Le 10 domande per essere più consapevoli sulle cause del surriscaldamento globale per una svolta green

 

Quali sono le vere cause del surriscaldamento globale? Sono nati molti luoghi comuni che mettono in discussione la scienza e i numerosi passi in avanti per contrastare le cause del surriscaldamento globale. Spesso, poi, succede che queste alterazioni dell’ambiente le vediamo, mentre ci sfuggono le relative conseguenze (o addirittura le neghiamo). Perciò, potrebbe essere utile chiarire alcune convinzioni sbagliate sull’ambiente e diventare così più consapevoli di questo fenomeno, cambiando i nostri comportamenti individuali senza più trascurare l’ambiente in cui viviamo.

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Non dobbiamo infatti dimenticare che per rispettare l’ambiente è necessario prima conoscere bene questo tema, per poi mettere in pratica con consapevolezza queste conoscenze. Ecco, dunque, i principali luoghi comuni da sfatare.

1. Quali sono le conseguenze del surriscaldamento globale?

Spesso accade che riconosciamo il problema del surriscaldamento globale ma tendiamo a trascurarne le conseguenze. Questo perchè, in un certo senso, ci fa comodo vederlo così. Si tratta di una convenienza apparente, che ha come unico “beneficio” quello di dimenticare il problema, continuando la vita di prima. Oppure, quello che succede è che soprattutto di fronte a notizie “catastrofiche” ci sentiamo impotenti, perchè il problema lo percepiamo come più grande di noi. Perciò, tendiamo a delegare la sua risoluzione ad altri quando, in realtà, ognuno può fare la differenza.

Come? Diventando consapevoli che le conseguenze del surriscaldamento globale dipendono anche dal comportamento di ciascuno di noi. Ad esempio: lo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia aumenterà le superfici coltivabili, ma ciò è positivo solo in apparenza. Infatti, mettendo sul piatto della bilancia questo “beneficio” con le conseguenze negative che ciò comporta, il peso penderebbe tutto su queste ultime, come la progressiva riduzione di ossigeno nel mare e un aumento delle temperature così elevato da provocare anche la morte, specialmente nei periodi estivi.

2. I gas serra provocano l’aumento delle temperature?

Oramai è chiaro. Sono numerose le ricerche degli scienziati del clima secondo cui l’aumento dei gas serra nell’atmosfera è causato principalmente dall’uomo. I gas serra, lo ricordiamo, sono tutti quei gas (come l’anidride carbonica e il metano) che permettono ai raggi del Sole di entrare nell’atmosfera terrestre; questi ultimi rimangono intrappolati tra la crosta terrestre e l’atmosfera, senza che il calore possa disperdersi nello spazio.

Dalle ricerche compiute dagli scienziati emerge che, durante la notte, la Terra si riscalda molto più velocemente rispetto al giorno. In questo modo si crea un vero e proprio effetto serra. Perciò la causa principale del surriscaldamento globale è rappresentata dalle attività umane.

3. Le cause del surriscaldamento globale sono un problema trascurabile?

Il clima non è sempre lo stesso: può essere caldo, freddo o mite durante il corso dell’anno. Per questo motivo il clima cambia: anche il fatto che faccia più caldo può apparire normale e, quindi, un problema trascurabile.

Questo ragionamento è corretto, ma solo se ci riferiamo a 12.000 anni fa e cioè a quando l’uomo non interveniva con le sue attività inquinanti. Attualmente, invece, stiamo vivendo una situazione senza precedenti, in quanto mai nella storia il clima è cambiato in maniera così tanto veloce come ora a causa dell’uomo.

4. Ogni singola goccia fa l’oceano

In tema di surriscaldamento globale, c’è un’altra considerazione fuorviante per cui i singoli Paesi del Mondo, soprattuto i più piccoli, non possono fare nulla per cambiare le cose in quanto i loro sforzi sarebbero irrilevantise se paragonati con i grandi Paesi come Cina, India e Stati Uniti. Bisogna dire invece che sia l’India che la Cina stanno compiendo dei passi in avanti per rimediare al loro inquinamento.

Stesso discorso vale per gli Stati Uniti che tagliano le emissioni, nonostante le politiche di Trump.

È necessario che Paesi come questi riducano le loro emissioni continuando ad agire in questa direzione, ottenendo una riduzione consistente degli inquinanti. Ma in realtà qualunque Paese (anche piccolo) che sceglie di inquinare meno determina un passo in avanti per un mondo più pulito, soprattutto se gli Stati che inquinano meno aumentano di numero.

Ad esempio passando alle energie rinnovabili conviene. Infatti, sono molti i posti di lavoro che si verrebbero a creare: basti pensare a quello che accadrà in Danimarca con le sue soluzioni per il cambiamento climatico.

Se è vero che una goccia non fa l’oceano, è pur vero anche che l’oceano è formato da miliardi di gocce. Perciò, più Paesi si uniranno nella sostenibilità ambientale e maggiori saranno i risultati positivi che ne deriveranno, realizzando così un potente circolo virtuoso.

5. Cosa fa la politica per contrastare le cause del surriscaldamento globale?

Ascoltando i vari notiziari ci convinciamo che la politica nel suo complesso non stia facendo nulla contro l’inquinamento: crediamo che se un Paese inquina, nessuno interviene a fargli invertire la rotta. In realtà le cose non stanno così. Basti pensare che, nonostante il ritiro degli USA dagli Accordi di Parigi, il Paese a sette e strisce ha fatto numerosi passi in avanti per ridurre l’inquinamento e migliorare il clima.

Inoltre, secondo un sondaggio realizzato da YouGov nel 2019 che ha coinvolto 28 Paesi del mondo, la stragrande maggioranza delle 30.000 persone intervistate (tra l’80 e il 90%) è convinta che i cambiamenti climatici esistano e la causa principale di questi sia l’essere umano. Secondo il report la quasi totalità dei cittadini europei intervistati (90%) ritiene che si tratti di un problema serio. E quasi l’80% di questi lo ritiene molto serio.

6. È utile investire denaro per le energie pulite?

In un periodo di crisi come quello attuale ciò a cui guardiamo maggiorente è il risparmio. L’errore che non bisognerebbe commettere è quello di dare spazio ai benefici immediati, come, appunto, il risparmio eccessivo. Questo in quanto alla lunga non sarebbe una scelta costruttiva poichè non consentirebbe di investire sulle energie rinnovabili. Invece potremmo cogliere questa crisi investendo in energia pulita e trasformarla in opportunità puntando più sul benessere collettivo che sul Prodotto Interno Lordo.

Potremmo continuare a ignorare il problema dei cambiamenti climatici; in questo modo correremmo però il rischio di rendere ancora più difficile la nostra vita e, in generale, il nostro ecosistema. Se usassimo invece bene il denaro, il peggio che potremmo ottenere sarebbe quello di raggiungere l’obiettivo della sostenibilità ambientale, forse anche prima di quanto ci possiamo aspettare. Senza dimenticare che conseguire questo risultato conviene a tutti. In fondo, non abbiamo un “pianeta B”.

7. Passare alle rinnovabili è sostenibile?

Un altro luogo comune è che il passaggio alle rinnovabili non sia economicamente conveniente. Per questo continuiamo a investire in combustibili fossili come petrolio e carbone. In realtà, le tecnologie che producono energia pulita stanno diventando via via sempre più economiche: in 10 anni (dal 2010 al 2020) sono diminuiti i costi dell’energia eolica dell’82% e le spese di produzione di energia elettrica da fotovoltaico sono calate del 13% nel 2019. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA). Secondo il report utilizzare il carbone potrebbe essere più costoso rispetto alla produzione di energia elettrica dal fotovoltaico. Mentre, ricorrendo alle rinnovabili, i costi energetici si potrebbero ridurre di 23 miliardi di dollari all’anno.

L’alternativa a non investire nella prevenzione dei cambiamenti climatici sarebbe quella di esser costretti a utilizzare molti soldi per convivere con i loro effetti, come la siccità o i frequenti allagamenti.

8. L’economia mira solo al profitto a spese dell’ambiente?

Quando sentiamo parlare di economia sentiamo parlare anche di PIL, cioè del Prodotto Interno Lordo, l’indice del livello dei consumi: più questo è alto, più un Paese è “ricco” e maggiori sono i consumi di materie prime che utilizza per la produzione di prodotti/servizi. Ma, maggiori sono i consumi e maggiore è l’insostenibilità ambientale.

Le cose possono cambiare e, in alcuni casi, stanno già cambiando. Infatti, sono sempre più le aziende che vedono come un’opportunità e non un costo utilizzare le energie rinnovabili. Non è pensabile, certo, che tutte le aziende si comportino in maniera virtuosa in tempi brevi. Potrebbe essere molto più fattibile cambiare rotta a medio termine, ad esempio in un periodo di tempo di 30 anni.

9. Gli ambientalisti vogliono veramente l’irrealizzabile?

In realtà, i manifestanti di Fridays4Future hanno richiesto che i governi mettessero in atto le indicazioni concrete degli scienziati e, più nello specifico, dei climatologi. L’obiettivo, anch’esso concreto, è quello di contrastare il surriscaldamento globale, evitando che possa continuare a provocar danni all’ambiente. Tutti gli scienziati, inoltre, ritengono che già adesso abbiamo i mezzi per raggiungerlo. L’unica cosa fantasiosa, invece, è continuare a far finta di nulla nella speranza che il problema si risolva da sè.

10. Gli ambientalisti sono davvero ipocriti?

Tutti noi tendiamo alla perfezione, ma non potremo essere mai perfetti al 100%. Per questo motovo è difficile essere ambientalisti in tutto e per tutto, soprattutto in una società consumistica come la nostra. Perciò anche il più convinto ambientalista potrebbe apparire incorerente nelle sue scelte, ad esempio indossando vestiti in pelle. Non bisogna però perdere di vista l’obiettivo principale, che non è la perfezione, ma il cambiamento collettivo verso la sostenibilità. Invece di criticare chi compie scelte sostenibili apparentemente incoerenti con le proprie abitudini, potrebbe essere più utile incoraggiarlo affinchè anche lui, come tutti, possa proseguire un cammino virtuoso.

L’attività umana: da causa principale a soluzione

Tra le cause principali del surriscaldamento globale ci sono dunque le attività umane, in particolar modo quelle industriali. Sono proprio queste ultime che da problema si possono trasformare in soluzione, lasciandoci ispirare dai numerosi passi in avanti sull’ambiente in Europa sulle energie rinnovabili.

D’altro canto, come dice Vasco Rossi: “Sai, tutto è possibile, persino credere che possa esistere un mondo migliore”.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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