Da inizio gennaio soffiano sempre più violenti, venti di guerra al confine fra l’Ucraina e la Russia. La questione sta muovendo le potenze mondiali e creando tensione in UE. Dopo l’annessione della Crimea alla Russia, avvenuta nel 2014 e il decreto 201 del 2021 che l’ha resa territorio della Federazione Russa, l’UE aveva tirato un sospiro di sollievo, confidando nell’impossibilità di altre guerre nei confini.

In queste settimane, però, la situazione sembra essere molto vicina a una nuova invasione da parte russa. Telefonate e incontri fra i leder mondiali e Putin, mettono la Russia al centro di ogni questione. Indicativa la stretta di mano fra il leader russo e Xi Jinping alla giornata di inaugurazione dei Giochi Olimpici il 4 febbraio. O l’incontro fra Putin e Macron il 7 febbraio per moderare le decisioni dell’ex URSS. Ma qual è la percezione della difficile situazione attuale da parte dei cittadini? Per capirlo, Buonenotizie.it ha intervistato Iva D., studentessa Ucraina residente a Venezia e Dimitri B., operaio specializzato russo, ora cittadino padovano.

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I tentativi della Russia di attirare l’attenzione del mondo

Dimitri B. è ormai cittadino padovano ma torna spesso a Kolomna, una città a circa 100 chilometri da Mosca. Appassionato di geopolitica, segue i notiziari russi ed è convinto che la sua nazione non attaccherà l’Ucraina.

“La Russia è un Paese apparentemente forte – spiega Dimitri – ma in questi ultimi cinque anni Putin sta perdendo la sua credibilità. Continua a rimanere al potere perché l’opposizione non ha voce. L’idea di attaccare l’Ucraina è, a parer mio, un modo per dimostrare al mondo che la Russia è ancora uno stato dominante. Sono convinto che le alleanze fra la Cina e la Russia, renderanno il mio Paese dipendente dalle decisioni di Xi Jinping. Proprio per questo Putin deve creare un gran polverone per convincere UE e USA che il gas e l’energia nucleare dipendano dalle sue scelte.

La scorsa settimana la Russia ha infatti chiesto di escludere dalla NATO alcuni Paesi che si sono uniti alla fine degli anni ’90, come Polonia e Lettonia. Questo perché si sente minacciato, dovendo gestire una crisi interna creata dal Covid e numerosi problemi riguardanti la guerra in Siria

Credo quindi che la Russia non sia intenzionata ad attaccare l’Ucraina: questo implicherebbe una grande perdita economica da aggiungere ai costi di mantenimento delle truppe. Penso che tutto sia un modo per far vedere al mondo che la Russia è quella di sempre e che con l’aumento della luce e del gas in UE, accettare le richieste di Putin possa avvantaggiare i cittadini dei diversi stati europei”. 

La guerra alle porte dell’Ucraina

Iva è studentessa alla Cà Foscari di Venezia, nata a Mestre, visita spesso nonni e zii che sono rimasti a Kiev.

“Ho paura che si scateni la guerra in Ucraina – dice Iva – la mia famiglia mi racconta che spesso il tg ucraino mostra immagini di truppe in movimento al confine. Il nostro presidente Zelensky ha convocato il 24 gennaio un vertice con i leader europei. La situazione sta degenerando perché l’inflazione aumenta, la gente ha paura e molti giovani militari sono stati messi in allerta. Non vorrei che accadesse ciò che sta succedendo in Bielorussia: migranti che scappano nel freddo, verso confini chiusi. 

Anche se non ci sono ancora certezze su una possibile guerra, in molti stanno pensando di scappare e rifugiarsi dalle famiglie che vivono in altri stati europei. La Russia ha sempre visto nell’Ucraina una porta per l’Europa; la paura di Putin è quella di perdere la sua fama di potenza mondiale. Non ho dubbi che fra qualche anno la Russia sarà assoggettata dalla Cina, ma credo che ad oggi, voglia avere un’espansione maggiore nel cuore dell’Europa, per avere poi appoggi UE”.

Il confine fra Ucraina e Russia

Al confine fra Ucraina e Russia – conclude Dimitri – non ci sono ancora schieramenti e credo che questo sia davvero un segno della non volontà di Putin di entrare in guerra. Gli incontri con i leader europei, invece, mostrano la volontà della Russia di fare la parte della grande potenza. Quella che tira ancora le fila di tutto“.  

“Il confine ucraino è ancora libero da milizie – aggiunge Iva – forse questo è segno che la Russia voglia negoziare prima di passare all’attacco. Se così fosse, l’Ucraina dovrebbe dare qualche cosa in cambio, in modo da evitare sofferenza e distruzione”. 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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