Questa mattina è partita dal porto di Odessa la prima nave per l’esportazione del grano bloccato in Ucraina. Il 22 luglio a Istanbul Ucraina e Russia hanno raggiunto un accordo sul grano con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite. L’intesa prevede l’istituzione di un corridoio nel Mar Nero per l’esportazione di grano e prodotti alimentari. Dopo mesi di stallo nei negoziati, al centro dell’accordo ci sono i prodotti ucraini e russi fermi nei porti dall’inizio della guerra, il 24 febbraio.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in aprile aveva sollevato la questione del grano bloccato e all’inizio di giugno ha proposto un accordo, avvisando che “la guerra mette in pericolo gli approvvigionamenti alimentari di molti Paesi in via di sviluppo e rischia di esporre 180 milioni di persone a un maggior rischio fame, con le conseguenze di instabilità politica e sociale che ne possono derivare”. A seguito della firma dell’intesa ha detto: Oggi c’è un faro di speranza sul Mar Nero… L’accordo globale sul grano nel Mar Nero, assicurato a Istanbul, è un grande passo avanti nell’affrontare la crisi alimentare globale che sta attanagliando il mondo”.

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Il prezzo del grano

L’Ucraina è uno dei maggiori esportatori di grano, mais e olio di girasole e ha circa 22 milioni di tonnellate di derrate bloccate nei porti del Mar Nero. A queste si aggiunge il blocco volontario delle esportazioni di grano russe per questioni di sicurezza nazionale. I due blocchi delle esportazioni hanno fatto aumentare in modo vertiginoso i prezzi dei beni alimentari. L’aumento del prezzo del grano era già in atto da inizio 2021 (+29%) e con la crisi ucraina è salito a +75%. A giugno i prezzi avevano cominciato a scendere sia per le notizie di buoni raccolti in altri Paesi, sia a seguito della speranza di trattative tra Ucraina e Russia.

Con la sigla dell’accordo il prezzo del grano è crollato tornando ai livelli precedenti l’attacco russo all’Ucraina. Nel frattempo, le previsioni dell’USDA (Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti) prevedono un forte aumento dell’offerta, delle esportazioni e delle scorte finali.

accordo sul grano

Cosa prevede l’accordo sul grano

L’accordo sul grano è stato sottoscritto il 22 luglio a Istanbul e si compone di due intese speculari e separate per riattivare le spedizioni. I due patti, firmati con Nazioni Unite e Turchia, sono stati siglati dal ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, e l’altra dal ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov. Durante i negoziati è stato impossibile portare Russia e Ucraina ad accettare un testo unico.

L’accordo, che sblocca l’esportazione di grano, cereali, fertilizzanti e altre derrate, copre i porti ucraini di Odessa, Chernomorsk, Pivdennyi e ha validità per 120 giorni. Se la guerra non sarà finita, dovrà essere rinnovato.
L’intesa prevede il passaggio sicuro delle navi, grazie a un circoscritto cessate il fuoco di fatto. L’istituzione di un Centro di controllo (Jcc) a Istanbul, composto da funzionari delle Nazioni Unite, turchi, russi e ucraini, gestirà e coordinerà il passaggio dei cargo. Non sarà necessario liberare i porti dalle mine marine, poiché i piloti ucraini guideranno le navi lungo corridoi sicuri e avranno a disposizione dragamine in caso di necessità, ma senza scorte militari.

Le navi di ritorno in Ucraina saranno ispezionate in un porto turco, sotto la supervisione del Jcc, per accertare che non trasportino armi. L’Ucraina ha chiesto la garanzia internazionale che il Cremlino non utilizzerà i corridoi navali per attaccare il porto di Odessa.

Il successo dell’accordo sul grano non era scontato

A meno di 24 ore dalla firma dell’accordo sul grano, missili russi hanno attaccato il porto di Odessa. La Russia, che in un primo momento aveva negato responsabilità, ora ammette di aver colpito il terminal per distruggere alcune infrastrutture militari. Il Ministro degli esteri russo Lavrov ha assicurato che “la Russia manterrà i suoi impegni sull’export dei prodotti agricoli”. 

La comunità internazionale ha criticato l’attaccato e ha invitato a rispettare l’accordo. Anche il Segretario generale dell’ONU ha condannato “inequivocabilmente gli attacchi riportati nel porto ucraino di Odessa. […] La piena attuazione da parte della Federazione Russa, dell’Ucraina e della Turchia è fondamentale” per affrontare la crisi alimentare globale.

In questo clima non era affatto scontato il successo dell’accordo. Il Centro di coordinamento congiunto (Jcc) ha reso noto che la nave Ranzoni, partita da Odessa e battente bandiera della Sierra Leone, è partita il primo agosto e arriverà a Istanbul il 2 agosto. Qui, come previsto dall’accordo sul grano, sarà ispezionata. Dopo l’ispezione, la nave proseguirà per il porto di Tripoli in Libano. Il cargo trasporta un carico di 26mila tonnellate di mais.

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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