Dopo un referendum nel 1990, l’Italia chiudeva ufficialmente l’ultima centrale nucleare in attività. Ma il tema non si è mai davvero concluso e anzi, nell’ultimo periodo si è riacceso. Complice l’aumento vertiginoso dei prezzi di energia elettrica e gas, il Paese si trova spaccato sulla decisione di tornare a investire sull’energia nucleare o meno. Un’importante svolta sulla fusione nucleare, compiuta negli ultimi giorni dal laboratorio Joint European Torus (JET) di Oxford del Regno Unito potrebbe però risolvere alcuni dubbi in merito. Vediamo di fare chiarezza e di capire anche qual è la differenza tra fusione e fissione nucleare in termini di sostenibilità e di sicurezza.

Aumento dei costi energetici

Negli ultimi mesi la spesa per energia elettrica e gas naturale ha registrato un aumento del 42%. Questo è quanto ha rivelato il monitoraggio periodico dei costi di Unioncamere e BMTI (società del Sistema camerale italiano per la regolazione) nel primo trimestre 2022, rispetto allo scorso anno. Molte sono le cause che gravano sull’aumento dei prezzi, ma due sono quelle principali. La prima riguarda il rincaro delle quotazioni internazionali del gas naturale, la seconda interessa l’aumento del costo per “compensare” le emissioni generate da fonti fossili (schizzato da 33 a 79 euro a tonnellata di CO2).

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La fusione nucleare in Italia

Nel nostro Paese l’energia nucleare muove i primi passi negli anni Sessanta. La prima centrale nucleare venne inaugurata a Latina il 12 maggio 1963. A questa ne seguirono altre quattro: Trino (Piemonte), Caorso (Emilia-Romagna), Montalto di Castro (Lazio) e Sessa Aurunca (Campania). Queste centrali facevano figurare l’Italia al terzo posto nel mondo (dopo Usa e Inghilterra) come produzione di nucleare. Con il disastro di Chernobyl, nel 1987 oltre l’80% degli italiani si espresse a favore della chiusura delle centrali nucleari sul suolo italiano.

Vent’anni dopo, nel giugno 2008, un decreto-legge del quarto governo Berlusconi, prevedeva “la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Il 12-13 giugno 2011 si tenne un altro referendum. Anche questa volta gli eventi internazionali, forse influirono sul risultato. Infatti, appena tre mesi prima, nel marzo 2011, ci fu il disastro giapponese della centrale nucleare di Fukushima. La risposta degli italiani fu ancora più netta: il 94% fu favorevole all’eliminazione del nucleare in Italia.

L’energia green della fusione nucleare

Il dibattito resta aperto perché la fusione nucleare resta una delle opzioni più promettenti per generare l’energia più pulita di cui il mondo ha disperatamente bisogno. La fusione nucleare è il processo che avviene nel cuore delle stelle e fornisce energia all’intero universo. Si tratta del processo opposto alla fissione che è quello utilizzato oggi nelle centrali nucleari. Una combinazione di gas idrogeno, deuterio e trizio viene riscaldata e temperature di oltre i 100 milioni di gradi Celsius. Questa dà vita a un plasma che può fornire un’enorme quantità di energia.

Questo processo è considerato green dalla scienza in maniera unanime. Non rilascia emissioni di carbonio, permetterebbe di dire addio a combustibili abbandonati e una volta immessa sul mercato avrebbe gli stessi costi di un’altra energia. Altri due sono gli aspetti determinanti. La massima efficienza energetica (1kg di plasma da fusione fornirebbe la stessa quantità di energia di 10 milioni di kg di combustibile fossile) e infine, ma non ultimo per importanza, la sicurezza. Un incidente su larga scala è pressoché impossibile dato che la quantità di carburante usata è minima e inoltre non esiste il rischio di una reazione incontrollata.

Tutti aspetti positivi che però hanno sempre trovato delle difficoltà tecniche nella loro realizzazione, infatti nessun esperimento ha generato più energia di quanta ne serve al processo di fusione, almeno fino a pochi giorni fa.

La mini-stella sulla Terra

Gli scienziati europei hanno compiuto negli ultimi giorni un importante passo avanti sulla fissione nucleare. Il laboratorio Joint European Torus (JET) di Oxford del Regno Unito ha registrato un record assoluto per la quantità di energia che si può estrarre da due forme di idrogeno. L’esperimento in questione ha prodotto 59 Mega Joule di energia in appena cinque secondi. Un risultato modesto di per sé, dato che l’energia in questione non è enorme, ma è più del doppio di quella che gli scienziati ottennero nel 1997 con test simili.

Gli scienziati che hanno preso parte all’esperimento si dicono entusiasti. Per quanto possa sembrare un piccolo passo, costituisce un balzo determinante verso la creazione di una mini-stella sul nostro pianeta. “Abbiamo dimostrato che possiamo creare una mini-stella all’interno della nostra macchina e tenerla lì per cinque secondi e ottenere prestazioni elevate, il che ci porta davvero in un nuovo regno”, conclude Joe Milnes, capo delle operazioni presso il laboratorio del reattore.

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Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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