Lunga è la strada verso l’approvazione della nuova Costituzione del Cile. Vi ricordate? Da circa un anno stiamo seguendo l’evoluzione della bozza della Costituzione cilena: realizzata da donne e uomini in pari numero e proiettata verso una cesura netta con quella creata da Augusto Pinochet.

Il 5 Settembre 2022, però, qualcosa è cambiato in Cile: il “no” ha prevalso e per la nuova Costituzione e il governo della sinistra di Gabriel Boric, la strada è in salita. Per Buonenotizie.it due interviste dal Cile, per comprendere cosa ne pensano i cileni del “no” e quale sarà il potenziale cambiamento nel paese.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Il Cile impaurito

Kari Silva, bancaria e attivista di Santiago del Cile si è battuta a lungo, marciando per le strade della capitale, per vedere realizzata l’approvazione della Costituzione.

“Sono un’attivista e ho creduto molto in questa Costituzione e nel cambiamento che avrebbe creato in Cile – racconta Kari – già a giugno, con i ballottaggi, molti cileni si erano astenuti nel dare il loro voto. Questo è stato un gesto di disappunto nei confronti del governo di Boric, che sembra non soddisfare più il Cile e di avere un ruolo troppo accentratore.

Nonostante ciò, la percentuale di approvazioni alla nuova Costituzione è arrivata da coloro che vivono lontani dal Cile. Sono convinta che questo sia dovuto al fatto che loro, come me, vedono l’opportunità di diventare un modello simile a quello europeo in Sud America. Credo, quindi, che i cileni siano impauriti: non si sentono pronti a lasciare la Costituzione di Pinochet e non credono più nel governo di sinistra. La paura è quella di dare troppo potere allo Stato, ma senza una Costituzione come potremmo progredire?”

Il NO alla Costituzione in un Cile che si risveglia

Lucas Rojas, guida turistica di Iquique non è mai stato pienamente convinto della fattibilità delle proposte della Costituzione. Sogna un Cile libero, che diventi modello per il Sud America.

“Sono guida turistica in Cile – si presenta Lucas – Credo nel governo di Boric e sono consapevole che il Cile, per crescere, debba avere una nuova Costituzione. Quando nel maggio 2021 è stata proposta la bozza della Costituzione, ero davvero entusiasta. Un taglio con la dittatura che ha dominato sul Cile per anni, l’idea di un’assemblea costituente paritaria: tutto molto bello, ma fasullo. Leggendo bene la proposta, il rischio era quello di dare troppo potere al governo, che si è nascosto dietro parole chiave come parità, donne e ambiente.

Ho da poco finito l’università e sogno che il Cile diventi un modello per il Sud America, ma non a questo prezzo. Una Costituzione deve essere neutra, in questa c’era un’eccessiva centralità del governo, con controllo sui giudici e poca attenzione ai cittadini. Vedo però in questo “no” un risveglio del Cile e la voglia di migliorare davvero, avendo imparato degli errori del passato”.

Cosa accadrà al Cile senza Costituzione?

“In questo momento il Cile vive un momento di instabilità, con proteste e utilizzo della forza – aggiunge Kari – Il presidente Boric ha dichiarato che la sua intenzione è quella di creare una nuova Costituzione. In queste settimane ci saranno sicuramente delle manifestazioni: per Boric sarà una sfida per poter rimanere in carica. Io continuo a crederci, perché vedo nel Cile e in una Costituzione creata ex novo, la possibilità di crescere e diventare un motore per il Sud America. Non sempre un “no”, è un elemento negativo: comprendendo cosa i cittadini non vogliono, si potrà migliorare”. 

“Vedo nel “no” alla Costituzione la voglia di cambiamento del Cile – conclude Lucas – queste settimane non saranno semplici. Proprio adesso un lungo corteo sta sfilando per le strade della mia città, ma tutto ciò è la dimostrazione che i cileni vogliono davvero allontanarsi dalla Costituzione di Pinochet. Nessuno vuole più essere messo sotto un giogo e il Cile lo sta dimostrando chiedendo una Costituzione più chiara e democratica”.

Condividi su:
Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici