L’Aula della Camera ha iniziato l’esame della proposta di legge sullo ius scholae, il testo sulla riforma della cittadinanza. La legge sullo ius scholae vuole dare la possibilità ai figli di immigrati nati in Italia o arrivati entro i 12 anni di chiedere la cittadinanza italiana.

Secondo il rapporto del Ministero dell’istruzione per l’anno 2019-2020 a livello nazionale, gli alunni con cittadinanza non italiana rappresentano il 10,3% del totale della popolazione scolastica. Dal 2009 il numero di alunni stranieri è cresciuto, ma a essere aumentato è soprattutto il numero di ragazzi di “seconda generazione”, cioè nati in Italia ma senza cittadinanza italiana. Nel passaggio tra gli anni scolastici 2018-19 e 2019-20 il numero di alunni di seconda generazione è cresciuto del 3,7% .

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La proposta di legge per acquisire la cittadinanza italiana: lo ius scholae

Il testo in discussione alla Camera darebbe la possibilità al minore straniero di acquisire la cittadinanza italiana se è nato in Italia o se è arrivato nel nostro Paese prima del compimento dei 12 anni e vi abbia risieduto legalmente e senza interruzioni. Il principio fondamentale alla base dello ius scholae è aver frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici. Se questi 5 anni sono di scuola primaria, al minore viene richiesto il superamento di questo ciclo di studi con esito positivo.

La bozza di legge sullo ius scholae prevede che i genitori dell'interessato (entrambi residenti in Italia) potranno rendere una dichiarazione di volontà per il figlio minorenne. Nella dichiarazione di volontà dovranno essere dimostrati i requisiti dell'età o della nascita sul territorio italiano, l'aver risieduto continuativamente e l'aver frequentato almeno 5 anni di scuola. Una norma del testo specifica che il requisito della minore età si considera riferito al momento della presentazione della richiesta da parte dei genitori.

Se i genitori non hanno reso la dichiarazione di volontà per il figlio minore, il ragazzo potrà fare richiesta di acquisto della cittadinanza italiana da sé entro due anni dalla maggiore età. L'interessato può rinunciare alla cittadinanza acquisita entro due anni dalla maggiore età, se però è in possesso di altra cittadinanza.

Ius sanguinis e ius soli, le differenze

Attualmente la legislazione italiana in tema di cittadinanza si basa sulla legge 91 del 1992 e sul principio dello ius sanguinis. In pratica è cittadino italiano il figlio di padre o di madre già cittadini, o chi è “nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono”.

Per chi è nato in Italia ma da genitori stranieri la cittadinanza italiana può arrivare solamente su richiesta e dopo aver compiuto 18 anni. Anche qui si deve dimostrare di aver risieduto fino a quel momento in Italia legalmente e ininterrottamente. Gli stranieri maggiorenni possono chiedere la cittadinanza per naturalizzazione dopo 10 anni di permanenza continuativa sul territorio italiano.

Un'altra forma di acquisizione della cittadinanza diversa dallo ius scholae è principio dello ius soli. In questo caso il diritto di cittadinanza si ottiene con la nascita sul territorio di uno Stato, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori.

La cittadinanza nei Paesi europei

Anche in Europa i numeri dell'immigrazione e dei rifugiati sono in aumento, anche a causa della guerra in Ucraina. Secondo i dati Eurostat, nel 2020 l'età media delle persone che hanno acquisito la cittadinanza nell'Unione europea era di 33 anni. La caratteristica che accomuna tutti gli Stati europei è che la maggior parte delle nuove cittadinanze sono state acquisite dai più giovani. Tuttavia, la distribuzione dell'età varia da uno Stato membro all'altro a causa delle differenze nelle legislazioni sulla cittadinanza.

In Germania, ad esempio, vige uno ius soli "temperato o condizionato". In questo caso un bambino acquisisce la cittadinanza tedesca alla nascita se almeno uno dei due genitori ha un permesso di soggiorno permanente da almeno tre anni e i genitori risiedono in Germania da almeno 8 anni. Sulla stessa linea legislativa, seppure con differenze, troviamo Belgio, Portogallo e Irlanda.

In Spagna un bambino diventa cittadino spagnolo se almeno un genitore lo è. La legislazione francese si basa su un "doppio ius soli", cioè i bambini nati in Francia da almeno un genitore straniero, a sua volta nato nel Paese, acquisiscono automaticamente la cittadinanza francese alla nascita. I bambini nati da genitori stranieri possono invece richiedere la cittadinanza a 18 anni, se i genitori vi risiedono da almeno 5 anni.

La maggior parte degli Stati europei hanno legislazioni di acquisto della cittadinanza basate sullo ius sanguinis. Tra questi Grecia, Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia e, come abbiamo visto, l'Italia. L'attuale proposta di legge vorrebbe appunto cambiare il modo di acquisizione della cittadinanza italiana per i bambini stranieri.

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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