Come ritrovare il valore del tempo e dell’incontro? La storia di Nicolò Guarrera, in arte Pieroad, mostra come da un’idea e un’insoddisfazione possa nascere un nuovo percorso di vita. Pieroad ha scelto di compiere il giro del mondo: dopo 5 anni è tornato a casa a Malo (Vicenza), percorrendo 35mila km, per dimostrare che un altro modo di viaggiare è possibile.
Giro del mondo a piedi: la scelta di partire quando il mondo si ferma
Il 9 agosto 2020 il mondo imparava il significato di lockdown. In quello stesso momento, intanto, Nicolò Guarrera, noto online come Pieroad, ha compiuto un gesto controcorrente. Ha aperto la porta della sua casa di Malo ed è partito. Da lì è iniziato un viaggio destinato ad abbracciare il pianeta. La sua non è stata una fuga. È stata una scelta ponderata. Anzi, nasceva da un profondo desiderio di comprendere il mondo, in un periodo di profonda incertezza. Voleva andare oltre le narrazioni dei media e i ritmi frenetici della società. L’idea di un giro del mondo a piedi era la risposta a un’esigenza di autenticità.
L’obiettivo era viaggiare senza aerei. Si sarebbe affidato solo alla forza delle sue gambe e alla generosità del prossimo. Il tutto con un budget minimo, circa 10 euro al giorno. Effettivamente, armato di uno zaino e del suo carrellino da trekking “Ezio”, ha intrapreso questa incredibile avventura di 1.849 giorni. Un’impresa che lo ha portato ad attraversare quattro continenti per 35.000 chilometri. La sua partenza, in un momento storico così unico, ha amplificato il valore del suo gesto. Il suo cammino intorno al mondo è diventato un simbolo di speranza.
Le sfide di un viaggio a piedi intorno al mondo: burocrazia e resilienza
Un viaggio di cinque anni a piedi è, per natura, un’immersione nell’imprevedibilità. Le difficoltà incontrate da Nicolò non sono state semplici contrattempi. Si sono rivelate, anzi, vere e proprie lezioni di vita. Una delle sfide più grandi è stata la burocrazia. Arrivato in Perù, è stato costretto a un’attesa di otto mesi per un visto. Un ostacolo che avrebbe potuto fermare il suo giro del mondo a piedi. Tuttavia, Pieroad lo ha trasformato in un’opportunità. Quel tempo sospeso è diventato un periodo di profonda immersione nella cultura locale. Un’occasione per stringere legami e comprendere un paese dall’interno.
Un’altra prova cruciale è stata la traversata dell’Oceano Atlantico su un catamarano di 15 metri. Lì ha sperimentato la vulnerabilità umana di fronte alla natura. Ogni tappa del suo viaggio a piedi intorno al mondo portava incertezza. Eppure, in questo vuoto si è manifestata la soluzione: la solidarietà umana. Il superamento delle difficoltà non è dipeso solo dalla sua tenacia. È stato possibile grazie a una rete invisibile di aiuto. La fiducia si è dimostrata la moneta più preziosa per un viaggiatore.
Il manifesto del turismo lento: la filosofia dietro un giro del mondo a piedi
L’impresa di Nicolò trascende il racconto personale. Diventa un manifesto vivente dello slow tourism. Questo approccio al viaggio sta guadagnando sempre più consensi. In un’epoca dominata dal turismo di massa, che mercifica i luoghi, viaggiare a piedi è un’alternativa radicale. È una scelta sostenibile a livello ambientale, culturale e sociale. Infatti, camminare significa entrare in relazione con il territorio. Si sostengono le economie locali. Si crea un legame autentico con le comunità. Un’esperienza come questo giro del mondo a piedi sposta il focus. L’attenzione passa dalla destinazione finale al percorso stesso.
Il valore non risiede nel collezionare luoghi su una mappa. Si trova nell’accumulare storie, volti e comprensione. Il cammino di Pieroad è la dimostrazione pratica di questa filosofia. La vera ricchezza di un viaggio si trova in ciò che accade “in mezzo”. In quegli spazi che il turismo convenzionale sorvola. Dunque, è un invito a riscoprire la curiosità. A guardare il mondo con occhi nuovi. Per vivere un’avventura non serve andare lontano, ma andare in profondità.
Il mondo in un passo: cosa resta di questo cammino planetario
Dopo cinque anni, il ritorno a casa non è la fine, ma un nuovo inizio. L’eredità di un’esperienza così trasformativa non si esaurisce nei chilometri. Vive nel messaggio che Nicolò porta con sé. Questa incredibile avventura diventerà un libro. Sarà la prova che il mondo è un luogo molto più accogliente di quanto si pensi. La sua testimonianza è un potente antidoto alla paura e al pregiudizio. Il messaggio che emerge è un invito universale. Ci spinge a riconsiderare il nostro posto nel mondo. A rivedere il nostro rapporto con gli altri.
Non tutti possono compiere un giro del mondo a piedi. Ma chiunque può integrare la filosofia della lentezza e dell’incontro nella propria vita. Possiamo esplorare il nostro quartiere con più attenzione. Possiamo parlare con uno sconosciuto. Scegliere un sentiero invece di un’autostrada. L’insegnamento di questo viaggio intorno al mondo è forse questo. La più grande avventura è rimanere “con i piedi per terra”, presenti e aperti al mondo che ci circonda. Un passo alla volta.

