La crisi energetica è un problema attuale e sicuramente lo sarà anche nel prossimo futuro. I prezzi che salgono e l’inverno vicino esigono delle soluzioni. Sviluppare comportamenti più accorti nell’utilizzo dell’energia e del gas da parte di tutti i cittadini europei potrebbe essere determinante per attutire il disagio. Occorre sviluppare una vera e propria cittadinanza energetica, sviluppando azioni energetiche guidate che contribuiscono alla transizione verso un’energia pulita e migliorano l’efficienza energetica all’interno delle comunità locali.

L’introduzione delle comunità energetiche europee

Con il pacchetto Energia pulita per tutti gli europei, l’UE ha introdotto nella sua legislazione il concetto di comunità energetiche, in particolare come comunità energetiche dei cittadini e comunità di energia rinnovabile. La direttiva sulle regole comuni per il mercato interno dell’energia elettrica – (UE) 2019/944 – include nuove regole che consentono la partecipazione attiva dei consumatori. Essi infatti diventano anche produttori e possono vendere o condividere l’energia.

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Negli ultimi anni inoltre, il Parlamento europeo ha finanziato la Commissione Europea per la creazione di due diversi progetti che dovrebbero contribuire alla diffusione delle migliori pratiche e fornire anche assistenza tecnica per lo sviluppo di iniziative concrete della comunità energetica in tutta Europa. Energy Communities Repository è il primo progetto, lanciato lo scorso aprile, che punta a creare comunità energetiche nelle aree urbane. L’altro è un hub di consulenza che riguarda le comunità energetiche rurali ed è stato lanciato a giugno 2022.

Come si è giunti alle comunità energetiche

Stando a numerosi studi, le famiglie rappresentano circa un quarto del consumo finale di energia in Europa e circa un quinto del consumo interno lordo di energia. Di questi, quasi due terzi sono destinati al riscaldamento, di cui oggi le rinnovabili rappresentano solo un quarto. È quindi indispensabile rendere il consumo energetico complessivo delle famiglie più ecologico, a zero emissioni e anche più economico. Uno dei migliori metodi previsti è la formazione di comunità energetiche.

L’Università danese di Aalborg, con la collaborazione di ricercatori polacchi, olandesi e indiani, ha avviato due nuovi progetti H2020 chiamati SERENE (Sustainable and Integrated Energy Systems in local communities) e SUSTENANCE (Sustainable Energy System for Achieving Novel Carbon Neutral Energy Communities). L’obiettivo principale di entrambi è quello di garantire una transizione verde nelle comunità energetiche locali, integrando quanta più energia rinnovabile possibile in modo flessibile ed efficiente.

Tutti i siti dove sono stati avviati i progetti si concentrano sulla formazione di comunità energetiche locali per soddisfare il fabbisogno energetico in relazione a due o più vettori energetici, ovvero elettricità, calore, acqua, acque reflue e il loro collegamento alla fornitura di energia rinnovabile.

Università di Pisa

Sarà a Pisa la prima cattedra universitaria al mondo in “Sustainable Energy Communities”.

A Pisa la prima cattedra al mondo

L’Università di Pisa è la prima in Europa e nel mondo ad attivare la cattedra dell’Unesco in “Sustainable Energy Communities” che contribuirà alla missione dell’Agenzia delle Nazioni Unite di diffusione di programmi di sviluppo sostenibile attraverso la promozione dell’uso e della produzione di energia sostenibile. L’obiettivo finale dell’insegnamento accademico sarà quello di definire principi e strumenti tecnici di progettazione per la simulazione e la definizione di comunità energetiche completamente autonome attraverso metodi innovativi per l’integrazione di sistemi elettrici e termici, alimentati solo da fonti rinnovabili prodotte localmente. Il docente della cattedra Unesco sarà Marco Raugi.

Leggi anche:

Comunità energetiche: cosa sono e perché possono abbassare i prezzi della bolletta

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Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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