Vittoria epica o cambiamento apparente? Per la prima volta nella sua storia, la Colombia svolta a sinistra: le elezioni del 19 giugno 2022 hanno dato un nuovo verdetto. Il sessantaduenne Gustavo Pedro ha vinto con il 50,4 % dei voti, contro Rodolfo Hernández. Per i colombiani questa scelta sembra davvero essere ciò che aspettavano da anni.

La Colombia di Gustavo Pedro sarà ufficialmente in azione nell’agosto 2022. Nelle prossime settimane si delineeranno le alleanze nel Congresso: solo allora sarà più chiaro chi appoggerà il presidente e quanto realmente la sinistra avrà potere. Per Buonenotizie.it due interviste, una da Venezia e l’altra direttamente da Bogotà, per comprendere cosa pensano i colombiani del risultato delle elezioni.

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Economia e attivismo: le nuove parole d’ordine della Colombia di Gustavo Pedro

Alvaro Hernández, impiegato colombiano naturalizzato veneziano, gioisce davanti a questa vittoria e ci racconta le sue aspettative per il futuro della Colombia.

“Anche se mi chiamo Hernández, come lo sfidante di destra, sono stato uno dei maggiori sostenitori di Pedro in queste elezioni – sorride Alvaro, mentre ci mostra una foto del nuovo presidente – la Colombia ha bisogno di questo cambiamento. Un anno fa il paese era completamente in crisi: guerriglie urbane e scontri fra il popolo e il governo, hanno reso molte città una polveriera. Nessuno credeva più nel governo di destra. Credo che Pedro sia davvero un politico preparato. Sarà ostacolato, perché avrà le forze di opposizione contro, ma proverà a far emergere la Colombia. Insieme a lui, la vicepresidente è Francia Márquez, che darà finalmente voce alle donne. 

A me manca il mio paese e mi arrabbio quando lo collegano a Escobar e al narcotraffico: la Colombia non è solo questo. Le elezioni hanno dimostrato che i colombiani sono consapevoli che, per essere competitivi con il resto del mondo, devono cambiare l’immagine del paese. Pedro ha un programma che verte sulla ripresa economica. Le parole d’ordine sono quindi: opportunità economiche per i giovani e attivismo ambientale e femminile. Si cercherà di arginare tutto ciò che influisce sull’inquinamento e di limitare la deforestazione. Chi meglio di Francia Márquez potrà aiutarlo in questo? Lei è da sempre un’attivista ed è davvero una donna del popolo, che si batte per la Colombia. Non credo che queste siano solo parole, sono convinto che la sinistra riuscirà a dare avvio ad un reale programma di modernizzazione“. 

I buoni presupposti delle elezioni in una Colombia stereotipata

Cosa succede a Bogotà? Lucas Gomez, studente di antropologia nella capitale colombiana, ci racconta come si vivono questi giorni post elezioni, direttamente dalla Colombia.

“Vivo a Bogotà da sempre – dice Lucas attraverso lo schermo del computer – lo scorso anno sono rimasto ferito durante una manifestazione contro il governo del presidente uscente, Iván Duque. Ho sempre votato per la destra: nonostante ciò, sono assolutamente convinto che la Colombia abbia bisogno di un cambiamento. Ho vissuto in Spagna per studio e mi sono reso conto di quanto siamo arretrati rispetto all’Europa e degli stereotipi: quando si parla di Colombia, nessuno pensa al sito archeologico di Cartagena, ma solo alla Medellin di Escobar. La Colombia deve modificare la sua fama. Credo, però, che molte parole dette prima delle elezioni siano difficili da concretizzare. Il programma è troppo ampio e i problemi da gestire immensi.

La guerra in Ucraina ha creato un’onda d’urto anche in Colombia: i prezzi del carburante stanno salendo. Anche per questo non credo che il nuovo governo riuscirà a ridurre la disoccupazione e dare nuove opportunità ai giovani. Mi convince la figura di Francia Márquez: non solo è attivista per l’ambiente, ma è anche un simbolo per le donne: madre single, grande lavoratrice e molto preparata. La sua voce potrà dare una maggior attenzione alle discriminazione femminile e fare davvero qualcosa per le donne. La svolta a sinistra, in questo periodo storico, è l’unico modo per dare una scossa ad una Colombia che era ormai prigioniera di un sistema corrotto e antiquato”.

 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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