Di guerre al mondo ce ne sono tante e la visita storica di Papa Francesco all’interno dei territori della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan ha riportato all’attenzione mondiale quelle dimenticate. Il Papa, in questo caso, ha subito richiamato coloro che si servono del territorio africano per scopi che vanno contro lo sviluppo del continente e la sua visita può essere fonte di scambio culturale e di una maggiore sensibilizzazione verso quei luoghi.

Le guerre dimenticate in Africa centrale

Papa Francesco di ritorno da una visita in Africa centrale, ha riportato al centro dell’attenzione la fragilità della Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan, dove il protrarsi di conflitti ha provocato lo sfollamento di più di un milione di civili stando ai dati dell’agenzia ONU per i rifugiati.

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In entrambe le tappe della sua visita, il Papa ha rimarcato lo scopo della pace in due paesi ricchi di risorse naturali ma allo stesso tempo martoriati da corruzione, conflitti armati e povertà. “Il tema della violenza è un tema quotidiano – dice Papa Francesco – Eppure, ho visto in questi sei giorni tanta cultura e tanta voglia di andare avanti”.

La Repubblica Democratica del Congo e le sue guerre dimenticate

Nella Repubblica Democratica del Congo siamo di fronte ad una guerra dimenticata da oltre trent’anni. Lo sfruttamento illegale delle risorse naturali e minerarie, ma soprattutto lo scontro in costante deterioramento con i paesi limitrofi nella zona orientale, peggiorano la stabilità del Paese. Accanto alla Repubblica Democratica del Congo, c’è il Ruanda, uno degli Stati più stabili e in crescita del continente, che mostra l’insofferenza verso il paese vicino, accusato di non riuscire a mantenere il controllo del proprio territorio.

Tuttavia, le Nazioni Unite provano a porre fine a questa situazione o quantomeno a limitare i danni: nello specifico, la missione “Monusco” prova a portare pace all’interno di questi territori e far cessare le cosiddette guerre dimenticate tramite interventi di stabilizzazione e organizzazione. L’ONU, inoltre, svolge un ruolo di protezione nei confronti dei civili e operatori umanitari che sono sotto costante minaccia.

Sud Sudan e il sogno di libertà mancato

Anche in Sud Sudan la situazione non è delle migliori e le guerre dimenticate svolgono ancora un ruolo da protagoniste. Il Sud Sudan nasce nel 2011 dopo cinquant’anni di guerra e un referendum dove il 98,8 per cento della popolazione vota per la separazione dal Sudan. Le aspettative purtroppo lasciano spazio alla realtà e difatti dopo neanche tre anni scatta una nuova guerra civile che spazza via le speranze di crescita economica e sviluppo all’interno del Paese.

Tutto nasce da un contrasto politico che vede protagonisti il presidente Salva Kiir e il suo vice Riek Machar: da quel momento in poi il conflitto si trasforma in guerra tribale dovuto principalmente al fatto che i due politici appartengono a due gruppi etnici diversi: Kiir appartiene ai Dinka e Machar ai Nuer. Dopo più di dieci anni e diversi tentativi a favore della pace persistono le schermaglie tra etnie e la fine della guerra sembra sempre più lontana.

Le guerre dimenticate in Africa e il ruolo del Papa

Di guerre dimenticate in Africa ce ne sono tante, come quella del delta del Niger dove i contrasti etno-politici proseguono dai primi anni Novanta. Il Paese più povero del mondo, secondo l’indice di sviluppo umano, rimane preda di scontri violenti e atti terroristici che continuano a produrre vittime e destabilizzano la Nazione.

“Speranza è la parola che vorrei lasciare a ciascuno di voi. La speranza, in Africa specialmente, è nel segno della donna e vorrei ringraziare e benedire in modo speciale tutte le donne del Paese – spiega Papa Francesco – Oggi siamo tutti preoccupati di una guerra in Europa anche se da anni ci sono guerre dimenticate in tutto il mondo: Siria, Yemen, Myanmar o Africa. Guerre dimenticate perché non appartengono all’Europa ed è un peccato dimenticarle così”.  

Più di cinquanta guerre sono in atto nel mondo, eppure c’è ancora chi crede nella pace e il viaggio del Papa potrebbe portare un vero ventaglio di speranza e cambiamento che tanto urge in Africa. Inoltre, la vera sfida sarà quella di mostrare la bellezza e la ricchezza di questi luoghi e non soltanto le torture o ingiustizie, perché così facendo si dona una nuova linfa all’essere umano.

Un’esempio positivo riguarda l’iniziativa che erroneamente prende il nome “Open Caps”, tonnellate di tappi di plastica raccolti, venduti e riciclati finanziano borse di studio ai ragazzi del Sud Sudan che attraverso l’istruzione ritrovano la speranza per un mondo migliore.

“Questi sono tappi che non chiudono ma aprono a possibilità per l’uomo e per l’ambiente, con il recupero e il riciclo della plastica da un lato, e dall’altra l’opportunità di un riscatto” ha spiegato la giornalista Marta Genova, approfondendo il progetto, che parte dal Sud Italia, dove i cittadini raccolgono tappi di plastica, che poi vengono stoccati e svuotati in grosse buste del peso di 170 kg ciascuna. Una volta riciclati i tappi vengono poi venduti come semilavorato ad altre imprese che a loro volta processano il medesimo per produrre oggetti come tubi, utensili o complementi d’arredo. Il ricavato è devoluto a sostegno degli studi di giovani sudanesi.

 

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Vincent Truppo

Vincent Truppo

Tra i miei focus principali, abbattere gli stereotipi che talvolta non danno la possibilità di conoscere realmente chi ci circonda, la definizione del termine stereotipo rappresenta appieno il mio lavoro. Con enorme piacere collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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