Il 20 giugno si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, l’appuntamento annuale per sensibilizzare sul tema della protezione internazionale. La giornata è stata istituita per commemorare l’approvazione da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati.

Il numero di rifugiati è in aumento

Secondo il recente rapporto Global trends dell’UNHCR, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, “alla fine del 2021, le persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni di diritti umani risultavano essere 89,3 milioni”. Rispetto al 2020 questo numero è cresciuto dell’8% e oltre il doppio negli ultimi dieci anni.

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Nei primi mesi del 2022, a causa dell’invasione russa dell’Ucraina che ha causato uno degli esodi più grandi dalla seconda guerra mondiale e di altre crisi, come quella dell’Afghanistan, i rifugiati nel mondo hanno superato i 100 milioni.

Tra questi numeri ci sono anche dati positivi: il numero di rifugiati che hanno fatto ritorno nei propri Paesi di origine è aumentato del 71%. Inoltre circa 81.200 apolidi hanno acquisito una cittadinanza o se la sono vista confermare.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha dichiarato che, nonostante i numeri in aumento, “dobbiamo riconoscere gli esempi dati da quei Paesi e quelle comunità che lavorano insieme per individuare opportunità a favore delle persone in fuga. Per esempio tramite la cooperazione regionale volta a consentire il ritorno degli ivoriani, ma è necessario che queste importanti decisioni siano riproposte o adeguate anche ad altri contesti”.

Le richieste di asilo in Europa

I paesi dell’Unione europea hanno ricevuto circa 82.900 domande di asilo nel marzo 2022, il numero massimo dal 2016. Gli ucraini hanno presentato il maggior numero di richieste di asilo, ma anche le domande di russi e cittadini di altri Paesi dell’ex Unione Sovietica sono cresciute.

Il tasso di riconoscimento in Unione europea era del 40% a marzo 2022.  Per tasso di riconoscimento si intende il numero di decisioni che hanno concesso lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria.

Secondo la Convezione di Ginevra, gode dello status di rifugiato "chiunque, nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato".

La protezione sussidiaria è un’altra forma di protezione prevista dall’Unione europea e recepita dal diritto italiano. Si tratta di una protezione aggiuntiva che viene riconosciuta a chi non rientra nella definizione di rifugiato.

I permessi di soggiorno hanno durata quinquennale e possono essere rinnovati. I rifugiati possono lavorare, accedere al servizio sanitario nazionale, alle prestazioni assistenziali o ai servizi per il diritto allo studio.

Unione europea: un primo passo per la redistribuzione dei migranti

Il 10 giugno i ministri dell'Interno dei Paesi dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo politico per la ridistribuzione dei migranti. La Convenzione di Dublino, il trattato dell'Ue che disciplina le richieste di asilo, stabilisce che i rifugiati e i migranti devono fare domanda di protezione internazionale nello Stato di arrivo.

Questo accordo ha l'obiettivo di aiutare i Paesi di approdo (come Italia e Grecia) nella gestione dei migranti. Da anni infatti i Paesi mediterranei lamentano il peso dei grandi flussi migratori e invocano il principio di solidarietà tra gli Stati membri dell'Ue.

La ricollocazione dei richiedenti asilo è volontaria ma chi si rifiuta di partecipare è obbligato a offrire un sostegno finanziario ai Paesi di primo arrivo. Gli Stati di approdo sono tenuti allo screening dei migranti e dei rifugiati e alla loro registrazione nell'Eurodac. Questo è il dabatabase delle impronte per richiedenti asilo e migranti irregolari. Lo scopo è limitare i movimenti secondari, cioè quegli spostamenti non autorizzati da un Paese all'altro dell'Ue.

Nei prossimi giorni la Commissione europea con la presidenza francese del Consiglio concretizzeranno la piattaforma di solidarietà e stabiliranno i numeri delle ricollocazioni annuali.

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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