente inoltre la normativa definisce le comunità energetiche quelle produttrici di circa 50kb, ma si prevede un aumento fino a 1000kb (1MB).

La svolta delle comunità energetiche

Esempio di impianto fotovoltaico, come quello che porterà alla creazione di comunità energetiche in Portogallo.

L’energia condivisa in Europa

In Europa le comunità energetiche sono molto più diffuse: Germania (1700), Danimarca (700), Svezia, Regno Unito e sono anche molto più rilevanti. Anche altri Paesi si stanno avvicinando a questa pratica, come il Portogallo che nelle scorse settimane ha annunciato la creazione di comunità energetiche promuovendo la condivisione dell’energia solare fotovoltaica. Secondo l’azienda Greenvolt, l’UE ha già deciso di creare comunità energetiche sul suo territorio per una capacità di 3,1 MW, in grado di compensare 1.234 tonnellate di gas inquinanti nell’atmosfera. 

Come evolveranno in futuro?

Le nuove normative che saranno completate entro la fine dell’anno agevoleranno nuove comunità energetiche. Uno degli obiettivi del PNRR è di realizzare almeno 2000MB condivisi, ma si può anche arrivare oltre questo obiettivo. Benefici ambientali numerosi, come anche quelli economici: incentivi più concreti, tariffa incentivante a MB/h, oppure sconti in bolletta. Entro la seconda metà dell’anno si potranno vedere le prime strutturate comunità energetiche italiane che potranno davvero dare un notevole aiuto a tutti i membri della comunità.

Leggi anche:

Fusione nucleare: la svolta che potrebbe darci nuove risposte

Condividi su:
Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici