Le porte d’Europa tremano: le truppe russe avanzano, mentre l’Ucraina, con scambi di telefonate, viene rassicurata e appoggiata dai leader europei; in attesa dei prossimi sviluppi fra Mosca e Minsk ci chiediamo: cosa sappiamo davvero di questo conflitto?

L’Ucraina è sempre stata il satellite della Russia in Europa. Dal 1991 l’Ucraina è diventata indipendente e ha ricevuto come fardello la Crimea. Ed è proprio questa regione che, dal 2014, ha risvegliato i dissapori con Putin, dichiarandosi indipendente, accendendo un conflitto fra le milizie separatiste filo-russe e quelle ucraine. 

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Nonostante ciò, l’Ucraina è come una figlia indisciplinata per la Russia: troppo spavalda per aver fatto delle avances alla NATO ed eccessivamente sicura di sé, per aver chiesto di prendere parte all’Alleanza Militare Atlantica. 

I “No” della Russia

La Russia ha quindi opposto molte resistenze, colpendo l’Europa con una serie di “No”: dalle richieste dell’Ucraina di essere accettata nella NATO, alla volontà di entrare a far parte dell’Alleanza Militare Atlantica. Non perché i poteri decisionali del presidente Zelensky inibiscano Putin, ma per la posizione nevralgica del Paese all’interno del contesto europeo. 

La NATO è per molti Paesi europei una sicurezza. In questi anni vi sono state adesioni di nuovi Paesi, come Lituania, Estonia e Polonia. La Russia ha visto queste macchie di leopardo come una grande belva pronta a circondare il Paese e ha richiesto all’Europa di non accettare più Paesi dell’Est, sentendosi potenzialmente minacciata. Nello stesso tempo l’Europa dipende in maniera sinergica dalla Russia, da cui attinge al gas e da cui dipendono i rincari e la qualità del riscaldamento: questo può essere un elemento di potere per la Russia, che fa storcere il naso anche agli Stati Uniti, per paura di non avere più voce e perdere le alleanze occidentali.

Putin ha dichiarato che non potrebbe mai accettare l’adesione dell’Ucraina alla NATO, consegnando agli Stati Uniti una lista di Paesi troppo vicini ai suoi confini, da espellere. La risposta occidentale è stata quella di non poter mettere i bastoni tra le ruote a questo processo di inclusione.

L’Ucraina e la voglia d’Europa

La Russia, da sempre, ha visto nella voglia d’Europa dell’Ucraina una minaccia. Nel 2014 la Rivoluzione Ucraina, con l’allora presidente Yanukovich, vide il Paese manifestare per entrare in Europa. Questo atteggiamento è stato interpretato dalla Russia come un tradimento. In pochi giorni, le truppe di Putin si sono spinte al confine con la Crimea. 

Il conflitto, che dura ancora oggi, ha visto botte e risposte, ma anche morti e feriti di cui si è parlato poco. La Germania si è fatta carico di mediare fra i due Paesi, muovendosi con piccoli passi per evitare che la guerra dilagasse in Europa. In questo clima di precarietà, nel 2019, è stato eletto il nuovo presidente ucraino: Volodymyr Zelenski, un attore comico, molto apprezzato dagli ucraini per la sua satira e competenza. Un “uomo del popolo”, che con lungimiranza ha creato alleanze e rapporti con i leader europei, consapevole delle debolezze del suo Paese. 

Il confine fra Russia e Ucraina

I negoziati fra Russia, Ucraina, Europa e Stati Uniti sono così iniziati, riducendo l’attenzione mediatica sulle questioni interne degli altri Paesi in guerra: Afghanistan, Myanmar, Siria, Etiopia, sono passati in secondo piano. Questo accentramento di attenzioni ha portato Putin a un incisivo ritorno mediatico: un fattore di primaria importanza, che garantisce in Russia la sua popolarità. Come la stretta di mano al presidente cinese Xi Jinping, in occasione dei Giochi Olimpici Invernali 2022: un’occasione per mostrare l’alleanza della Russia con la Cina, in un momento drammatico per l’Ucraina. 

Stando alle fonti anti-russe, il Cremlino non avrebbe più quella credibilità che aveva nel periodo pre-Covid: la forte crisi dilagata nel Paese, i tentativi dell’opposizione di emergere e di non poter avere voce (il caso Navalny ad esempio) e l’ossessione della Russia per la NATO, sono forse una dimostrazione che “can che abbaia, non morde”. Nonostante ciò l’Ucraina trema e molti giovani cercano di scappare in altri Paesi.

Le reazioni di Europa e Stati Uniti

L’Europa e gli Stati Uniti cercano in ogni modo di evitare che il conflitto prenda forma, minacciando la Russia di dover pagare pesanti sanzioni. Ad ogni modo la Russia è per l’Europa una fonte indispensabile per il gas e le alleanze interne: questo aspetto rende qualunque leader europeo molto cauto nell’emettere verdetti e Putin lo sa. 

Mosca, quindi, ha iniziato una danza che la vede come ballerina di punta: dal 16 febbraio le truppe russe avanzano e arretrano al confine con l’Ucraina, lasciando il pubblico europeo e americano con il fiato sospeso. Zelensky è stato rassicurato telefonicamente da leader e ministri europei, fra cui il nostro Ministro degli Affari Ester Di Maio, che, il 17 febbraio, ha mostrato la vicinanza dell’Italia al presidente ucraino. La danza è solo all’inizio e nei prossimi giorni vedremo se si trasformerà in una ballata di guerra o in un inno alla pace. 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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