Ci sono bambini che non possono andare a scuola, ma pur di imparare si nascondono dietro le finestre della classe e ascoltano le maestra, imparando a leggere e scrivere. Ci sono ragazzi e ragazze, uomini e donne che scappano, diventano schiavi e affrontando il Mediterraneo in condizioni estreme, per non morire come topi in gabbia. Come quel giovane ragazzo di nome Kaba che, da migrante, diventa cittadino italiano e ottiene il diploma di maturità.

Tutte queste persone sono Kaba. Un bambino, un ragazzo, oggi un uomo, che ha affrontato la brutalità di una vita da migrante per poi diventare un esempio per altri e diplomarsi come metalmeccanico a Venezia.

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Il ragazzo che sognava la maturità

Kaba Mohammed è nato in Costa d’Avvio, vittima di un attacco di mafia è scappato verso la Libia, vedendo e vivendo cose che un sedicenne non dovrebbe neanche immaginare. Era solo un giovane ragazzo, che non ha voluto voltarsi indietro, ma solo andare avanti, perché ama la vita.

“Sono scappato dalla Costa d’Avorio che ero un adolescente e sono più di 8 anni che non torno – racconta Kaba – ma ora sono pronto a riabbracciare la mia mamma e i miei fratelli e sorelle. Ho una storia come quelle di tanti ragazzi scappati dall’Africa, ma io sono io. Ho un debito nei confronti della vita e la onoro ogni giorno. Quando sono arrivato in Italia, a Venezia, ho capito che quello che dovevo fare era diventare quello che non potevo essere nel mio Paese. Così ho trovato lavoro, imparato l’italiano (e il veneziano!) e iniziato la mia nuova vita: sono Kaba, il ragazzo della Costa d’Avorio che ora è anche veneziano.

Sento spesso la mia mamma, a cui devo tutto. Ogni giorno cerco di renderla fiera di me, perché non è fisicamente in Italia ma dal nostro villaggio della Costa d’Avorio mi segue. La cosa per me più importante è realizzarmi. Così ho iniziato a studiare: terza media e, ora, il diploma di maturità, che è stato il mio desiderio più grande. Sono davvero felice. Potrò fare un lavoro che mi piace e magari iscrivermi all’università. La prima cosa che ho fatto, però, è stato comprare un biglietto per tornare a casa, in Africa…me lo merito, dopo tutto questo studio! Soprattutto se lo merita la mia famiglia, che mi aspetta da tanto tempo”.

Le mille passioni di Kaba

Da quando sono arrivato in Italia – continua Kaba, sorridente – mi sono sempre dato da fare per aiutare chi, come me, ha vissuto da migrante. Sono inserito in molte associazioni, fra cui Refugees welcome, che mi ha affidato ad una splendida famiglia italiana, quando sono arrivato a Venezia. Nella mia quotidianità cerco di organizzare attività e fare volontariato. Da un anno sono co-fondatore dell’Associazione non profit Griots, che nella mia lingua significa Cantastorie. Con 4 amici raccontiamo storie di migranti che sono arrivati in Italia, abbiamo creato una rivista, organizziamo eventi e raccolte fondi. Mi sento completo a Venezia, ma devo tornare dalla mia famiglia per un po’, perché mi manca; ho dei nipoti da conoscere e amici da rivedere, con cui mi divertivo a costruire zattere per attraversare il fiume di San Pedro.

Voglio essere d’aiuto a tutti coloro che, come è successo a me, si sentono persi in un Paese straniero. Lavoro i un’azienda, ma nel tempo libero sono mediatore culturale e aiuto altri ragazzi dell’Africa Sub-Sahariana a destreggiarsi fra documenti e burocrazia. Voglio che tutti i ragazzi che arrivano in Italia non si abbattano: ognuno di noiimpegnandosi, può superare le difficoltà, da quelle linguistiche a quelle legali e integrarsi. Il diploma di maturità è stato per me difficile, come per ogni ragazzo italiano: notti insonni, tesine su D’Annunzio e la paura per la seconda prova. Non voglio più rifarlo, ma fa parte di una delle avventure più grandi che abbia vissuto, proprio perché ci ho davvero creduto”.

 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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