L’evoluzione della situazione dell’influenza aviaria nel 2023 a livello globale ha sollevato una certa preoccupazione nella comunità scientifica internazionale. Il 7 marzo scorso il Ministero della Salute ha divulgato una circolare con le corrette indicazioni da seguire nei casi di infezioni certificate. Il Covid ci ha insegnato che i virus corrono veloci, non resta che la prevenzione ed è fondamentale la divulgazione delle giuste informazioni senza creare inutili allarmismi.

Parliamo di influenza aviaria: lo stato evolutivo del virus

A fine febbraio una bambina cambogiana di 11 anni è morta in seguito all’infezione da un ceppo di influenza aviaria H5N1. La notizia è stata ripresa da diverse testate giornalistiche poiché è da circa un anno che si monitora il tema con una particolare attenzione.

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Il virus contratto dalla bambina appartiene a una varietà già identificata nel pollame della zona una decina di anni fa. Tuttavia la bambina è il primo caso di virus H5N1 con variante negli ultimi 9 anni e ci ricorda di non sottovalutare i rischi che possiamo correre con una evoluzione dell’influenza aviaria.

I virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) hanno causato un aumento dei casi negli uccelli selvatici, in particolare nei gabbiani. Sul sito dell’Istituto Zooprofolittico Sperimentale delle Venezie, centro di riferimento nazionale e europeo per l’influenza aviaria, si può leggere come il rischio di infezione nel pollame potrebbe aumentare nei prossimi mesi anche a causa degli spostamenti migratori dei gabbiani. Nell’articolo si precisa anche che il numero di focolai attuali sono minori rispetto al picco del 2022.

Tuttavia, è registrato un adattamento genetico del virus sui mammiferi che desta una certa preoccupazione, anche se, in Italia non si registrano casi.

A fronte di ciò, il Ministero della Salute ha divulgato una circolare per dare le giuste indicazioni su come intervenire qualora si registrassero casi positivi. La circolare specifica come le uniche persone a rischio siano quelle a diretto contatto con uccelli, pollame o con le loro carcasse, quindi agricoltori, veterinari, lavoratori agricoli presso allevamenti di pollami e operai coinvolti nell’abbattimento.

Le regole da seguire sono: uso dei dispositivi di protezione individuali in caso di contatto con i volatili, test diagnostico con successivo monitoraggio in caso di casi accertati.

Lo spillover: l’evoluzione delle pandemie senza destare il panico

La virologa veterinaria Ilaria Capua in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera intitolato “Ora dobbiamo occuparci dell’aviaria” parla di “abnorme circolazione di un virus aviario che può produrre varianti imprevedibili“. Come abbiamo imparato negli ultimi anni, più casi ci sono e più è possibile avere un’evoluzione dei virus. I virus influenzali hanno la capacità di evolversi velocemente e gli scienziati stanno analizzando tutte le possibili mutazioni in termini di capacità di diffusione.

I casi segnalati di recente da Paesi al di fuori dell’UE sono stati correlati all’esposizione non protetta a pollame malato e morto, in particolare negli allevamenti familiari o rurali. L’influenza è una malattia stagionale dalla quale ci possiamo proteggere ed è bene ricordare come rappresenti l’unica strada certificata per fronteggiare anche eventuali spillover nell’evoluzione delle pandemie. Secondo le stime dell’Istituto Zooprofolittico Sperimentale delle Venezie il rischio per l’uomo è basso e per fronteggiare un’eventuale emergenza è stato preparato il decalogo del Ministero della Salute. La pandemia da Covid-19 ha confermato come parlare dei problemi attraverso fake news o tramite inutili messaggi allarmistici cavalcando l’emergenza risulti controproducente per tutti.

La circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, rendono difficile orientarsi su un determinato argomento. Nell’editoriale Capua conclude così “credo che la priorità assoluta sia investire urgentemente e massicciamente in vaccini per l’uomo e per gli animali che possano arrestare o addirittura prevenire le conseguenze di questa nuova sciagura. È una corsa contro il tempo e bisogna agire. Adesso.

Il vaccino è l’unica strada ma per guardare al futuro è necessario rivolgersi al giornalismo costruttivo: un giornalismo che sceglie di rispettare il lettore fornendo un’informazione chiara, corretta e propositiva, ponendo lo stesso accento sul problema e sulle soluzioni.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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