I report e le statistiche pubblicate di recente indicano che la qualità dell’aria in Italia è in graduale miglioramento. In particolare, secondo l’agenzia europea dell’ambiente (AEA), la concentrazione degli inquinanti nell’aria è in costante calo in tutta Europa. L’impatto positivo si estende anche al numero di morti premature causate dall’inquinamento atmosferico.

Ciò nonostante, molte zone continuano a superare i limiti stabiliti dalle linee guida globali sulla qualità dell’aria dell’OMS del 2021. Inoltre, l’inquinamento atmosferico resta una delle principali cause di mortalità e di problemi di salute. Per questo è importante analizzare le strategie messe in atto dall’UE e in particolare dall’Italia.

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Gli ultimi dati sulla qualità dell’aria in Italia e in Europa

Secondo il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA), le statistiche sulla qualità dell’aria degli ultimi 10 anni in Italia confermano una diminuzione generale degli inquinanti nell’aria. Infatti, per le polveri sottili – PM10 e PM2.5 – e per il biossido di azoto, le stazioni di monitoraggio registrano livelli sotto i limiti giornalieri nella maggior parte di queste. Inoltre, in base ai dati relativi al 2022 dell’Eurostat, l’Italia ha conseguito uno dei migliori risultati in Europa per quanto riguarda la diminuzione di emissioni di gas serra.

La Pianura Padana, invece, è caratterizza ancora dai livelli più alti di particolato nell’Europa occidentale. Principalmente a causa dell’elevata densità della popolazione, delle industrie e della particolare posizione geografica. La situazione in Italia in generale rimane sostanzialmente stabile negli ultimi 3-4 anni. Nonostante si assista a graduali miglioramenti non si registrano ancora progressi netti.

Altro dato positivo, registrato nell’Air quality in Europe 2022, è il numero di decessi prematuri da esposizione a PM2,5, calato del 45% dal 2005 in Europa. Resta però ancora troppo alta la percentuale di popolazione urbana esposta a concentrazioni elevate di particolato. Viene anche evidenziato come la combustione a fini di riscaldamento negli edifici rappresenta la principale fonte di inquinamento da particolato (44%). Le fonti che seguono consistono nella produzione industriale, il trasporto su strada e l’agricoltura.

I progressi fatti tra strategie in atto e obiettivi in corso

L’iniziativa europea più ambiziosa in merito alla qualità dell’aria è il “Zero pollution action plan“. Infatti, Il 12 maggio 2021 la Commissione europea ha adottato il piano d’azione dell’UE “Verso un inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo”. Il piano, infatti, rientra nelle iniziative del Green Deal europeo. Lo scopo del progetto è quello di ridurre significativamente il numero di morti e gli effetti negativi sull’ecosistema legati all’inquinamento atmosferico. La strategia è stata ideata anche per contribuire agli stessi obiettivi inseriti nell’agenda 2030 – sottoscritta dalle Nazioni Unite – per lo sviluppo sostenibile.

Percentuale di raggiungimento dell'obiettivo relativo alla qualità dell'aria in Europa.

Percentuale di raggiungimento dell’obiettivo relativo alla qualità dell’aria in Europa.

In particolare, le politiche specifiche adoperate riguardano la regolamentazione dei parametri da rispettare per le emissioni, la sensibilizzazione sul tema e i finanziamenti rivolti ai singoli progetti legati all’iniziativa. Uno degli strumenti recenti, per esempio, è l’indice europeo della qualità dell’aria, la quale piattaforma permette di monitorare la qualità dell’aria – in tempo reale – della zona in cui si vive.

In Italia, in merito alle riforme collegate alla missione della transizione ecologica del PNRR, è stato approvato – il 23 dicembre del 2021 – il piano nazionale di controllo di inquinamento atmosferico. Lo scopo della riforma è quello di allineare la legislazione nazionale e regionale, per garantire un sistema di riferimento che punti a migliorare la qualità dell’aria nel paese.

La qualità dell’aria attraverso l’evoluzione dei contesti urbani

Secondo un’indagine dell’Istat, nel 2022 oltre la metà della popolazione dai 14 anni e più, avverte come prioritari i problemi legati all’inquinamento dell’aria. Ciò è in linea con i recenti sviluppi urbani che stanno attraversando diverse città in Europa e in Italia. Infatti, è possibile notare una tendenza diffusa verso la pedonalizzazione delle aree urbane e l’inserimento della flora nelle stesse.

In alcuni casi – è un esempio il quartiere berlinese di Graefekiez – vecchie aree adibite a parcheggi diventano luoghi di aggregazione. In altri, ad esempio Plaza de la Reina a Valencia, una vecchia crocevia di autobus e automobili può diventare una piazza interamente pedonale, favorendo così la sicurezza dei pedoni e la qualità dell’aria. Anche in Italia, casi come Piazza Spoleto a Milano, possono essere presi come indicatori di una certa preferenza a vivere la città da pedoni che non devono preoccuparsi di respirare sostanze nocive.

Gli ultimi dati e i casi virtuosi sempre più frequenti indicano un miglioramento graduale dei parametri legati alla qualità dell’aria. Inoltre, sono presenti diverse strategie sia a livello nazionale sia a livello locale per contrastare i problemi relativi all’inquinamento atmosferico. Anche se alcuni obiettivi non sono stati completamente raggiunti, la situazione è in miglioramento. Infatti, è possibile che nei prossimi anni sempre più persone potranno respirare aria pulita mentre si recano a lavoro o a scuola o visitano una città.

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Giuseppe Palomba

Giuseppe Palomba

Dottore politologo di matrice napoletana, attualmente studio relazioni internazionali alla Federico II e coltivo la mia ossessione verso l'Unione europea.

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