Pentole, vestiti, cosmetici composti da sostanze non degradabili, o plastiche e farmaci in commercio ma ritenuti nocivi da nuove evidenze scientifiche, verranno ritirati dal 2030.

A stabilirlo è il piano “inquinamento zero” proposto dalla Commissione europea lo scorso 26 ottobre per azzerare le emissioni di gas serra nei prossimi tre decenni. Il progetto legislativo propone agli Stati membri norme più severe per assicurare aria e acqua più pulite e stabilisce risarcimenti per danni alla salute. La strategia seguita è dettata dal Green deal europeo o Patto Verde che azzera l’inquinamento, il cui obiettivo finale è la neutralità climatica in Europa entro il 2050.

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Green deal europeo, il patto verde che azzera l’inquinamento

Il Green deal europeo è il piano strategico ideato approvato nel 2019 dall’Ue per fronteggiare l’acuirsi della crisi climatica e accelerare la transizione verde. Il Patto verde ha l’obiettivo di azzerare i gas serra entro il 2050 con una serie di azioni a cui sono chiamati a collaborare tutti insieme i 27 Paesi membri.

Per i singoli governi, il Green deal europeo è un vero obbligo giuridico per l’intera Ue: chi non raggiunge gli obiettivi stabiliti giuridicamente nelle tre fasi decennali, subisce sanzioni e penalizzazioni economiche. Il primo traguardo da conseguire per il 2030 è il fitfor55 ossia la riduzione del 55% delle emissioni dei gas serra rispetto ai livelli segnati nel 1990.  Entro il 2050 si punta alla neutralità energetica con la decarbonizzazione, ovvero l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra prodotte dall’uomo. Un cambio di marcia che richiede un investimento di 100 miliardi all’anno per i primi dieci anni.

La Commissione ha previsto di investire in tecnologie, innovazioni sostenibili, energie rinnovabili e di favorire la sostenibilità alimentare. Così come di aumentare le aree terrestri e marine protette, incentivare l’efficienza energetica nell’edilizia, introdurre la mobilità sostenibile.

Il piano d’azione di “Inquinamento zero”

Acqua e aria pulite a tutela della salute pubblica sono al centro del piano “Inquinamento zero” del Green deal europeo, elaborato seguendo strettamente le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’azione di intervento è diretta: il Patto verde agisce sui livelli degli inquinanti permessi dalla attuale legge già dal 2030.

Green deal e l’aria

Sul banco degli imputati ci sono le polveri sottili dal diametro pari a 2,5 micron, indicate con la sigla PM2,5 e il biossido di azoto. Queste particelle sono in grado di penetrare negli alveoli polmonari di diffondersi nel sangue. Nelle donne ci sono evidenze che il PM 2,5 venga ad accumularsi nel seno causando il cancro. L’inquinamento atmosferico comporta ogni anno quasi 300mila morti premature in Ue, oltre a essere una delle cause determinanti delle più frequenti malattie croniche.

Il piano “Inquinamento zero” del Green deal europeo vuole ridurre i decessi causati da questo particolato fine abbattendoli di oltre il 75% in 10 anni. La Commissione europea ha disposto la revisione dell’attuale legislazione sulla qualità dell’aria applicando “standard provvisori” già dal 2030. Controlli e revisioni periodici verranno poi attuati basandosi sulle ultime evidenze scientifiche e sviluppi tecnologici.

Il Patto verde per le acque

Depurare, ripristinare e riutilizzare l’acqua è quanto previsto dal Green deal europeo. Saranno rivisti gli elenchi delle sostanze inquinanti delle acque superficiali e sotterranee: 24 sono state aggiunte, per 16 sono stati inaspriti i limiti di tollerabilità, mentre 4 non sono più ritenute nocive. Composti che si trovano in pentole, indumenti, cosmetici, creme, mobili, schiuma antincendio.

Si parla di alcune “sostanze chimiche per sempre” perché difficili a degradarsi, come il PFAS (sostanze organiche perfluorate) che può avere effetti negativi sulla salute delle donne in gravidanza, sulla fertilità, su tiroide, reni, cuore. Nell’elenco anche pesticidi, componenti di imballaggi di plastica e altri prodotti la cui degradazione è inquinante. Tra i prodotti alcuni farmaceutici come antidolorifici, antiinfiammatori, antibiotici.

Anche la normativa sul trattamento delle acque reflue è oggetto di revisione. Il pacchetto “Inquinamento zero” chiede la neutralità energetica del settore entro il 2040, ottimizzazione dell’uso dei fanghi, recupero di nutrienti, introduzione di nuovi standard per microplastiche, monitoraggio di virus compreso il Covid.

Il principio “Chi inquina paga” diventa legge

“Inquinamento zero” applica il principio del “Chi inquina paga” e richiama alle responsabilità ambientali. E’ garantito il diritto al risarcimento ai cittadini da parte delle imprese che violano le norme, anche con azioni collettive coordinate dalle ONG. Inoltre è colpito anche chi non vigilia, come i produttori di farmaci e cosmetici, responsabili del 92% di microinquinanti tossici presenti nelle acque reflue. La nuova normativa, impone loro l’obbligo di pagarne i costi di rimozione.

La lotta alla crisi climatica entra nel vivo e la salute nel Green deal europeo è al primo posto. Ora la norma attende il vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio Ue.

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Anna Restivo

Anna Restivo

Editor e creator freelance nel motorismo sportivo e storico.  Ho collaborazioni in F1 dal 2014, passando anche dalla Motogp, e dal 2019 in manifestazioni di auto e moto d'epoca. Mi piace raccontare il motorismo e le sue connessioni con società, arte, ambiente, creando format e progetti. Attualmente collaboro con BuoneNotizie.it, grazie al quale ho avuto l'opportunità di conoscere il giornalismo costruttivo.

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